9. Hero

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"Would you dance if I asked you to dance?

Or would you run and never look back?

Would you cry if you saw me crying?

And would you save my soul tonight?"

Hero - Enrique Iglesias



Era lunedì mattina. Aurora era in piedi nell'autobus affollato. Appena salita si era guardata intorno, nella speranza di vedere lui.
Quando il venerdì mattina si era congedato da lei, Marco le aveva detto che si sarebbero rivisti lunedì sul pullman. 

Ed era lunedì, ma di Marco non c'era traccia. 

Pensò che magari aveva avuto un imprevisto, o forse aveva semplicemente fatto tardi e perso quel pullman. E mentre continuava a guardarsi attorno, nella speranza di cogliere lo scintillio dei suoi profondi occhi verdi, Aurora sentì la delusione invaderle il petto. Non se ne era resa conto prima di allora, ma le era mancato durante quel fine settimana. Sapeva così poco di lui, eppure le mancavano i suoi occhi, quel sorriso così riservato... Le mancava poterlo ascoltare mentre parlava di filosofia, perché quando lo faceva il suo volto si illuminava, come se lo pervadesse un fuoco che gli imporporava la punta delle orecchie. 

Avevano trascorso insieme solo poche ore, eppure quando si erano seduti in quel bar, a chiacchierare, aveva provato una strana sensazione, come un déjà vu. Si era sentita a suo agio, come se fossero destinati a stare lì, insieme, in quel posto, in quell'esatto momento.

Aurora non aveva mai creduto nel destino. Meno che mai dopo quella maledetta notte di un anno prima. Ma in quei pochi giorni trascorsi a Firenze aveva avuto la sensazione che l'universo le stesse mandando un messaggio, un silenzioso invito a guardare avanti, a ricominciare a vivere. E il messaggio aveva attraversato il vuoto e l'atmosfera per giungere a lei attraverso quei meravigliosi occhi verdi. 

Era assolutamente ignara di come le cose si sarebbero evolute. Non sapeva se l'avrebbe rivisto ancora, se ci sarebbe stata un'altra occasione di parlargli, ma una piccola parte di sé non desiderava altro che incontrarlo di nuovo. Aveva bisogno di conoscere il ragazzo dai capelli biondo-castani con quegli occhi così simili a quelli di lui. Agli occhi di Leonardo.

Erano mesi che non pronunciava il suo nome. Anche solo ripeterlo nel silenzio della sua mente le scatenava una valanga di ricordi, come mille aghi che le si conficcavano nel cranio.

Ma il dolore fu interrotto dal suono della campanella che indicava il capolinea. Così Aurora scese dall'autobus, diede un'ultima occhiata ai passeggeri che affollavano il marciapiede e si diresse in facoltà.

Quel pomeriggio Aurora aveva la sua prima lezione di laboratorio nel nuovo dipartimento. Era seduta sui gradini dell'ingresso, a sbocconcellare un panino che le aveva preparato suo padre prima che lei uscisse. Ma non aveva particolarmente fame. Continuava a pensare alle lezioni, a Falco e alla discussione con i genitori della settimana prima, e poi a Marco. Al perché non era sul pullman quella mattina.

«Ehi, che fai? Mangi qui tutta sola? Non ti ho mai vista da queste parti, sei nuova?»

Aurora trasalì nel sentire una voce sconosciuta alla sua destra. Voltando la testa vide le gambe di una ragazza. Era in piedi sulle scale, accanto a lei. Sollevò lo sguardo per poterla guardare in volto. Era di media statura, carnagione chiara puntellata di tante piccole lentiggini sulle gote e sul naso, occhi color dell'ambra in perfetta armonia con la massa di ricci rossi che le incorniciava il viso. Le stava sorridendo, in attesa di una sua risposta. Così Aurora si alzò e le sorrise di rimando.

BROKEN - Il passato tra noiWhere stories live. Discover now