Io e Te

Passato

Amo le sue labbra, mi hanno sempre fatto impazzire, la loro morbidezza, il calore che mi trasmettevano, l'eleganza, le sensazioni che mi suscitavano, le farfalle nello stomaco, quella strana scarica in tutto al corpo.
Il bacio non durò tanto, si staccò appena capì cosa succedeva.
Ci guardammo per un po'.
"Devi andare" mi disse con le lacrime agli occhi.
"Si vado"
"Addio Niki"
"Ci vediamo presto Tessa"
Corro via.
Non l'avrei rivista per tanto.
Arrivo alla fermata del pullman, mi siedo a terra e prendo il diario.
La copertina è grigia brillantinata con in mezzo scritto "Happiness diary".
Faccio un grande sospiro e lo apro.
Ci sta una dedica "alla mia piccola guerriera, non ti arrendere mai perché io credo in te. Tua per sempre Tessa"
Prima pagina di 132
"Cara Niki,
È davvero tanto tempo che voglio scrivere questo diario/lettera, boh.
Insomma sono settimane che ho deciso di scriverti ma continuavo a procrastinare (significa rimandare a domani già sapevo che non conoscessi la parola). Sai io sono una tipa che rimanda spesso, odio me stessa per questo, odio rimandare, odio le persone che rimandano, soprattutto le cose importanti, come chiedere scusa, dimostrare l'affetto, dichiararsi, fare quello che si vuole. Insomma (è già la seconda volta che dico insomma in 16 righi devo darmi una regolata) odio procrastinare e persino questa parola.
Riprendendo il filo del discorso, torniamo al perché sto passando il mio tempo a scriverti. Innanzitutto mi sembra un regalo diverso da qualsiasi altra cosa tu abbia mai ricevuto a Natale (anche se non credo lo finirò per all'ora). Poi mi piaceva continuare l'idea di quando partii per Dublino di riportare tutti i miei pensieri e le emozioni di una giornata...e poi, sai come sono, quando la testa decide che devo fare qualcosa, la faccio.
Che testa di cazzo, direbbe chiunque. Ebbene si ho una testa di cazzo e ne sono consapevole.
Ed a causa sua se in questi giorni siamo un po' così, apatiche.
Il fatto che ho cambiato scuola mi innervosisce, il fatto che in classe non ci sei tu. Mi ritrovo in una classe di sconosciuti dove nemmeno tutti quanti assieme riescono a sfiorare la mia concezione di perfetto.
Okay sono simpatici ebbè? Che ci faccio con la loro simpatia?
Niente, il nulla più totale. Anzi sinceramente non me ne frega proprio niente di come mi sento in questa classe, di cosa ne penso, perché sto solo aspettando il giorno in cui dimenticherai tutto di me, di te e di tutto ciò che mi ha portato a descriverti la persona più importante della mia vita. E molto probabilmente quando leggerai queste parole avrai già voltato pagina, magari starai con Ariana o qualche ragazzo e leggerai queste pagina con indifferenza ma ti ricordo che una volta, forse tutt'oggi, avresti letto questo diario piangendo o anche sorridendo. Ti ricordo che è vero che passeremo, che cambieremo, ma quello che è stato è stato, probabilmente era il nostro passato ma è stato il passato migliore che avrei mai desiderato. Ti ricordo che una volta provavi qualcosa per me, che, quando ti toccavo, o sfioravo semplicemente, il tuo respiro diventava affannoso. Che quando camminavamo per strada la tua mano di avvicinava alla mia, che prima la accarezzava e poi la stringeva forte, anche un po' per protezione, come a dire "Non ti preoccupare, ti proteggo io". Ti ricordo che una volta quando incrociavi il mio sguardo, cambiavi espressione e mi guardavi come amo tanto. E magari ora non provi più nulla, forse ti è rimasto solo un ricordo di cui non sai che fartene, ma ogni tanto ricordare è bello, non pensi?" 22/09/2016
Mi soffermo sulla data, oggi è 22/03/17 è passato molto tempo d'allora.
Ha iniziato a scrivere quando ancora stavamo insieme, quindi parlerà anche di lui, di tutto quello che è successo a lei dopo di me, di tutto.
Mentre penso ciò mi interrompe una voce maschile
"Devi salire signorina?"
Era il conducente del pullman.
"Sisi"
Mi alzo di scatto e cerco un posto dove sedermi.
Guardo l'orologio e mi accorgo che lo aspettavo già da quasi due ore.