Il mio armadietto puzza di rose (parte uno)

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<<Conosci la favola della bambola, Sasha?>> La voce di Luke è moscia, e i suoi occhi si stanno già chiudendo. Accarezzo dolcemente la sua guancia paffuta, mentre le sue palpebre faticano a restare alzate. <<La mamma me la raccontava sempre prima di andare a dormire.>>

Annuisco lentamente, il groppo in gola. <<La conosco>> sussurro a bassa voce. A volte è difficile ricordare quei momenti di quotidianità passata, perché sai che non potranno mai ritornare. La parte più difficile di un lutto non è, come tutti pensano, il lutto in sé, bensì quello che accade dopo. Tutto, ogni cosa, ti ricorda di ciò che hai appena perso. E' lo svegliarsi la mattina senza più sentire una voce acuta che ti strilla nelle orecchie, è l'alzarsi dal letto e non trovare la tua tazza di caffè già pronta sul tavolino, sono le grida scomparse di quando si litiga per stronzate, è il non dover più fingere di essere già addormentati per ricevere e assaporare meglio il bacio della buonanotte. E' il doversi render conto che nulla è più come prima, e che nonostante ciò il mondo ruota ugualmente, la vita degli altri va avanti, mentre tu sei fermo, all'arrivo, e ti sei dimenticato come ripartire. E' la consapevolezza che per il resto delle persone nulla è cambiato, quando la tua esistenza è stata stravolta. E' quel buco nero nel petto che risucchia ogni cosa, e tu disperato cerchi di non caderci dentro, di non farti travolgere da quelle emozioni, da quel vuoto che sai potrai soltanto plasmare, ma mai colmare. <<Vuoi che te la racconti?>>

Luke annuisce in silenzio, piano, lentamente, i suoi occhi si sono fatti più pesanti, la sua mano stringe ancora la mia. <<C'era una volta, tanto tempo fa, una coppia di genitori molto povera, che desiderava tanto avere un bambino da cullare e amare.>> Ho il groppo in gola, e mi bruciano gli occhi, ma le lacrime non scendono. Non sanno più farlo. Ho dimenticato come piangere. Ho dimenticato un sacco di cose. <<In quel villaggio sperduto, quella coppia pregò il Dio Sole affinché realizzasse il loro desiderio, e il Dio Sole, vedendo la loro bontà, acconsentì. "Vostra figlia" disse "sarà amata da tutti, e amerà tutti, il suo sorriso porterà gioia anche all'uomo dal cuore più freddo. Ma state attenti, non dovrete mai dimenticare di amarla, altrimenti le sue lacrime porteranno tristezza e distruzione in tutti i cuori".>>

Luke sorride delicatamente, come solo lui sa fare. Non è ancora del tutto addormentato, perciò continuo. <<La coppia rispettò il patto, amarono la loro figlia come se fosse un piccolo tesoro prezioso. La bambina crebbe, il suo sorriso diventò magico, chiunque lo vedesse provava una gioia così grande da non poter essere descritta a parola. Gli abitanti del villaggio la amavano, ma mai quanto i suoi genitori. Tutto era perfetto, tutto era magico. Fino a quando, un giorno, i genitori della bambina morirono in un tragico incidente>> riesco quasi a sentirla, la voce della mamma, eccola, è qui, la sento dentro, e ricordi riaffiorano uno dietro l'altro, dolci, caldi e disarmanti. Riesco a sentire la sua dolce soave che mi sussurra mentre sono sotto le coperte, le sue mani delicate che mi accarezzano. <<La bambina smise così di sorridere, e iniziò a piangere. Non poteva più provare gioia, e ogni pianto era un tormento sia per lei che per gli abitanti del villaggio. Alla vista di una singola lacrima anche l'uomo più felice del mondo avrebbe provato una sofferenza così atroce da tormentarlo fino alla disperazione. Gli abitanti la spronarono a non piangere, a sorridere di nuovo, ma la bambina non era più in grado di farlo. Così, un giorno, stanchi di tutta quella sofferenza, decisero di ucciderla. Quando entrarono nella sua stanza la bambina aveva smesso di piangere, ma, allo stesso tempo, non aveva ripreso a sorridere. "Se non piango, non farò del male a nessuno" disse loro. "Non provo più nulla, sono vuota come una bambola".>>

Luke mugugna qualcosa, non riesce più ad aprire gli occhi, ma io continuo a narrare, più per me che per lui, più per mio egoismo che per suo bisogno. Socchiudo le palpebre, mi abbandono a questo ricordo così sfocato, il brivido che percorre la mia schiena è piacevole e sincero. <<La bambina scappò via, si addentrò in un bosco, ormai era vuota, e non provava più nulla. Come una bambola. E, proprio come una bambola, il suo corpo presto smise di funzionare. Si rimpicciolì a ogni passo, prima furono le gambe, poi le braccia, e infine la testa. Quando atterrò, non c'era più traccia di quella fanciulla, solo una piccola bambola inespressiva.>>

La custode di cuori {COMPLETA} (IN REVISIONE)Where stories live. Discover now