Scelte

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Ho una mascherina in faccia.
Non vedo niente.
Sento solo un rumore fastidioso.
Sono stesa in un letto credo.
Non sento il mio corpo.
"È cosciente" dice una voce molto cupa.
"Grazie mille dottore" risponde una voce molto familiare, penso sia mia madre.
"Ei, Niki mi senti?" dice la voce precedente.
Nonostante i miei sforzi non riesco a muovermi.
Ho la bocca asciutta.
Provo ad aprire gli occhi.
"Appena starai bene mi dovrai spiegare cosa è successo tre giorni fa"
Tre giorni fa, sono passati tre giorni, da cosa? Ricordo solo che stavo a una festa, che me ne sono andata e... le fiamme, ho perso i sensi la credo.
Respiro più velocemente, il rumore fastidioso aumenta sempre di più.
Cerco di urlare.
Non ci riesco.
Vedo tutto nero, forse ho perso la vista.
"Niki svegliati, ti prego"
Cazzo ci sto provando, come devo fare, mi dispiace, mi dispiace di tutto mamma, non volevo essere così, non volevo creare così tanti casini, sono stupida, non so come guarire, le persone non mi capiscono, o forse sono io a non farmi capire da loro, scusami mamma, io non so se voglio andare avanti, lei è la mia dipendenza.
Il rumore aumenta sempre di più. Quella che penso sia mia mamma inizia ad urlare chiamando il dottore.
Non riesco a muovermi cazzo.
Il dottore arriva molto velocemente e dice a mia mamma di uscire.
"Allora bimba cosa devo fare con te, ho visto la tua cartella medica e non hai mai avuto questi tipi di problemi." Mi mette un ago nel braccio.
"Devi capire piccola che dipende da te, sei tu l'artefice del tuo destino, puoi morire oggi, anche ora e restare con il dubbio del domani, oppure svegliarti e giocarti tutte le carte e combattere la tua battaglia. È tutto nella tua testa ricordatelo."
Il rumore resta uguale.
"Così morirà" urla mia mamma da fuori "dottore faccia qualcosa"
"Dipende da lei, deve volerlo"
Sto in ansia.
Cazzo, che faccio.
Dipende da me. Dipende da me. Dipende da me.
Dipende da me se sto male, se sto così, se l'ho persa, se ora sono in questo ospedale, se vado male a scuola, se fumo, mi altero, se non riesco ad andare avanti, si, perché per andare avanti devo volerlo, per stare bene. Dipende da me, è colpa mia, tutto, se i miei genitori si sono separati, se non riesco a svegliarmi, se deludo tutti, se sono isterica, se sono distante da tutti, se non ho visto mia nonna per 4 anni prima che morisse, se mio padre mi odia perché sono bisessuale, se i miei genitori si sono rifatti una famiglia senza includermi, se Ariana ora non è più la stessa con me.
È colpa mia se lei non c'è più. Eravamo felici, poi dopo, abbiamo iniziato a litigare per colpa mia, perché io dubitavo di lei, perché avevo paura di perderla, perché io ero niente in confronto a lei, perché sono stata un imbecille. È colpa mia, non sua, mia e solo mia perché se, durante l'ultimo litigio l'avessi baciata, ora sarebbe mia. È colpa mia, non sua perché io sono il casino, io sono il disastro, me lo dicono tutti. È così. Mi devo rassegnare.
Sento troppi rumori. Ho il battito accelerato. Non ci riesco. Basta. Basta. Basta. Cazzo BASTA.

Silenzio.

Io e TeWhere stories live. Discover now