XXVIII.Legami spezzati

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Ignazio pov

Siamo arrivati al pomeriggio del 24 Dicembre. Sono in pizzeria con la mia famiglia e abbiamo il pienone di gente.
La vera novità si trova alla cassa. Passo 'casualmente' di fianco al registratore e faccio l'occhiolino ad Alessandra mentre evito di ammazzarmi, dato che ho voluto fare il figo con tre pizze in mano.
La ragazza si è offerta volontaria di aiutare, ed è diventata subito un aiuto gigante. Ci ha aiutati anche con alcuni clienti stranieri, miei fan principalmente, che hanno voluto provare la nostra cucina.
Consegno le pizze e torno in cucina mentre mia sorella sforna portate peggio di una mitragliatrice.
Noto Ale seguirmi.
"E la cassa?" chiedo io mentre aspetto che Nina finisca di condire.
"Fatto...adesso c'è tua mamma! Mi ha detto che vi serviva una mano qui e sono venuta!"
Ci sorridiamo. Quando sono con lei mi capita spesso di farlo, me l'ha fatto notare pure mio padre.
"Su piccioncini...le pizze si freddano!" ci riporta indietro mia sorella.
Lei riesce a prendere tre pizze in una volta, e dopo un 'ciao' sussurrato con un'espressione alla stregatto, se ne ritorna in sala e io resto imbambolato come un fesso a guardare il suo fondo schiena che ondeggia dolcemente ad ogni passo.
Qualcuno mi schiocca le dita a un millimetro dal naso e quasi mi viene un infarto.
"Eh...?" mi giro verso Nina.
"Ignà, le pizze si freddano!"
"Vado...tavolo?"
Prende la comanda e legge il numero.
"Tavolo 10...dovrebbero essere le ultime di quel tavolo!"
Raggiungo la sala e porto quelle che sono, effettivamente, le loro ultime pizze.
La giornata è stressante ed è un continuo via vai di gente. Da quando abbiamo aperto, alle 12, non ci siamo mai fermati se non per bere giusto un bicchiere d'acqua o per andare in bagno.

La gente comincia a scemare intorno alle 2.30 circa e possiamo riprendere fiato.
Adesso ci sono giusto un paio di tavoli, per lo più grupponi di gente, che si attardano nel bere un amaro o il caffè.
Mancano solo pochi conti da consegnare e poi possiamo considerare il pranzo concluso.
Mi siedo ad uno dei tanti tavoli, ormai sparecchiati da un po', mentre Ale si appoggia al tavolo.
Infischiandomene della gente che ci può vedere, la faccio sedere sulle mie gambe.
"Ignazio, c'è gente ch..." mi dice lei, ma le blocco subito le parole con un bacio.
Quando mi stacco da lei la vedo color peperone e subito nasconde la faccia sulla mia spalla, facendomi ridere.
Sentiamo lo scampanellio della porta che avvisa l'entrata di un cliente.
Cerco di smuovere Ale per poterci alzare di nuovo, ma lei è diventata di pietra.
Ha lo sguardo rivolto verso l'ingresso dove c'è una signora sulla cinquantina, capelli biondi e lisci, con la carnagione bianco latte, ma non attraente come Alessandra, gli occhi color ghiaccio e lo sguardo serio.
Indossa un vestito esageratamente pesante per essere dell'inverno italiano, ma portato con estrema eleganza.
L'aria è diventata stranamente tesa, mentre Alessandra non dà segni di vita.

***

Alessandra pov

《Non ci credo...lei QUI!...non è possibile, DEVE essere un incubo!》
"Ciao Alessandra" mi dice lei con una pronuncia distorta dell'italiano.
"Ciao" rispondo io in russo.
Non riesco a staccarle gli occhi di dosso. Non è cambiata di una virgola dal Natale scorso, eppure gli anni passano anche per lei.
"Non mi vieni a salutare come si deve?!"
"Perché dovrei?" rispondo in inglese, per permettere anche ad Ignazio di seguire il discorso.
I suoi occhi si assottigliano, innervosita da questa mia risposta.
"Sono tua madre..." si adegua lei al cambio di lingua "...abbi almeno un po' di rispetto!"
"Ale..."mi sussurra all'orecchio Nina "...ma chi è?"
"È mia mamma!" le rispondo senza rendermene conto, ma mi accorgo che dopo quella risposta Ignazio si è irrigidito non poco.
Mi alzo, imitata subito da lui.
Nonostante le scarpe da ginnastica risulto comunque più alta di Nina e mi superano solo Ignazio e il padre, Vito.
"Mamma...che cosa vuoi?"
"Sono venuta a riportarti a casa. Su andiamo, che abbiamo un aereo da prendere!"
《Un aereo? E per dove?》
Ignazio mi guarda e mi fa la mia stessa domanda, ma non posso rispondere se non con una scossa delle braccia.
Mia madre si avvia alla porta ed esce senza nemmeno salutare.
"Scusatemi tanto per aver creato tutto questo disturbo, non volevo!"
"Ma no cara, non dire così! Tu non hai fatto nulla, anzi ogni volta che vorrai casa nostra sarà sempre aperta per te!"
"Mamma...ma chi minchia dissi?" Ignazio è arrabbiato.
《Come dargli torto!》
Mi tolgo il grembiule e lo poso sul tavolo, ma non faccio in tempo a fare un passo che il ragazzo mi prende per il polso e mi fa girare.
"Non andartene via, splendore...per favore!"
Ormai ha preso l'abitudine di chiamarmi così: SPLENDORE.
Mi viene da piangere dal dolore al cuore che mi sta crescendo, ma non posso farci nulla.
"È mia madre...devo fare quello che vuole!"
"Ma tu mi hai sempre detto che..."
Lo interrompo subito.
"Lo so...ma resta comunque mia madre!"
Mi libero dalla presa, che lui aveva allentato, e dopo aver preso la borsa dal retro, me ne vado.

"Ce l'hai fatta alla fine!" mi avvelena subito con la sua cattiveria "Quel disgraziato di padre che ti ritrovi, è stato lui a dirmi alla fine dov'eri! Mi ha anche detto che hai accettato di incontrare quella sciagurata poco di buono di 'compagna' " imita le virgolette "che s'è trovato! Ovviamente questo non succederà MAI!"
Mi prende per il polso con presa salda e mi trascina verso non so dove.
Marsala è così fredda adesso. L'ho girata insieme ad Ignazio e mi sono divertita tantissimo, scoprendo la cultura siciliana con la dolce compagnia della sua risata spontanea, delle sue freddure orribili che ti fanno ridere sempre e i suoi occhi marroni capaci di leggermi dentro come un libro aperto.
Mi viene da piangere.
Le lacrime scendono e non accennano a fermarsi.
《Perché? Perché io? Che cosa ho fatto di male per non potermi meritare un po' di felicità?》
"Alessandra" una voce robusta e squillante mi chiama.
《Fantastico...adesso ho pure le allucinazioni!》
"Alessandra...fermati...ti prego!"
La voce si fa sempre più vicina e chiara.
Mia madre si blocca e si gira, facendomi fare anche a me quello stesso gesto.
Mi trovo, a pochi metri da me, un Ignazio stravolto dal fiatone e in procinto di avere un infarto per lo sforzo.
"E tu che vuoi?" chiede aspra mia madre.
"Alessandra...non...andare, ti prego! Non voglio...che tu...vada via!"
"Ignazio!" sussurro il suo nome, sapendo che sarà l'ultima volta che lo vedrò.
Mi prende per il polso, con più delicatezza di mamma, e mi ritrovo avvolta dalle sue robuste braccia.
"Sei una screanzata..." urla mia mamma, facendo però l'errore di parlare in inglese e farsi capire da Ignazio, che la fulmina subito "...non riesco ancora a capire come da una professionista sia nata una sciagura come te!"
Cerco di trattenerlo, ma lui non fa nulla.
"Scegli Alessandra..." continua la donna "...o lui o me! Ma sappi che se scegli lui non mi rivedrai più! Sono stufa di correre appresso alle tue bambinate!"
Rifletto. Rivedo la mia me bambina che vedeva con gli occhi a cuori sua madre, quel traguardo irraggiungibile che mi avrebbe ossessionato a vita.La mia scelta mi risulta quasi spontanea.

"Il Natale va trascorso con tutte le persone che ti vogliono bene, ma non per forza in famiglia!"

Mia madre resta scioccata da questa mia presa di posizione e spalanca gli occhi, ricomponendosi subito dopo.
"Molto bene...se è così che la metti! Poi non tornare da me quando tutti si saranno accorti che non vali poi granché!"
Una stilettata al cuore.
"Come può una madre dire una cosa del genere?!" dice Ignazio, ancora abbracciati.
La donna non risponde e se ne va, senza aggiungere parola.
Dopo averla vista allontanarsi mi accorgo di sentirmi più leggera, come se mi fossi finalmente tolta un peso dallo stomaco.
"Vieni...torniamo a casa!" mi porta dolcemente verso il loro portone ed entriamo.
Andiamo in camera di Ignazio e ci sdraiamo sul letto.
Non c'è bisogno di dire nulla in questi momenti, ma c'è chi è di un altro avviso.
"Tu sei molto più di quanto lei meritava di ricevere dalla vita!"
Gli sorrido per la dolcezza che ha usato nel dire quelle cose.
Ci sfioriamo le labbra, all'inizio un paio di volte, ma dopo neanche un attimo ci ritroviamo a dimostrarci l'un l'altra con semplicità la passione che condividiamo.
"Ti amo Ignazio..." gli dico un attimo prima del piacere "...con tutta me stessa!"
Ci baciamo dolcemente e ci coccoliamo un po'.
"Anche io ti amo, splendore!"
Arrossiamo come due scolaretti alla loro prima cotta e poi finiamo per addormentarci, appagati e sereni.

***

Buonasera a tutti
Allora...la madre di Alessandra si è incacchiata non poco per la scelta della figlia, che ha pure accettato di incontrare l'attuale 'fidanzata' - chiamiamola così 😉 - del padre! Ignazio ha fatto scappare la 'strega cattiva' e ora, un legame madre/figlia si è distrutto, mentre uno nuovo si è rafforzato!
Che succederà adesso?
Al prossimo capitolo della storia
Un salutone enorme
Buonanotte 😴😴
Frakkia ❤❤❤

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