Capitolo 23

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MIREA

È ormai notte fonda, ma sia io, sia Cristian non ci siamo mossi dalla sala d'aspetto dell'ospedale, siamo agitati a causa di Nicole che ancora non si è svegliata, anche i dottori sono preoccupati, ha perso il bambino ed è stata operata d'urgenza, credo non potesse andare peggio di così.

Sono esausta, mi sono addormentata su queste sedie fredde e scomode ormai non so più quante volte e la cosa non ha aiutato anzi, ha solo peggiorato il mio sonno e la mia stanchezza.

Anche se mi sento senza forze, non posso e non voglio lasciare sola Nicole, che razza di amica sarei se la abbandonassi proprio ora che ha bisogno di me più che mai, voglio sappia che sono qui con lei, che non la lascerò solo ad affrontare tutto questo, lei per me c'è stata nei momenti più bui, ora tocca a me farle riscoprire la luce.

Nel corridoio c'è un gran via vai d'infermiere e dottori, ma nessuno si ferma per darci notizie sulla nostra amica, siamo qua ormai da ore e ammetto che la speranza dentro di me si sta affievolendo sempre di più, ho veramente paura per la sua vita, non so più che pensare, se essere positiva e magari illudermi a qualche bella notizia o disperarmi al peggio, ma essere pronta per un'eventualità tragedia, sinceramente nessuna delle due idee mi consola o mi rassicura, vorrei solo aver la soluzione a portata di mano per aiutare la mia amica che ora si trova su di un triste letto d'ospedale, vorrei poterla aiutare, fare qualcosa, invece sono inutile.

Cristian cerca di starmi vicino, di farmi forza, ma sento che anche lui è sconvolto tanto quanto me, devo essere forte per entrambi e non farmi vedere debole ai suoi occhi, non ora che anche lui ha bisogno di qualcuno che gli stia accanto, non posso essere anch'io una preoccupazione per lui quando Nicole è la nostra priorità. 

L'ansia che sento si sta trasformando in vera e propria disperazione, credo che se non riceverò notizie a breve avrò un esaurimento nervoso o peggio un attacco isterico.

Le forze stanno lentamente lasciando il mio corpo e il sonno sta vincendo su ogni cosa che mi sta tenendo vigile, ma devo farmi forza, se dovessi cedere ora non me lo perdonerei mai, devo essere pronta ad ogni cosa, non devo dormire, avrò tempo per farlo, ma non è questo il momento.

Le cose positive di questa situazione snervante si contano sulla punta delle dita e una di queste è il fatto di aver fatto accettare al mio stomaco una barretta energetica e un succo di frutta alla pesca, mi hanno dato energia all'inizio, ma ora mi sento letteralmente morire, non ce la faccio più, voglio che questa situazione finisca, ora.

Cristian fa tutto di tutto per tenermi attiva e per farmi sentire tranquilla, io apprezzo ogni minimo gesto che ha nei miei confronti, ma purtroppo e non per colpa sua, servono a ben poco.

Sento il suo corpo a contatto col mio, mi stringe forte a sé e mi accarezza con molto delicatezza i capelli, tra le sue braccia mi sento a casa e posso assicurare che quando ci si sente a casa tra le braccia di qualcuno vuol dire che è la persona giusta, quella persona che  darebbe la vita per te, che ti ama incondizionatamente qualunque cosa accada, che mai si stancherà di te, non ti deluderà mai, ma cosa più importante non ti abbandonerà mai, sarà sempre con te. 

< Amore vuoi andare a casa per riposare? Sarai stremata, sto io qua e ti chiamo appena ho notizie. >

Scatto sulla sedia e lo guardo incredula, davvero mi ha chiesto una cosa simile?

< No, non la lascio sola, lei non lo farebbe mai. >

< Non stai bene Mirea, si vede che sei a pezzi. >

Non dico altro e mi appoggio sulla sua spalla, ha ragione, sono a pezzi, ma non posso andarmene di qua senza sapere che sta bene, che si è svegliata.

Sono le ormai le cinque del mattino, siamo qua ormai da sette ore filate e ancora nessuna notizia.

Cristian è crollato sulla sedia e sinceramente non so come faccia a dormire così tranquillo sapendo che la nostra amica sia in quelle condizione e poi queste sedie son scomode, spaccano la schiena.

Io non sono riuscita a dormire molto, non perché mi manchi il sonno, tutt'altro, ma perché speravo in qualche notizia.

Finalmente, dopo che anche l'ultima briciala di speranza stava per lasciare il mio corpo, vedo un dottore venire verso di noi e istintivamente mi alzo di scatto innescando l'adrenalina che inizia a pomparmi attraverso le vene, mi sento quasi rinata dopo questa piccola botta di energia che quando finirà mi devasterà.

Guardo il dottore avvicinarsi sempre di più a me, mi piazzo in mezzo al corridoio bloccandogli il passaggio e lo imploro di darmi qualche notizia sulla mia migliore amica, mi va bene anche solo sapere che sta bene.

< Stia tranquilla signorina. La sua amica ora è vigile e cosciente, può ricevere una vista, ma per poco, deve riposare e riprendere le forze. >

Il dottore non fa in tempo ad aggiunge altro che scoppio a piangere ed inizio a correre come una disperata verso la stanza di Nicole e appena ci arrivo davanti la apro con violenza tanto da farla cigolare, non sto più nella pelle.

Entro dentro una piccola stanza completamente bianca, la luce del lampadario fa risaltare ancora di più il muro che guardato risulta quasi accecante, mi avvicino al letto facendo attenzione a non fare rumore, non voglio svegliarla, dorme tranquilla.

Sarà sfinita dopo tutto quello che ha passato e a sapere che adesso dovrò dirle del suo bambino mi si gela il sangue, sicuramente i medici non le avranno detto nulla dato che ha sempre dormito, credo sia meglio che sia io a darle la notizia.

Noto che sulla destra del suo letto, si trova una sedia appoggiata al muro, mi avvicino e cerco di sollevarla con molta delicatezza, la posiziono affianco al suo letto e mi siedo accanto a lei appoggiando la testa sul suo braccio.

Piano piano sento gli occhi farsi sempre più pesanti, sto lottando per stare sveglia, ma il sonno vince la battaglia e mi addormento accoccolata al suo braccio che nonostante profuma di zucchero filato.

Sento una mano che mi accarezza la testa con molta delicatezza e la cosa mi rilassa, apro lentamente gli occhi e la luce fioca che filtra dalla finestra mi dà un leggero bruciore agli occhi, sento la testa pesante, come se ci fosse un mattone al suo interno.

Mi sento completamente spaesata e confusa, se faccio dei micro movimenti col corpo sento dei dolori lancinanti che mi tolgono il respiro, ho il corpo completamente indolenzito.

Cerco di sedermi sulla sedia per riuscire a guardare meglio Nicole, notando una cicatrice sul lato sinistro del collo, credo sia dovuta all'incidente che abbiamo avuto.

La vedo stropicciarsi gli occhi, la luce le da fastidio, così mi alzo lentamente dalla sedia stando attenta a non cadere per via del giramento di testa, tiro la tenda e la luce che c'era prima nella stanza scompare.

< Non sono ancora riuscita a vedere un medico. Dimmi, come sta il mio bambino? >

Mentre cerco di sistemare la tenda sento questa domanda a brucia pelo, speravo me l'avrebbe fatto dopo, quando fossi stata pronta, ora come ora non so cosa dirle, non so come affrontare il discorso.

Mi volto verso di lei quasi a rallentatore non riuscendola neanche a guardare in faccia, lei passa da sdraiata a seduta nel giro di due secondi e io con la coda dell' occhio noto la preoccupazione nei suoi occhi quasi come se si aspettasse che devo darle delle cattive notizie.

< Nicole, non voglio girarci troppo attorno, non so come affrontare l'argomento quindi te lo dirò e basta, a causa delle complicazioni dovute all'intervento hai perso il bambino. >

Nicole mi guarda e la sua faccia non fa trasparire nessuna emozione, l'unica cosa che le esce dalla bocca è un urlo che mi fa rabbrividire, si sente tutto il dolore che ha dentro.

Mi fiondo subito su di lei cercando di calmarla, cerco di abbracciarla, ma lei mi spinge via facendomi cadere a terra continuando ad urlare e piangere come fosse l'unica cosa che le riesce meglio.

Mentre sono in preda al panico non sapendo che fare, sento la porta alle mie spalle aprirsi di scatto rivelando delle infermiere con in mano una siringa, afferrano Nicole, una delle due la tiene ferma e l'altra le inietta il liquido in corpo, mentre lei continua a dimenarsi, poco dopo il calmante fa effetto e si addormenta, non l'ho mai vista così, era sconvolta e io lo sono con lei.

Shatter MeWhere stories live. Discover now