Capitolo 2

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"Si può sapere cosa stai combinando?" sento dire da Fred, il migliore amico di Clayton.

Stanno parlando da quando siamo scesi dall'auto, Fred non sembra molto contento della scelta dell'amico di accompagnarmi. E lo capisco anche, perchè neanche io lo sono. Sono appoggiata al muretto ad ascoltare a distanza la loro conversazione e dalle risposte di Clay capisco che non vuole che l'amico sappia del nostro accordo. Chissà come mai, magari si inventerà la solita scusa del "mia madre ha insistito perchè siamo vicini di casa". Devo solo aspetta il suo ritorno per saperlo..

"Tutto fatto,tesoruccio. Se qualcuno ti chiede sono stato costretto ad accompagnarti." Ecco, prevedibile. Ha usato la stessa scusa di tre anni fa, quando sua madre mi ha visto alla fermata e l'ha costretto a darmi un passaggio. Ma stavolta è diverso, non capisco perchè stia facendo tutto questo. Fred è il suo migliore amico da una vita, si sono sempre raccontati tutto o almeno così credo.  Mesi fa li ho perfino visti condividere la stessa ragazza. 

Annuisco e ci dividiamo. Lui raggiunge il suo gruppetto di amici, formato da Taissa, Madison e ovviamente Fred. Io, invece, raggiungo il mio, formato da me e il mio armadietto. Tiro fuori il libro di algebra e raggiungo la classe senza aspettare il suono della campanella. Odio arrivare in ritardo, è una cosa che mi ha sempre infastidito. Mentre sistemo l'occorrente per la lezione sul banco, una delle barbie scioglie la mia coda di cavallo facendo ricadere i ricci neri sulle mie spalle. 

"Che diavolo fai?" sbraito verso la ragazza.

"Rilassati, ti ho fatto un favore. Eri orrenda con quella coda." mi fa l'occhiolino e prende posto dietro di me.

Un'altra cosa che odio? Farmi toccare i capelli dalle persone. Mi dà sui nervi proprio, nessuno deve posare le sue luride mani sui miei capelli. 

"La prossima volta evita che è meglio." ribatto scontrosa. 

La professoressa entra mentre sto cercando invano di rifare una coda perfetta, così sono costretta a desistere e a lasciali sciolti. Sembro un leoncino nero con gli occhi verdi ma che importa, nessuno noterà la differenza. 

"Signorina Douglas, sta molto bene così." la professoressa Moore mi indica dalla cattedra. In tutti questi anni ho sempre tenuto i capelli legati, senza mai avere una ciocca fuori posto. Questo complimento mi mette a disagio, non so come rispondere se non con l'unica frase ovvia. "Grazie professoressa." 

Mi concentro sugli esercizi che la prof sta scrivendo alla lavagna e cerco di non far caso agli sguardi degli altri ragazzi. Occhi che mi scrutano curiosi e maliziosi, mai avvertiti prima d'ora. Hanno sempre avuto particolari riguardi per le ragazze popolari della scuola, io sono sempre stata considerata la secchiona che non sarà mai abbastanza per loro. Eppure è bastato ritrovarmi con i capelli sciolti per attirare la loro attenzione, come se qualcosa in me fosse cambiato. In realtà penso che i ragazzi della mia classe siano soltanto un branco di arrapati che sbavano dietro la prima ragazza carina che vedono.
Mi trovano carina? Dopo quattro anni si sono accorti che esisto?

Bah, meglio tardi che mai direbbe mia nonna. Io invece dico "che vadano tutti al diavolo", delle attenzioni seppur minime non cambieranno le cose, il giudizio che ho di loro e viceversa. Sono sicura che quando ritornerò alla coda, smetteranno di osservarmi con occhi famelici. 

Dopo tre ore passate cercando di passare inosservata, finalmente arriva la pausa pranzo. Corro in bagno a sistemarmi i capelli e dentro ci trovo la responsabile di tutto ciò, la ragazza bionda della prima ora.

"Ti stanno bene così, perchè persisti a tenerli legati?" mi interrompe.

"Non sono affari tuoi.." mi fermo non conoscendo il nome della ragazza.

Un fidanzato per finta Where stories live. Discover now