Capitolo 13

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Evan ed Emma mi lasciano lì all'entrata per andare a prendersi da bere. Odio quando mi lasciano da sola ma ormai c'ho fatto l'abitudine.

Mi guardo un po' intorno e sulle scale noto una figura conosciuta. Lo vedo di spalle con un giubbotto di pelle e jeans neri mentre sale le scale. La curiosità di vedere dove sta andando è fortissima. Mi guardo ancora intorno per vedere se Emma o mio fratello sono di ritorno ma niente. Decido di seguirlo contro le mille vocine nella mia testa che mi dicono di non farlo e che me ne pentirò. Odio quando sono così dannatamente curiosa.

Inizio a salire le scale e mi ritrovo in un corridoio affollato. In lontananza lo vedo svoltare a destra e prendere un altro corridoio. Lo seguo. Entra in una stanza e per mia fortuna la porta è socchiusa. Non dovrei sbirciare ma... ormai sono qui.

Inizio a guardare all'interno appoggiando la spalla al muro. Riesco a sentire benissimo le voci all'interno perché la musica, stranamente qui non arriva.

Alcuni tizi si salutano con una pacca sulla spalla. Luke è in piedi davanti a tre ragazzi seduti su un divanetto. Uno di loro riesco a vederlo perfettamente: ha i capelli castani molto corti, un paio di piercing sul viso, uno sul naso e uno al sopracciglio, ha alcune collanine d'oro al collo e una maglietta nera larga a maniche corte.

Non posso credere a quello che sto vedendo. Luke inizia a frugare nella tasca del giubbotto e consegna un paio di bustine con una polverina bianca all'interno ad uno dei tre ragazzi che non riesco a vedere.

«Questa è l'ultima consegna che vi faccio. Consideratemi fuori da tutta questa merda» appena Luke finisce la frase il ragazzo dai capelli castani si alza di colpo e si posiziona davanti a lui. È più basso di Luke ma intimorisce lo stesso.

«Ehi stronzetto, la conosci benissimo la regola: una volta dentro non puoi più uscirne. Devo raccontare al mondo intero il motivo per cui ti sei unito a noi, per caso? Non ti farebbe tanto piacere, quindi basta storie e domani ti aspettiamo a casa mia con la solita dose»
E con un sorrisetto torna a sedersi al suo posto.

«Non me ne frega un cazzo Nick, dillo pure al mondo intero ma almeno non dovrò più vedere le vostre facce di merda»

A questo punto non sono più in grado di continuare ad ascoltare questa conversazione. Con passo veloce me ne vado da lì. Scendo le scale ed è come se non sentissi o vedessi niente. Quello che ho visto è stato come un colpo allo stomaco. Luke è immischiato in una cosa terribile.

Cerco il telefono nella borsa per chiamare Evan ma finisco contro qualcuno. Alzo lo sguardo e incontro due occhi verdi: è Nate, il ragazzo della mia classe di anatomia. Ha i capelli biondi spostati da un lato e i suoi occhi luccicano. Di lui so veramente poco, ma per quello che ho sentito è davvero un bravo ragazzo. Ha il massimo dei voti in tutte le materie e suo padre è uno degli avvocati più importanti in circolazione.

«Ciao Allison, non sapevo ci fossi anche tu stasera» si affretta a dire «Ti andrebbe di ballare un po'?» mi chiede con un sorriso.

Sembra quasi non fare caso al fatto che poco fa gli sono finita contro. Nonostante questo accetto il suo invito, ho bisogno di distrarmi un po'.

Gli metto le braccia al collo con un po' di esitazione e ci lasciamo andare a ritmo di musica.

Luke's Pov

Esco dalla stanza sbattendo la porta. Nick è uno stronzo. Io ho chiuso con lui e i suoi amichetti. Mi sono stufato di essere il loro schiavetto.

Scendo le scale e mi dirigo in sala per prendere qualcosa da bere. Appena entro la scena che vedo mi fa rabbrividire. Allison che balla appiccicata al biondino della classe di anatomia. Le sussurra qualcosa all'orecchio e lei sfoggia uno dei suoi sorrisi migliori. La rabbia che mi sale è fortissima.

Non mi interessa quanto potrò sembrare patetico ma non ho intenzione di lasciarli lì così. Quello non mi piace per niente. Con passo veloce vado verso di loro e prendo Allison per il braccio. Lei inizia a gridarmi di lasciarla e cerca di opporsi ma inutilmente. Ho più forza di lei e la trascino fuori come se niente fosse. Nate ci segue.

«Ehi ma che cazzo fai? Lasciala andare!» mi grida troppo educatamente quello sfigato.

«Torna dentro e lasciami in pace altrimenti ti faccio a pezzi» lo incenerisco con lo sguardo.

«Allison, ti chiamo domani va bene?» dice rivolto verso di lei. Lei annuisce e lo saluta con un sorriso gentile, troppo per i miei gusti.

Si gira verso di me e il suo sguardo si indurisce.
«Come ti permetti? Si può sapere cosa diavolo ti prende? Torna dai tuoi amici drogati» mi grida gesticolando.

«Cosa hai detto?» le chiedo non credendo alle mie orecchie, le afferro i polsi, stringo la mascella e la guardo nei suoi occhi impauriti.

«N-niente» balbetta sussurrando.

«Sali in macchina, dobbiamo parlare» le dico avviandomi verso la mia macchina con il rumore dei suoi tacchi dietro di me.

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ALLISON ADAMS

ALLISON ADAMS

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LUKE COLLINS

 NATE MORRISON

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NATE MORRISON

 NATE MORRISON

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