Lo psicologo

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"Io non ho paura di te" mi dice lo strizza cervelli.
"Dovrebbe" gli rispondo ridacchiando e continuo dicendo "tutti ne hanno" a tono molto più basso.
Sulla scrivania dello psicologo c'è una foto, una foto sua con una ragazzina più grande di me di poco, suppongo che sia sua figlia. In quella foto aveva una fede d'oro che ora non ha più.
"Perché fa lo psicologo?" Gli domando
"Perché mi piace aiutare le persone, ascoltarle e farle attraversare con serenità i loro momenti bui" mi risponde
"È divorziato?" 
"Perché questa domanda?" Sembra spiazzato.
"Non ha più la fede che portava in quella foto e da come ho visto guardare la sua segretaria sembra ci sia del feeling"
"Vedo che guardi molto i particolari" mi dice sorridendo
"I particolari fanno la differenza dottore" gli rispondo a tono
"Non la penso così" mi risponde.
Mi fa rabbia la sua calma, penso.
"Se lei si ferma all'apparenza non capirà mai nulla. Io prima di incontrare Tessa stavo male ma facevo finta di stare bene e nessuno l'ha mai capito. Tranne lei. Mi ha studiato nei particolari, nonostante la trattassi male certe volte. E purtroppo molte persone fingono di stare bene e nessuno le capisce, perché appunto, come ho detto, non guardano i particolari, le persone sono distratte, il mondo è distratto." Gli rispondo in modo tranquillo. Odio il fatto che lui pensa che mi salverà.
"È vero ma se le persone perdono tempo a guardare i particolari, i dettagli, potrebbero dimenticarsi il loro scopo"
"Quindi se io prendessi la foto e la buttassi a terra lei non guarderebbe il gesto ma penserebbe ad aiutarmi?"
"Esatto" risponde e mi sorride.
Non mi sta prendendo sul serio, pensa solo che sia una bambina con degli stupidi problemi che può risolvere dicendomi due frasi fatte, io non sono come tutti. E lo deve capirlo.
Prendo la foto e la lancio contro il muro, molto vicino a lui. Metto le due mani sulla scrivania e mi avvicino alle sue labbra.
Lui non si muove.
"Non mi ha preso sul serio dottore, io sono pazza, i pazzi non si curano." Glielo dico con il mio sorriso malizioso.
"Io non ho paura di te" mi ripete
Mi allontano e prendo una lampada la butto a terra e la schiaccio
"Deve!" Gli urlo
"No" mi risponde alzandosi dalla sedia
Mi inizia a uscire il sangue dalla gamba, ho dei pezzi di vetro all'interno. Non riesco a muoverla.
Inizio a piangere ripetendo "Deve,deve,deve cazzo"
Lui si avvicina molto lentamente e mi accarezza la guancia.
Ho lo sguardo basso, mi mette una mano sotto il mento e..

Io e TeWhere stories live. Discover now