Capitolo 11

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Clayton's pov

Da ieri sera non faccio altro che pensare al suo viso, al suo ignorarmi quando è venuta a chiedere il sale. Mai nessuna ragazza ha avuto un comportamento simile con me, di solito sono io ad ignorare loro. Lei però è diversa dalle altre, così timida a volte e aggressiva altre.
Non capirò mai in pieno cosa le passi per la testa.
Chiederle di passare del tempo insieme mi è sembrata la soluzione migliore per riavvicinarci. Dopo il week-end che abbiamo passato in campagna, ci siamo distaccati e ho paura che i miei genitori possano sospettare qualcosa.
Stronzate. Vuoi passare del tempo con lei perché ti piace.
Ma anche no, una ragazza come lei non potrà mai piacermi. Come ho già detto prima, è diversa da quelle che frequento di solito.
Tu frequenti troie succhia soldi. Non ragazze con la r maiuscola.
Ha perfino accettato senza battere ciglio o sbraitare, non me l'aspettavo.
Non che le altre volte abbia protestato...

Sono seduto in questa sedia da non so quanto tempo, il coach non fa altro che sgridarci perché non stiamo rendendo bene e giochiamo da schifo. Come se lui non fosse il responsabile, lui decide gli schemi e chi deve stare in panchina quindi non credo sia nella posizione di ribattere.
Certo noi stiamo facendo leggermente pena ma non siamo motivati, se ogni volta che sbagliamo veniamo assaliti a parole come potrebbe venirci la voglia di giocare?

"Coach non crede di star esagerando?" dice uno di noi.

"Già coach, deve motivarci non distruggerci." stavolta sono io a parlare. Sono il capitano e spetta a me difendere i mie compagni, anche dal coach se necessario.

"Smettetela, piuttosto metteteci impegno." Con un gesto della mano ci indica di entrare negli spogliatoi.
Sbuffiamo all'unisono ed eseguiamo l'ordine. Sono stufo di questa situazione, i miei compagni di squadra sono stanchi e ciò si riflette nel loro modo di giocare. Stanchi di essere insultati proprio come me.
L'unica cosa che mi dà carica è il pensiero di me e Sammy per un'intera giornata insieme. I mie genitori non saranno in casa perciò sarò libero di fare quello che voglio.
Nei limiti bello, Sammy ti potrebbe castrare.
Lo so, non sono poi così sprovveduto.
Con l'immagine del suo viso in testa, mi butto sotto il getto d'acqua per rilassare i muscoli.

****

Sammy's pov

Due ore, solo due ore mi separano da Clayton.
Stamattina non sono andata a scuola perché mia madre ha deciso di prendersi un giorno libero e trascinarmi in giro per New York.
Un'esperienza orribile, per quanto ami mia madre quando si tratta di shopping diventa una maniaca ossessiva. Non riesco a starle dietro e in più mi carica di buste pesanti.

Sono davanti all'armadio da non so quanto tempo, non riesco a scegliere l'outfit adatto. Se mi vesto troppo elegante potrebbe pensare che mi interessa invece troppo sportiva potrebbe sembrare che mi infastidisca.
Ti interessa anche se indossi un sacco di patate.
Non è vero, mi sta antipatico...
Alla fine opto per un paio di jeans e una maglietta a mezza manica. Niente di troppo eccessivo.
Non mi trucco e raccolgo i capelli in una coda alta.
Stai cercando in tutti i modi di sembrare un cesso?
Si nota tanto?
Noooo ma dai. Comunque se può consolarti tu sei sempre un cesso.
Che coscienza gentile e affettuosa che ho.
Per te questo e altro *manda un bacio volante*.

Busso alla porta e vengo accolta in casa da un Clayton sorridente.
Si è forse drogato?

"Ciao Sammy, vieni entra pure."

Faccio un sorriso di circostanza ed entro in casa. Stranamente non c'è nessuno, neanche Fiona che sbuca da una stanza.
"Siamo soli se te lo stai chiedendo." risponde alla mia domanda mentale.

Un fidanzato per finta Where stories live. Discover now