Capitolo 9

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Dopo la lezione di danza chiedo a Luke di portarmi al lago. Ho bisogno di un po' di pace e quello è il posto perfetto.

Arriviamo e ci sediamo sulla stessa panchina dell'altra sera. A gambe incrociate, chiudo gli occhi e lascio che il vento mi accarezzi la pelle e il suono della cascata mi riempi le orecchie.

Vengo riportata alla realtà solo dal suono della sua voce profonda: «Perché mi hai chiesto di venire qui?» mi chiede in un sussurro.

«Avevo bisogno di trovare un po' di tranquillità e questo è stato il primo posto che mi ha fatta sentire a mio agio» gli rispondo con gli occhi ancora chiusi.

«Perché non eri tranquilla?» lo sento avvicinarsi a me, ma io faccio finta di niente nonostante sia veramente difficile. Sento le farfalle nello stomaco.

Apro gli occhi e me lo ritrovo a dieci centimetri dal viso. Il mio cuore accelera e i miei occhi si fissano nei suoi che sembrano un pozzo senza fondo. La debole luce della sera ci illumina, le sue pupille sono dilatate e la mascella tesa come al solito.

Senza neanche pensarci esprimo tutto ciò che penso: «Perché per quanto io ami ballare, le lezioni di danza sono una vera e propria tortura, sono stufa di tutto questo. Sai cosa significa sentirsi soli in mezzo a tutta quella gente? Sentirsi giudicati per ogni cosa che fai? Sentirsi sempre messi in disparte? Sentirsi sempre quella sbagliata tra tutti?  Non credo» dico con una risata amara. E riprendo: «Tu sei quello senza paure, con un sacco di amici, quello che tutte le ragazze vogliono, quello che fa sempre di testa sua, che non si preoccupa  minimamente del giudizio degli altri. Perciò non sforzarti a capirmi perché non ci riusciresti, anzi sono sicura che non ci proveresti neanche per quanto sei egocentrico»

Non so perché gli ho gridato tutto questo ma avevo bisogno di sfogarmi.
Si alza di scatto e si mette davanti a me con le braccia ai lati del mio corpo, appoggiate allo schienale della panchina. Il suo viso è infuriato, lo sguardo cattivo e i lineamenti tesi. Fa paura.

«Che cazzo di problemi hai, si può sapere? Quella egocentrica in realtà sei tu, pensi solo a te stessa facendo girare tutto intorno al tuo mondo. Cresci un po' e impara che non sei l'unica su questa terra ad avere dei problemi!» mi grida in faccia.

Sento gli occhi bruciare e so che le lacrime usciranno di lì a poco. Non posso rimanere qui ancora. Mi alzo, lo guardo dritto negli occhi per  qualche secondo e inizio a correre via, via da quel ragazzo che mi sta facendo impazzire.

Perché si ostina a cercarmi? Perché a momenti sembra gentile e in altri è uno stronzo? Perché ha iniziato a considerarmi quando nessuno si accorge mai di me? Perché ha voluto mostrarmi uno dei suoi posti preferiti? Perché ha voluto a tutti i costi rimanere alla lezione di danza? Perché?!

Ma il vero problema è ciò che mi fa sentire, è qualcosa di indescrivibile. Vicino a lui mi sento come se non mi mancasse più niente, eppure lo odio talmente tanto che vicino non lo vorrei mai. Il suo sguardo mi fa sentire a casa, è qualcosa da cui non vorresti mai andartene. È come se facesse parte di me, ma in realtà di me non sa proprio niente.

Luke's Pov

La vedo correre via con le lacrime agli occhi. Ho fatto una cazzata. La rabbia dentro di me sale talmente tanto che vorrei spaccare tutto. Tiro un pugno all'asse della panchina dove eravamo seduti poco fa, l'asse si rompe e sulle nocche si creano un'infinità di tagli. Il sangue comincia ad uscire dalle ferite ma non me ne importa. Ora non provo dolore, solo rabbia.

Odio come quella ragazza mi fa sentire. Tutto è più difficile con lei. Alle altre basta un sorriso e cascano ai tuoi piedi oppure cercano di attirare l'attenzione mettendosi in mostra come animali da circo. Lei no, cazzo. È così semplice. Semplicemente sé stessa. Da quel giorno in mensa ho capito che lei era diversa e non riesco più a starle lontano. È come una calamita. Eppure fino a qualche mese fa non l'avrei minimamente considerata.

Non avrei dovuto dirle quelle parole. Sono solo uno stronzo. Ho capito benissimo il modo in cui si sentiva e avrei dovuto consolarla, invece cos'ho fatto? Le ho gridato in faccia parole di merda che neanche penso realmente.
Sono così abituato a litigare con le persone che non sono riuscito a pensare prima di parlare.

Tiro fuori il telefono. Due messaggi di Nick e altre sue 20 chiamate.

"Che cazzo hai da fare di così importante??"

"Sei un coglione, se domani non ti presenti ti faccio pentire di essere nato e tutti verranno a conoscenza del tuo piccolo segreto, tu sai cosa ti conviene fare.. A domani stronzo"

Quello non scherza, domani mi presenterò a tutti i costi.

Apro il rullino delle foto e vedo quella che ho scattato per ultima. Non mi pento affatto di aver dato buca a quel coglione di Nick. Apro la foto e inizio a guardarla.

Lei, in una di quelle pose da ballerina, è bellissima. Lo sguardo pieno di paure e preoccupazioni che la stanno distruggendo. Sono un idiota. Non dovevo lasciarla andare così. Non devo. Inizio a correre. Da lei.

🌹🌹🌹

ALLISON ADAMS

LUKE COLLINS

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