La giornata sembra bella, il sole splende in cielo ma l'aria è fredda.
In Sicilia in questo periodo portiamo le canottiere. Le temperature di questi giorni qui le abbiamo a fine novembre quanto minimo.

Il taxi è fuori dal cancelletto, ed io salgo a bordo, salutando il taxista già scocciato.

Gli dico il nome della caffetteria e lui non ha bisogno di impostare il navigatore perché la conosce già.
In pochi minuti siamo a destinazione e io pago e scendo mentre tiro fuori gli occhiali da sole dalla borsa.

Li sto inforcando quando mi accorgo di Ignazio sul marciapiedi dall'altro lato della strada. Mi sorride e solleva una mano in un saluto, poi attraversa e mi viene incontro.

-ciao. -dice quando mi raggiunge.

- ciao. - rispondo io. Gli sorrido, lui si guarda un attimo attorno.-

-che succede?-continuo.

- nulla, c'era qualcuno che mi seguiva, ma non lo vedo più.

Corrugo la fronte -qualcuno nel senso stalker?

-una specie particolare di stalker. Paparazzo.

Mi ricordo del fatto che per il resto del mondo é una star. -Ah. -dico solo. Cosa dovrei dire? Gli unici che mi hanno seguita per fotografarmi sono stati i miei genitori quando avevo due anni.

Sospira - non voglio che ci fotografino. Se succede poi inizieranno a indagare su chi tu sia, ti seguiranno e cercheranno in tutti i modi di avere notizie su di te. É già abbastanza folle la mia vita, non voglio coinvolgere altre persone.

Ha paura che lo ritraggano con me? Ha una ragazza? O semplicemente si vergogna di farsi vedere in giro con una insulsa plebea? Poco mi importa. Non stiamo andando in una camera d'albergo, stiamo solo facendo un giro per la città, come farebbero due conoscenti qualunque.

Mi guarda - ti dispiacerebbe se andassimo in macchina invece che a piedi?

"Vuoi portarmi in un luogo isolato e uccidermi?"
Mi legge nei pensieri. Il viso di mia madre nella mia mente è di nuovo contrariato.

- giuro che non ho nessun cattivo intento...

Scoppio a ridere - È la seconda volta che lo dici. Okay. Dove hai la macchina?
"Scusa mamma."

Sorride - qui vicino, a due passi.

Quando arriviamo alla macchina Ignazio mi tiene aperta la portiera.
Io gli sorrido - che galantuomo.

Lui fa un piccolo inchino ridendo, poi fa il giro e sale.

La macchina profuma di piña colada. Non capisco come sia possibile, mi guardo intorno ma lui capisce cosa sto cercando e ride.
Si allunga verso lo specchietto dove due alberelli profumati pendono.
Li sposta per mostrarmeli - cocco e ananas. Piña colada.

Io rido - manca qualcosa di alcolico.

- di solito me lo fanno prendere analcolico.

- perché?

- perché hanno paura che diventi un cattivo ragazzo.

- mmmmh. Adesso è tutto chiaro.

- lo so. Tutte le mie spiegazioni lo sono.

- l'ho notato.

- e non ti ho ancora parlato del buco nell'ozono.

- immagino sia a causa sua che i raggi ultravioletti ti abbiano colpito il cervello, vero?

- no, è stato quando da piccolo sono caduto in un pozzo con il coniglio rosso il problema.

-e poi ti hanno ripescato?

Non esiste altra via, che non sia tua e mia. Ignazio Boschetto.Where stories live. Discover now