Epilogo

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Clayton's pov

La Brown.
Quello che ho sempre sognato è davanti a me, bella come non mai.
Avanzo nel campus con la valigia in una mano e la mappa nell'altra.
Sono appena arrivato ma già non vedo l'ora di iniziare.
I dormitori hanno aperto un mese prima cosi ho colto l'occasione al volo. Non potevo restare a New York, per giunta vicino di casa della ragazza che amo, la stessa che ho ferito.

Ci sono centinaia di ragazzi, matricole e non, che corrono da una parte all'altra.
Sorrido all'idea di dover trascorrere qui quattro anni della mia vita e continuo a camminare lungo il viale.
I dormitori non distano molto dall'entrata principale, perciò impiego poco a raggiungerli.

Leggo il foglio che ho ricevuto a casa con la lettera di ammissione e mi metto alla ricerca della stanza.
Dopo vari tentativi e informazioni, finalmente arrivo a destinazione.

123B

Apro la porta e vengo assalito da un odore pungente di erba.
"Merda." sussurro mentre mi richiudo la porta alle spalle.
Un ragazzo bruno sta fumando tranquillamente accanto alla finestra.
Poggio la valigia a terra e attiro la sua attenzione.

"Oh ciao, ben arrivato." mi si avvicina, la mano tesa verso di me. "Sono Shawn Davis, piacere."

"Clayton Roger." mi presento.

"Spero non ti dispiaccia se fumo, al campus è vietato ma ho trovato il modo di aggirare le regole." mi fa l'occhiolino e ritorna a fumare.

Annuisco e avanzo verso il letto vuoto, dalla parte opposta alla finestra. Mi siedo un momento per riordinare le idee e guardarmi intorno.
La stanza non è brutta come la immaginavo, anzi è abbastanza spaziosa e c'è il bagno personale.
L'unica pecca sono le pareti completamente nere. Sembra di stare dentro un buco nero perché la luce riflette il colore rendendo la stanza leggermente buia.

Decido di alzarmi per prendere la valigia e sistemare i vestiti dentro l'armadio che sovrasta un'intera parete.
Ho portato lo stretto indispensabile perché non mi piace viaggiare pesante. Mia madre mi porterà il resto del guardaroba quando verrà a trovarmi.
Mentre sistemo le magliette dentro uno dei due cassetti, sento un telefono suonare.
Il mio coinquilino si affretta a rispondere e un sorriso si fa strada sul suo volto.

"Ciao amico." fa una pausa mentre ascolta. "Ma certo, porterò anche una persona. Sai, credo che abbia bisogno di divertirsi." mi lancia un'occhiata.

Aggrotto la fronte nel sentire le sue parole ma decido di non dargli peso e concentrarmi sui vestiti.
Non mi importa dell'opinione di uno sconosciuto, specialmente se fuma erba dentro il dormitorio.
Cercherò di stargli alla larga e farmi degli amici normali.

Un'ora dopo sto girovagando all'interno del campus alla ricerca di un bar, sto morendo di fame.
Mentre cammino intravedo una chioma bionda familiare svoltare a destra. La seguo e, come avevo immaginato, si tratta di Rachel.

"Rachel!" la chiamo.

La ragazza si gira e mi guarda stupita.
"Ehi Clay, cosa ci fai qui?"

"Potrei farti la stessa domanda. Mi sono appena trasferito nel dormitorio tu?"

La vedo stupirsi ancora di più. "Davvero? Grande! Sono qui per il tuo identico motivo."

Grazie al cazzo, siete in un college. La gente qui viene per studiare, mi sembra ovvio.

"Pensavo ti saresti trasferito insieme a Sammy, nonostante i college diversi."

Mi irrigidisco e lei se ne accorge.
Lei non sa che non stiamo più insieme, non lo sa nessuno in verità.
"Io e Sammy non stiamo più insieme quindi sarebbe stato inutile aspettare ancora. Non trovi?"

Un fidanzato per finta Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora