Capitolo 26

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Oggi è un giorno di scuola, ma la voglia di affrontarlo sembra non presentarsi nemmeno alla chiamata. Credo che neanche tutti i santi del paradiso riuscirebbero a compiere questo miracolo. Contro voglia, mi alzo dal letto e mi infilo le prime cose che trovo nell'armadio. La testa è altrove e non ho voglia di perdere tempo a pensare all'abbigliamento. Dato che Nicole è ancora in ospedale, decido di affrontare il tragitto da sola, senza scomodare Cristian. Senza esitazione, prendo lo zaino e esco, sbattendo la porta di casa.

Durante il percorso, la mente è occupata dai ricordi della telefonata di Axel. Le sue parole mi hanno sconvolta e la paura cresce dentro di me. Cosa vorrà ancora da me? Penso che finché non farà la prossima mossa, non lo scoprirò mai. Spero solo che non abbia in mente qualcosa di orribile.

Immersa nei miei pensieri, arrivo a scuola senza rendermene conto, realizzando la mia posizione solo dieci minuti dopo. Varco il grosso cancello in metallo e cerco di mettere ordine nelle mie idee. Decido di lasciare ogni pensiero negativo fuori dai cancelli scolastici e di concentrarmi il più possibile sulle lezioni.

Mentre cammino sento una mano stringermi la spalla destra, al contatto con quella presa mi blocco, le gambe iniziano a cedere come fossero fatte di burro e inizio a tremare come una foglia, è come se il tocco delle persone ora mi mettesse terrore, mi sale l'ansia e inizio a sudare freddo.

<Mirea! Cara non mordo mica, divertiti con Cristian finché puoi.>

Mi volto verso la voce alle mie spalle e a due centimetri dal mio viso, trovo la faccia di Caren che mi fissa, sinceramente non ho voglia di litigare, voglio solo stare tranquilla non chiedo molto.

Sento salire l'adrenalina e per qualche assurda ragione afferro la mano di Caren che si trova ancora sulla mia spalla e gliela tolgo con rabbia, non deve osare nemmeno toccarmi, in questo momento ogni essere umano sulla faccia della terra mi fa schifo, compresa lei.

< Sei più ridicola del solito, ma guardati, fai ridere. >

Le dico con tono fiero, mi sento realizzata, finalmente qualcosa mi ha fatta sorridere dopo giorni di buio completo.

Noto che Caren è diventata rossa in viso, credo di averla fatta arrabbiare.

Faccio qualche passo indietro, ma senza distogliere lo sguardo da lei, non si sa mai che le venga la malsana idea di attaccarmi alle spalle, conoscendo quando può essere vendicativa e quanto gioca sporco non mi stupirei di un tale gesto.

Vengo salvata dal suono della campanella, che con i suoi cinque squilli annuncia la fine della ricreazione e Caren è costretta a tornarsene in classe a testa bassa, devo aspettarmi di tutto, me la farà pagare in ogni modo possibile ed inimmaginabile.

Appena arrivo in classe tutti gli occhi sono puntati su di me,m la paladina della giustizia che ha eroicamente screditato Caren nei corridoi della scuola e come se non bastasse con una platea di gente che ci osservava, mi faccio largo tra i banchi e tra le faccine dei miei compagni che mi fissano increduli, increduli che io abbia avuto il coraggio di fare un gesto simile, di sfidare la regina della scuola, ma ero stanca del suo carattere orrendo.

Mi siedo al mio banco e tiro su il cappuccio della felpa, ma  prima che io possa appoggiare il capo sul banco, dalla porta entra Crysten con aria spocchiosa, non l'ho mai vista così, stendo a credere sia lei.

Inevitabilmente i nostri sguardi si incrociano e non appena cerco di voltare lo sguardo, con la coda dell'occhio la vedo venire verso di me come una furia e appena è abbastanza vicina, mi arriva uno schiaffo in pieno viso.

Mi tocco istintivamente la guancia che mi pulsa e la sento dolorante, alzo lo sguardo e la vedo lì, che mi fissa e non dice una parola, mi sento giudicata sotto il suo sguardo, ma non capisco questo gesto, io e lei siamo sempre state in buoni rapporti.

Shatter MeWhere stories live. Discover now