12. Il diario degli errori - Parte I

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"Almeno tu rimani fuori

dal mio diario degli errori

da tutte le mie contraddizioni

da tutti i torti e le ragioni

dalle paure che convivono con me

dalle parole di un discorso inutile

almeno tu rimani fuori

dal mio diario degli errori

Ho giocato con il fuoco

e qualcuna l'ho anche vinta

ma ci è mancato poco

mi giocassi anche la vita"

Il diario degli errori – Michele Bravi  


Il giorno dopo Marco si sentiva uno straccio. Aveva passato la notte in bianco, a pensare e a ripensare a quel bacio. Aveva ancora il dolce sapore delle labbra di Aurora sulle sue. Sentiva ancora la sensazione inebriante della lingua che accarezzava la sua. Era stato un bacio atteso, prima dolce e poi appassionato. E non poteva essersi sbagliato così tanto. Sapeva che anche lei lo aveva voluto, tanto quanto lui. Era quella sicurezza che rendeva ancora più incomprensibile quello che era successo dopo.

In mente continuavano a ronzargli le domande e le ipotesi più disparate. Forse si era pentita perché si erano baciati troppo presto. O forse non le era piaciuto il bacio. O ancora peggio, forse aveva un ragazzo, al paese d'origine.

Il suo cervello aveva continuato ad elaborare teorie tutta la notte. E una volta arrivata la mattina, il risultato era che si sentiva più stanco e confuso della sera precedente. E in più doveva andare a lezione, nonostante non ne avesse alcuna voglia.

Una parte di lui non vedeva l'ora di uscire di casa e di prendere il pullman, nella speranza di incontrarla per poterle chiedere spiegazioni. L'altra parte di sé, invece, voleva solo tornare a nascondersi sotto le coperte, e non pensare più a niente.

Quando quella mattina prese il pullman e non la trovò, non ne fu stupito. Immaginava che lei avrebbe cercato di evitarlo. Ma era così frustrante non sapere e non poterle parlare.

Quella sera, per sfogarsi, andò in palestra. Una volta arrivato, indossò pantaloncini, canotta, i suoi guantoni blu, e si diresse verso il sacco su cui si allenava abitualmente. Picchiò il sacco per due ore, picchiò duro, fino a quando non fu così esausto da non riuscire a sollevare il braccio neanche per asciugarsi il sudore dalla fronte.

Tornato a casa, trovò il padre già a letto, mentre la luce che filtrava da sotto la porta della camera di Alessandro gli suggerì che lui era ancora sveglio. Così bussò, e dopo aver ricevuto l'assenso, entrò.

«Ehi Ale, come andiamo?» chiese, per controllare che fosse tutto a posto.

«Ehi Marco. Qui tutto bene, sono riuscito a far mangiare a papà un mezzo piatto di maccheroni. È stato un traguardo, visto come stanno andando le cose ultimamente. E tu? Che fine hai fatto?»

«Ero in palestra. Avevo bisogno di sfogarmi» disse Marco con lo sguardo basso.

Alessandro lo fissò per alcuni secondi. «È per quella ragazza, non è vero? Aurora?»

BROKEN - Il passato tra noiWhere stories live. Discover now