Reprimendo un moto di stizza, Adam si protende verso la finestra quasi schiacciando il viso contro il vetro freddo.

Blue continua a dondolarsi lentamente, persa nella sua metamorfosi, nelle profondità di se stessa. Kevan si ferma proprio di fronte a lei, il petto nudo e coperto di tatuaggi, il capo chino, la schiena dritta e colpita dal tramonto dorato. Sovrasta la ragazza e si piega su di lei oscurando il Sole infuocato.

La fata non fa che osservare, osservare in silenzio. Blue non fiata, ma si ferma. Che cosa vuole? Si chiede Adam attendendo ansiosamente.

Kevan prende le funi che collegano il sedile dell'altalena al tronco verticale dell'altalena, chinandosi fino a raggiungere il volto di lei, nascosto da una cortina di capelli dai riflessi ramati. Non parla ancora: guarda e basta. Poi si inginocchia. Potrebbe sembrare una mossa che gli toglie eleganza, che gli toglie dignità, invece, Adam nota con stupore e fastidio che sembra un comportamento onorevole, giusto e cavalleresco. La fata esita ancora. Le sue mani scivolano lungo le corde consunte congiungendosi con quelle di lei, stringendole tra le sue quasi a rassicurarla. Il vento soffia tra i capelli di Blue e scopre un volto senza emozioni, fermo. Tutto ciò che rimane di lei sono gli occhi.

Le mani di Kevan lasciano le sue per rimanere sospese in aria, nello spazio vibrante tra loro, poi si posano sul viso di lei e cominciano ad accarezzarne ogni particolare, ogni segno, curva, incavo. Le dita sfiorano le sue labbra. Percorrono la curva del collo e si fermano al petto.

Qualcosa cambia.

Le dita di Kevan si stringono in pugni esitanti e, alla fine, il ragazzo fa per allontanarsi, per alzarsi e andarsene. Blue afferra la fata per i capelli e la costringe ad inginocchiarsi nuovamente ai suoi piedi, guardandolo con quegli occhi neri come l'inchiostro, profondi e irosi, il volto digrignato in un'espressione furibonda. Ancora non parlano, ma, in fondo, le parole sono superflue in un momento dove bastano gli sguardi per capirsi. Momenti come questo. La ragazza artiglia la chioma blu anche con l'altra mano e stringe violentemente le ciocche finché Kevan non sporge il mento in avanti, mostrando i denti bianchi in un basso ringhio. I Blocchi cominciano a muoversi, a strisciare sottopelle per poi riemergere dolorosamente.

Adam si passa la punta della lingua sui denti mentre il suo respiro accelera incontrollabile. Si aggrappa con forza al telaio legnoso della finestra e continua a osservare in silenzio.

Una delle punture dei Blocchi fa sanguinare il labbro di Kevan e la ragazza non esita a leccare la ferita e poi a baciare la fata impetuosamente, quasi volesse aggredirla e divorarla, le dita ancora strette tra i suoi capelli. Non c'è nessun amore in questo bacio, nessun rispetto, solo rabbia e odio.

Blue si allontana di scatto e schiaffeggia Kevan, lasciando un segno scarlatto sulla sua pelle.

Il ragazzo si aggrappa al terreno con entrambe le mani, il viso chino, le labbra socchiuse in un'espressione di stupore. Adam corruga la fronte, terrorizzato e affascinato dalla scena. Il tramonto alle loro spalle sfuma lentamente in colori freddi, cupi azzurri e viola, sporadici rosa e un Sole che sembra si stia spegnendo definitivamente, per il resto dei suoi giorni.

Kevan solleva gli occhi e guarda Blue attraverso le ciocche di capelli. Pare una bestia ingabbiata che, infastidita, stia per scaraventarsi sulle sbarre; i muscoli sono tesi, i tatuaggi agitati, il corpo pronto a scattare.

Blue gli sibila contro e fa per attaccarlo di nuovo ma Kevan la ferma, bloccandola a terra e schiacciandola con il peso del suo corpo; le preme una mano contro la bocca per impedirle di urlare ma lei gliela morde con forza. Spazientito, lui le morsica il naso e, per ripicca, Blue gli sputa in faccia. Kevan non ci fa molto caso e le blocca la testa a terra, tra il fogliame secco e l'erba umida. La presa del ragazzo è salda e muoversi causa a Blue solo dolore, quindi, ansimante di rabbia decide di sopportare stoicamente la presenza della fata, il corpo percorso da spasmi nervosi. Adam è sorpreso dal fatto che potrebbe porre fine alla situazione semplicemente urlando... eppure, non lo fa. Non chiama aiuto e lui non capisce il perché. La ragazza tiene le labbra arricciate in un basso e costante ringhio, ma nient'altro.

Enchanted ||VINCITRICE WATTYS2017||Where stories live. Discover now