Mala tempora currunt

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Tutt'un tratto però, inciampò su un arbusto e ricadde nel solito abisso oscuro e profondo. Tuttavia, stavolta, alla fine di quest'abisso non c'era una grotta, anzi, era un luogo che Alexis conosceva molto bene: Arcadia.

Avanzò quindi all'interno di Arcadia con fare lento e guardingo, in attesa del prossimo colpo da parte dell'incubo. E non dovette attendere molto. Su di una delle pareti del campo, una scritta rossa spiccava su tutto il resto: Mala tempora currunt. «Corrono brutti tempi...» Alexis fece passare il dito su quella scritta, traducendo la frase che v'era incisa. Ma quando avvertì il liquido essere caldo, capì che quello non era semplice inchiostro o vernice.. Era sangue.

Indietreggiò quindi di qualche osso —sempre più spaventata e inorridita dalla scena che le si presentava davanti —, si voltò dall'altra parte e di nuovo v'era un'altra scritta fatta con del sangue: a fronte praecipitium, a tergo lupi. «Un precipizio di fronte, dietro i lupi...» ripeté tra sé e sé, stupendosi anche di se stessa, poiché lei non sapeva così bene il latino. Non aveva idea di come aveva fatto a tradurla con così tanta facilità. E quell'incubo iniziava a farle fin troppa paura, mentre la schiacciava all'interno di quelle mura. Le lacrime iniziarono a rigarle il viso, e all'improvviso si risvegliò nel suo letto.

Hachiko era sdraiato accanto a lei, calmo e tranquillo: questo voleva dire che perlomeno l'incubo non si era fatto sentire anche al di fuori. Andò poi a tastarsi le guance, constatando che però stava veramente piangendo. «Devo capire cosa vogliono dire..» s'impose, per poi tornare a letto.

***

Per i successivi due giorni, non incontrò più Clarke ma venne a sapere che aveva deciso di accettare la coalizione della Comandante. Alexis se ne chiedeva il motivo, visto che era sempre stata così ostile nei suoi confronti. Ma alla fine, sapeva che era la cosa migliore che Clarke avesse fatto fin ora perciò non se ne lamentava per nulla. Se ora entravano a far parte della coalizione, avrebbero avuto l'appoggio della Comandante e soprattutto la sua protezione.

Anche se, ahimè, Lexa non avrebbe potuto proteggerli per sempre: se gli altri Clan non li avrebbero accettati presto, si sarebbero rivoltati contro la Comandante e avrebbero massacrato sia gli Skaikru che Lexa stessa. D'altronde, nemmeno lei poteva far nulla di fronte a dodici Clan riuniti.

«Sei pronta per il summit?» come faceva ormai ogni mattina, Roan fece irruzione nella stanza di Alexis con la stessa finezza di una balenottera azzurra.

Alexis sobbalzò leggermente, spaventata dall'improvviso arrivo di Roan. «Fallo di nuovo e non finirai bene. In ogni caso, più pronta di cos..» tuttavia Roan non la lasciò finire, scoppiando in una sonora risata.

«Lexa non ti lascerà venire con quei vestiti. Ha fatto preparare anche Clarke.. Non è una cerimonia qualunque tesoro.» le spiegò Roan, e subito dopo fecero irruzione nella stanza tre donne con in mano diversi vestiti e gioielli.

«Lexa ci ha mandato per prepararla al summit.» confessò una delle tre, mentre poggiava i vestiti sul letto. Alexis le guardò confusa e alquanto infastidita, mentre Roan la guardava con altezzosità e divertimento, sapendo di aver ragione come sempre.

«Vi lascio sole, signore.» Roan fece un piccolo inchino, uscendo dalla porta con fare educato. Le donne lo ringraziarono, mentre presero a preparare la ragazza per il summit, anche contro la sua stessa volontà.

***

Gli abiti che indossavano Clarke e Alexis erano molto diversi tra loro, l'uno l'opposto dell'altro: Alexis indossava un vestito che le ricadeva morbido sui fianchi, mentre la gonna di Clarke era molto più stretta. Entrambe le gonne però — sul davanti — erano corte, non arrivavano fino ai piedi.

Survivors || The 100Where stories live. Discover now