Capitolo 1

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"Allison, oggi non ci sono a scuola, sto male. Spero tu sopravviva in quella giungla senza di me"

Leggo il messaggio di Emma mentre mi spazzolo i lunghi capelli scuri. Odio quando non viene a scuola, è la mia unica amica. La nostra scuola può essere effettivamente descritta come una giungla in cui è difficile uscirne vivi, soprattutto se si è soli come me.

Odio camminare da sola per quei corridoi pieni di ragazzi idioti e troppo pompati o ragazze che ti squadrano dalla testa ai piedi come se loro fossero meglio di te. Odio soprattutto, sentir bisbigliare mentre i loro occhi mi fissano.

Mi preoccupo sempre troppo di cosa pensa la gente, mia madre me lo ripete sempre ma è più forte di me. Cerco sempre di dare una buona impressione: mai essere troppo eccessiva. Eppure odio sentirmi costretta a pensare all'idea che le persone hanno di me.

Nonostante tutto io e Emma siamo inseparabili, ci conosciamo da quando eravamo piccole. Lei è l'unica che riesce a capirmi e senza di lei mi sento persa. Sa tutto di me e forse mi conosce meglio di quanto mi conosca io. Con lei mi sento sempre me stessa, non ho bisogno di pensare due volte a quello che sto per dire o fare. Mi apprezza semplicemente per ciò che sono.

Scendo le scale, prendo lo zaino e saluto mia madre con un bacio sulla guancia. Mi augura una buona giornata con la sua solita dolcezza e mi incammino verso scuola. Ovviamente mio fratello Evan non si è degnato di darmi un passaggio in macchina. Evan e io siamo completamente diversi: lui è uno dei più popolari della scuola e anche giocatore di football, io semplicemente una ragazza che nessuno considera.

Dopo le prime ore di lezione passate ad ascoltare i professori e a prendere appunti il meglio possibile, mi avvio verso la mensa.

Potrà sembrare strano ma mi piace andare a scuola. Mi piace studiare. Tutti i ragazzi della mia età la trovano una cosa noiosa, io no. La scuola e la danza sono le mie uniche distrazioni, senza cosa mai potrei fare durante la giornata? Studio e ballo. Semplice. Niente feste, niente ragazzi e nessun problema. Semplice no?

Molti definirebbero la mia vita troppo monotona o noiosa ma che ne sanno loro di me? Io mi accontento di questo, non ho bisogno di uscire con una ventina di persone e definirle mie amiche se poi di me sanno a malapena il nome.

Guardo i vassoi e vedo che oggi nel menù ci sono pollo e patate, essendo vegetariana prendo solo le patate e un po' d'acqua. Qualcuno capirà mai l'esistenza di persone che la carne non la vuole mangiare? Essendo questa una scuola, dovrebbero cercare di accontentare il meglio possibile i gusti di tutti i loro studenti. Non mangio carne da ormai anni, la linea è importante nel mondo della danza e io voglio farne parte.

Prendo il mio vassoio e mi dirigo verso il solito tavolo, quello in cui ci sediamo sempre io e Emma, che si trova un po' in disparte. Rimango di sasso quando vedo che oggi è occupato.

Ci sono i giocatori di football che vedendomi lì impalata davanti a loro, iniziano a mormorare e a ridere tra di loro. Odiosi, compreso mio fratello. Mi volto con il viso in fiamme e mi siedo ad un altro tavolo in fondo alla stanza. Emma ti uccido.

Inizio a mangiare a testa bassa, mi vergogno da morire. Sento la sedia davanti alla mia muoversi. Quando alzo gli occhi, mi ritrovo faccia a faccia con lui: Luke Collins, il ragazzo più bello e popolare di tutta la scuola, occhi neri e i capelli dello stesso colore, tenebroso, prepotente, molto introverso, talmente tanto che si dice che nemmeno i suoi migliori amici lo conoscono davvero. Dicono anche che cambi ragazza ogni sera. Ma davvero ci sono ragazze che si fanno portare a letto da uno qualunque solo per una sera e la mattina dopo si svegliano come se niente fosse? Non si sentono in colpa? Mi viene da vomitare.

Era seduto al mio tavolo con gli altri giocatori e ora non credo sia qui per un semplice saluto. Infatti si siede davanti a me, consapevole degli sguardi di tutta la mensa ma soprattutto quelli dei suoi amici e dice:

«Ehi, scusa se ti abbiamo occupato il tavolo» indica gli altri giocatori «ma devi sapere, anzi dovresti già sapere, che gli sfigati come te non possono fare ciò che vogliono, non in questa scuola almeno»

E con un sorriso beffardo mi guarda dritta negli occhi, con quell'aria di sfida che scatena in me una rabbia incontenibile. Ma che diavolo vuole?

Senza neanche pensarci mi alzo di scatto, sento tutti gli occhi dei presenti che da lui si spostano su di me. In questo momento però non mi importa, prendo il bicchiere d'acqua e con un gesto veloce gliela lancio in faccia. Cerca di asciugarsi il viso con le mani.
Non riesco a pensare, riesco solo a gridargli:

«Ma come ti permetti? Qui dentro lo sfigato sei solo tu, coglione»

Oh no. Cosa mi passa per la testa. Lui è Luke Collins, Allison! Fermati!

Si alza con un gesto meccanico facendo cadere la sedia, oltrepassa il tavolo e con una forza indescrivibile mi spinge contro il muro. Non riesco a muovermi, mi sento soffocare. Guardo i suoi occhi neri che mi fissano con una rabbia e con una ferocia mai vista prima. Una forza maggiore mi impedisce di distogliere lo sguardo. È come una calamita. Il mio corpo formicola. Sento il suo fiato caldo sul viso. Mi stringe talmente tanto forte i polsi che probabilmente avrà creato dei lividi.

Lo sento dire qualcosa ma non capisco, ho la mente annebbiata, riesco a vedere solo due occhi neri, nient'altro.

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ALLISON ADAMS

ALLISON ADAMS

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LUKE COLLINS

LUKE COLLINS

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Solo Per TeWhere stories live. Discover now