Victoria corrugò la fronte. "Davvero?" fece, scettica.

Sergio spense il sorriso sul volto. "Non proprio" si corresse "Mi ha detto che fino a sabato devo stare fermo! Sabato ti rendi conto?!?! Domenica c'è la partita!!" protestò.

"Vorrà dire che per una volta non giocherai!"

"Ma non posso!!"

"E perché? Non sei invincibile! Può capitare di stare male.."

"No! Non...io sono il vice capitano!"

"E allora?? Si infortunano tutti..non puoi rischiare l'intera carriera perché sei impaziente di tornare.."

"Ma sto bene! Camminò..mi muovo.."

"Zoppichi e hai ancora i punti..."

"Non è vero!" si alzò la maglietta mostrando alla moglie la piccola cicatrice a mezzaluna lasciata dai punti tolti la mattina stessa. Proprio lì, all'altezza del cuore.

Victoria si soffermò a guardarla, fisso quel punto e quel segno quasi si sentisse responsabile...quasi glielo avesse fatto lei e non l'avversario in campo.

Prima che potesse aggiungere qualcosa, i bambini riapparvero in salotto.

"Oh pronti? Si va a mangiare" sorrise Victoria alzandosi e guidandoli verso la cucina.

Dopo aver distribuito loro la merenda, scorse con la coda dell'occhio Sergio impegnato in un tentativo di alzarsi dal divano per camminare.

"Che stai facendo?!" domandò Victoria fermandolo. Era ovvio che gli facesse ancora male nonostante la fase di guarigione.

"Mi alzo...non venire qui ad obbiettare, perché l'ho già fatto altre volte.."

"Sergio ma ce la fai a rimanere seduto per più di due minuti?" protestò sbuffando.

"No. Mi annoio, e mi sento...escluso qui seduto trattato da tutti come un impedito!" protestò rialzandosi.

Victoria lo guardò dandogli poi una mano a mettersi in piedi. "E ora che sei in piedi dove vuoi andare?"

Sergio si guardò intorno, fece finta di pensarci poi prese Victoria per il fianco e la strinse a sé. Non fece nient'altro. Solo la tenne così, tra le braccia.

"E quindi?" domandò lei, inarcando un sopracciglio, mentre il suo cuore batteva impazzito per quel gesto inaspettato.

"Mi sei mancata queste due notti..." sussurrò a bassa voce per non farsi sentire.

Victoria, appoggiata alla sua spalla chiuse gli occhi senza farsi vedere. In quel momento però, le venne in mente Javier. Doveva chiamarlo, aveva appuntamento con lui per l'ora di cena.

"Rimettiti seduto.." fece diventando fredda, senza rispondere.

Sergio corrugò la fronte, ma decise di non insistere e si rimise seduto sciogliendo l'abbraccio.

La seguì con lo sguardo, mentre frugava nella borsa, mentre cercava qualcosa.

"Cosa cerchi?"

"Devo chiamare...una persona.." farfugliò.

"Javier?" fece lui, incrociando le braccia.

Victoria sbuffò. "Puoi per favore evitare di pronunciare il suo nome come se fosse una malattia ripugnante?"

Sergio alzò la testa verso la moglie. "Lo è." ripeté scrollando le spalle.

Victoria scosse il capo. "Non ha senso che tu ti metta a fare il geloso ora."

Trilogia con Sergio RamosWhere stories live. Discover now