«Avete fatto pace ora?» chiese, volendo raccogliere il maggior numero possibile di informazioni riguardo a quella misteriosa ragazza, che tanto lo aveva intrigato fino a quel giorno.

«Una specie. Diciamo che è ancora difficile per me perdonarlo.» diede una veloce occhiata al padre, che stava chiacchierando con Abby. «Ma penso ci si possa lavorare.»

La piccola Alexis aspettava con ansia il ritorno del padre, che le aveva promesso di portarle un regalo. E infatti, quel giorno rientrò in casa con un piccolo ninnolo. Era una semplice bambola di pezza, ma la bambina non fu mai così tanto felice. Non le importava cosa fosse, l'unica cosa che contava era che gliel'aveva regalata suo padre.

Suo padre, il suo eroe. Il suo principe, finché non avrebbe trovato anche lei il vero amore. Era il suo appoggio nei momenti peggiori, la sua ancora di salvezza, insieme a sua madre. I tre erano così felici della loro piccola famiglia, che mai avrebbero pensato che solo qualche mese dopo la loro gioia sarebbe stata completamente distrutta. La loro idea di lieto fine perfettamente cancellata, come si fa con la spugna su una lavagna imbrattata di gesso.

***

Arrivati a destinazione, tutti quelli appartenenti al popolo del Cielo dovettero consegnare le proprie armi. «Armi.» ordinò severamente Gostos, che era, a quanto pareva, colui che proteggeva la Comandante.

«Dobbiamo disarmarci prima di entrare.» spiegò Lincoln consegnando il proprio pugnale. Tutti non se lo fecero dire due volte e lasciarono che i Terrestri prendessero le loro armi. L'unica che sembrò più restia e scocciata da tutte quelle formalità fu Raven. E, visto il suo carattere, tutti se lo aspettavano e non ci diedero molto peso.

«*Heda! Em klir.» esclamò poi Gostos, nella propria lingua. Alexis non fece fatica a tradurla, nonostante non conoscesse affatto quella strana lingua, ma era da sempre stata alquanto portata in quel campo.

La Comandante annuì con un cenno del capo, per poi far aprire il cancello del villaggio e mostrare la strada ai suoi prossimi alleati.

*Comandante, tutto apposto.

***

Un grande catasto di legna, che conteneva tutti i corpi dei morti — Terrestri e non —, si presentava di fronte a loro, maestoso e imponente. Incuteva quasi paura, e non solo perché lì dentro c'erano i corpi ormai privi di vita dei loro cari.

Alexis si trovava al fianco del padre e di nuovo il suo sguardo glaciale ed insensibile era tornato. Era ancora in lutto per Finn, ma sapeva di dover andare avanti. Non serviva a nulla piangersi addosso: Finn non sarebbe mai più tornato. Ma un piccolo spazio nel cuore della ragazza sarà per sempre riservato a lui.

Indra passò lentamente una fiamma a Lexa e questa la passò a Clarke. «Clarke.» disse severa, alludendo al fatto che dovesse essere lei a bruciare quei corpi. Non tutti i Terrestri furono d'accordo con quella decisione, ma non osarono controbattere.

«*Yu gonplei ste odon.» Clarke aveva imparato quella frase dai Terrestri e aveva facilmente intuito che fosse un qualcosa da dire quando qualcuno passava a miglior vita. Così, pronunciando quelle esatte parole, andò a incendiare ben diciannove corpi. Le povere vittime e l'altrettanto povero assassino stavano ora bruciando insieme. Si erano riuniti in un posto migliore, dove si sperava avessero potuto perdonarsi.

*La tua battaglia è finita.

***

Quando ebbero completato la cerimonia del funerale, organizzarono un banchetto per festeggiare la loro neonata alleanza. Avevano dovuto superare velocemente quel doloroso lutto, poiché una guerra li aspettava subito dopo.

Survivors || The 100Where stories live. Discover now