Capitolo 42

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Chiudo la porta con delicatezza, anche se vorrei sbatterla fino a farla staccare dai cardini.
Il mio umore è a terra, le lacrime scorrono ininterrottamente sul mio viso e la rabbia ribolle dentro di me.
Come cazzo ha potuto scrivere quelle cose a Riley, dopo tutto quello che mi ha fatto.
Mentalmente mi ripeto il messaggio che ho letto e lacrime scendono più copiose.
Ignoro la "verità" che menzionava, di qualsiasi cosa si tratti non potrà mai essere peggio di un tradimento.

Mi butto sul letto a peso morto e chiudo gli occhi con la speranza di dimenticare, anche solo per qualche ora, ciò che ho scoperto.
Non faccio neanche in tempo a girarmi perché una voce mi richiama dalla finestra.

Eccolo, lo stronzo.

Faccio finta di niente e aspetto che se ne vada.
La voce continua a chiamarmi, il mio cellulare vibra e la voglia di lanciargli un mobile dalla finestra è tanta.
Non può venire qui e supplicare dalla finestra, deve andare in un campo minato e saltarci sopra.

Passano dieci minuti, nei quali la voce ha smesso man mano di esistere.
Quando sto per rilassarmi completamente, un rumore mi fa spaventare.
Intravedo una sagoma dalla finestra e, in un attimo, me lo ritrovo dentro la stanza.

La prossima volta ti ricorderai di chiudere la cazzo di finestra!

"Vai via." Non lo voglio qui, deve scomparire.

"No, prima devi ascoltare cosa ho da dirti." si avvicina al letto ed io, di riflesso, indietreggio.

"No, ho già letto abbastanza. Vai da Riley visto che ti manca tanto."

Un'espressione di sollievo prende il sopravvento sul suo viso, il bastardo è perfino sollevato da ciò che gli detto. Assurdo, davvero ma davvero assurdo.

"Cos'è, non vedi l'ora di andare da lei? La tua espressione dice tutto." Sussulta alle mie parole e scuote la testa.

"Non provo nulla per lei e non ti ho tradito. Le ho scritto quel messaggio perché...siamo amici. Da tanto tempo..." la voce indecisa, tremante.

Lo osservo fare il giro del letto e posizionarsi davanti a me.
Questa volta non mi sposto, voglio sapere cosa vuol dire "amici da tanto".

"Spiegami perché non sto capendo nulla." lo incito a parlare.

Clayton si siede sul letto, ovviamente ad una certa distanza da me, e inizia a raccontare. " Io e Riley siamo amici da tantissimi anni, eravamo piccoli quando ci siamo conosciuti la prima volta. A scuola abbiamo sempre mantenuto le distanze ma non nella vita privata." fa una pausa mentre la mia bocca inizia a spalancarsi per la rivelazione. " Te l'ho tenuto nascosto perché so quanto la odi e non volevo rovinare la nostra storia, con un'amicizia che non c'entra nulla. Io ti amo, Sammy, non ti ho tradito e se pensi questo, allora guardami negli occhi e vedrai la verità."

Cattura i miei occhi con i suoi e una scintilla gli attraversa le iridi. Sento di potermi fidare, però c'è una parte di me che ha bisogno di sapere ancora una cosa.
"Perché hai cambiato il suo nome in Ronald e mi hai mentito dicendo che era tuo cugino?"

"Per questo." indica la distanza tra di noi. "Avevo paura della tua reazione, ti avevo promesso di non rivederla più e non ho mantenuto la parola. Mi dispiace."

Già... l'aveva promesso.
Non che tu sia stata tanto più brava e buona.. o mi sbaglio?

"Ho visto Fred." confesso.
Tanto vale essere sinceri l'uno con l'altro, le bugie sono causa di dolore. Sempre.

"Okay." si limita a dire. " Non sono nella posizione di giudicare, quindi non mi arrabbierò con te per questo."

Annuisco, nel petto un peso in meno. 
Clayton fa per avvicinarsi e poggiare una mano sulla mia coscia ma lo fermo subito.
"No, un passo alla volta. Ti credo ma ho bisogno di tempo per assimilare il tutto."

Un fidanzato per finta Where stories live. Discover now