Capitolo 15

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Oggi vedrò Cristian, ha promesso di venirmi a trovare e mentre aspetto il suo arrivo, mi getto sul divano del soggiorno concedendomi un film. 

Amo i film specialmente quelli dell'horror, ma non riesco quasi mai a vederne uno da sola o non riesco a finirlo perché mi sale l'ansia e la maggior parte della volte mi sale una fifa incredibile.

Cerco in ogni modo possibile di distrarre la mente dall'unico pensiero che mi tormenta, la notte dell'incidente al locale, ma non ottengo nessun risultato, la mia mente continua a viaggiare per la sua strada incontrollata, senza prestare la minima attenzione al film che continua ad essere riprodotto sullo schermo della televisione. 

Mentre viaggio con i pensieri, vengo risvegliata dal mio stato di trance dal campanello che suona assordante rimbombando nella stanza.  

Appena le mie orecchie avvertono il suo del campanello mi viene istintivo sobbalzare per lo spavento il rumore è talmente forte che la testa inizia a farmi male.

Da quanto ho battuto la testa ogni rumore, anche quello più piccolo è diventato insopportabile, spero con tutta me stessa che questa condizione sparisca molto velocemente perché è frustrante, non riesco più neanche ad ascoltare la musica che mi scoppia l'emicrania. 

Mi alzo dal divano dirigendomi verso la porta della mia abitazione.

La prima cosa che vedo quando apro la porta sono un mazzo di rose gialle e dietro quest'ultime il viso raggiante di Cristian. 

Rimango per qualche secondo imbambolata a fissare quel magnifico mazzo di fiori, poi con un rapido gesto me lo porge. 

Sento le guance farsi calde, mi sono emozionata e non riesco a smettere di sorridere, mi porto istintivamente una mano alla bocca per coprire cercare di coprire il sorriso spontaneo che è apparso sulle mie labbra.

Porto al naso il mazzo di rose per poterne sentire l'aroma che inevitabilmente mi ricorda mamma.

Lei amava le rose, specialmente quelle gialle, era il suo colore preferito e prima che morisse il giardino ne era invaso completamente. 

Passava interi pomeriggi immersa in quei profumi tantoché quando rientrava in casa profumava di rosa anche lei .

Sembrava una bambina dato che rientrava completamente ricoperta di terra, a volte era talmente sporca che aveva la terra nei capelli e pensare che la terra che tanto amava ora le faceva da coperta.

Continuo ad ammirare quei fiori e sento una lacrima percorrere il mio viso fino ad arrivare a bagnarmi le labbra rendendole salate.

Fisso Cristian che per tutto il tempo non mi ha ma tolto gli occhi di dosso, si accorge che ho gli occhi lucidi e che qualche lacrima ha bagnato il mio viso così mi accarezza delicatamente una guancia e asciugo le poche gocce rimaste sul mio viso.

< Non devi piangere bambola, sei così bella che le lacrime ti rovinano. >

Gli sorrido timidamente per poi farlo accomodare in casa.

Prendo un vaso, lo riempio d'acqua e ci appoggio dentro le rose, stando ben attenta a non rovinarle, dato che questi tipi di fiori sono molto delicati, insegnamenti di mamma.

Vado verso di lui che con uno scatto rapito mi solleva e mi prende in braccio, avvolgo le gambe attorno alla sua vita e lo bacio, un bacio che dura a mio avviso un'eternità e assicuro che neanche l'eternità mi basterebbe per far capire a questo ragazzo quanto lo amo.

Ci dirigiamo verso il divano e mi poggia delicatamente all'indietro, mi sento una bambola di porcellana con lui, continua a baciarmi e mi accarezza la testa sempre con estrema delicatezza dato i punti che purtroppo ho ancora.

< Sei bellissima. >

< Bugiardo. >

Sorrido.

< Nessuna bugia. > 

Lo bacio nuovamente, non gli resisto. 

Senza accorgermene sono sopra di lui. 

Mi appoggia una mano sulla schiena e mi accarezza, sento i brividi lungo tutta la spina dorsale, ma stavolta la prima mossa la voglio fare io, così, mi stacco e gli sfilo la maglia, lui replica il mio gesto e  rimango in reggiseno, non mi vergogno di nulla con lui. 

Riprendiamo il bacio, mi mette le mani ai fianchi e mi gira, solo che, sbilanciandomi sbatto la testa contro il cuscino che, anche se morbido, mi provoca dolore alla testa e sono costretta a fermare tutto.

< Ehi, amore è tutto okei? >

 Amore? Mi ha chiamata amore, ho aspettato troppo questo momento, pensavo non arrivasse mai.

< Si tranquillo, solo che mi sono girata male, mi fa male la testa adesso. >

< Dai tranquilla, c'è tempo, nessuna fretta, facciamo una cosa, cioccolata calda, film e coperte, che ne dici?. >

Un sorriso a trentadue denti mi spunta sul viso e annuisco ripetutamente, cosa c'è di meglio che le coccole con annessa cioccolata calda? Nulla.

Mentre sorseggiamo la nostra bevanda calda parliamo del più e del meno, quando sto bene quando sto con lui, mi sento completa, ma soprattutto mi sento me stessa, lui ha il potere di farmi accettare per quella che sono.

Senza neanche accorgermene mi addormo sul suo petto, sono veramente stanca e se devo essere sincera sono ancora sconvolta per tutto quello che è successo. 

Shatter MeWhere stories live. Discover now