Una nuova amica (parte due)

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Oggi non è davvero il mio giorno fortunato.

Uscire di casa per calmare i bollori con il mio giretto in moto è stata una pessima idea. La peggiore in assoluto. Ed è il caso che faccia retro-front il prima possibile, prima che gli studenti arrapati di fronte a me si accorgano della mia presenza, e prima che la polizia li arresti per aver iniziato a dare un festino al parco giochi per bambini con tanto di alcool e erba.

Il parco in cui mi sono rintanata alla ricerca di desolazione e autocommiserazione non era abbandonato come invece speravo. Pur essendo in periferia e lontano dal centro della città - o forse proprio per via di questa sua ubicazione - è stato scovato dagli adolescenti arrapati che non vedono l'ora di fingersi trasgressivi portando con sé alcool e droga, fingendo di essere gli adulti che non sono mettendo la musica a palla, fumando canne e inciampando sugli steli d'erba mai tagliati. La luna illumina le loro teste confuse, mostrando la tristezza di questo momento con il suo disarmante scrutare: questa zona incolta è stata riempita da dei soggetti che non sembrano in grado di intendere e di volere.

Ripeto: una pessima decisione.

A questo festino privato e pubblico allo stesso tempo ci sarà almeno metà della scuola, incluso Ridarella, Stronzetta e Tappetta. Fantastico, meraviglioso. È giunto il momento di dire goodbye alla mia uscita notturna ribelle e tornarmene da zio Brooke con la coda fra le gambe. Ecco la filosofia di vita di Sasha Porter: meglio con uno stronzo che con un gruppo di stronzi.

Sarah in mezzo a loro, che sorpresa, ah ah. E a giudicare dalla sua camminata stravagante direi che ha superato il limite di sobrietà da parecchio tempo, se la sta facendo alla grande con un ragazzo mai visto prima d'ora, ma che mi ricorda in maniera inquietante Bart Simpson, forse per via delle stalattiti che ha al posto dei capelli.

Ad ogni modo, adesso ho materiale ricattatorio con cui costringerla a fare ciò che voglio. Sono piuttosto sicura che né zio Brooke né zia Teresa sappiano della sgattaiolata che ha fatto dalla sua camera per slinguazzare con un personaggio di un cartone animato.

Okay, forse non è proprio un giorno così sfortunato.

Tiro fuori il cellulare, uno di quei vecchi modelli con una macchina fotografica schifosa, ma abbastanza decente da poter produrre ancora materiale ricattabile. Sono una persona orribile, lo so. Ci sarà tempo più tardi per i moralismi, grazie.

Finito il mio compito illegale, faccio per voltarmi, ma vengo bloccata da un masso. Un masso alto, palestrato, dagli occhi verdi e i capelli biondo cenere, estremamente simile a Ridarella. Troppo simile. Non avrà il suo taglio tamarro, non avrà quel sorriso inquietante sulle labbra che lo metterebbe subito nella prima lista di sospettati serial killer, e nemmeno la barba incolta, ma è così simile a lui da essere riconoscibile a metri di distanza. <<E' maleducato venire a una festa solo per fare delle foto e poi andarsene senza nemmeno aver salutato.>>

La sua voce è profonda, baritona, con un accento texano che la accarezza dolcemente. Non sorride, non si muove, è il ritratto dell'indifferenza fatta persona. Due metri di testosterone che mi fissano dall'alto della sua onnipotenza, vorrei poter dire che mi sento a disagio, ma non è così. Immagino che questa sia solo una delle tante dimostrazioni che provano quanto poco normale io sia.

<<Vi siete dimenticati di mandarmi l'invito, quindi forse siete voi quelli maleducati.>>

Le sue sopracciglia folte si aggrottano leggermente, è più un accenno che un movimento in sé, il suo volto sembra esser stato scolpito nel marmo, proprio come il suo corpo. Impenetrabile, inafferrabile e irraggiungibile. Tre requisiti perfetti per renderlo l'uomo dei sogni, e con l'aggiunta che paparino è milionario molte ragazze arrampicatrici sociali si considereranno la sua anima gemella.

La custode di cuori {COMPLETA} (IN REVISIONE)Donde viven las historias. Descúbrelo ahora