34 ¤KEVAN¤

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La buona notizia è che sono passati solo due giorni dal momento in cui ho perso conoscenza, la cattiva notizia è che la pelle mi brucia ancora per colpa dei Blocchi.
La pessima notizia, invece, è che in poche ore ne sono successe di cotte e di crude.

Evito lo specchio in corridoio e mi siedo accanto a Gerard in cucina, il quale mi sorride e sfoglia il giornale. Il mondo potrebbe anche andare in malora, ma Gerard Jones non morirebbe mai senza prima aver letto il giornale e bevuto un po' di caffè. Cassie deve essere già uscita, ma ha lasciato la colazione pronta sul tavolo. Non ho fame.

-Spero che Nereus non sia sotto il tavolo.- L'uomo mi guarda da sopra il bordo della tazza bianca, trangugiando il liquido scuro. Io muovo le gambe sotto il tavolo, poi, capendo che sto calciando l'aria, mi fermo e scuoto la testa. -Non c'è.

-Meglio così. E tu?

-Io cosa?

-Come stai? Insomma, sei rimasto incosciente per due giorni...

Annuisco, osservando il riflesso di luce sul tavolo in legno. -Sto bene, grazie.

-Hai dormito un bel po'.- Gerard riprende a leggere il giornale, ma poi sospira e lo posa. -Come sta Blue?

Corrugo la fronte, guardandolo confuso. -Perché me lo chiedi?

-Perché ultimamente il lavoro mi ha portato via un sacco di tempo e... non sono riuscito a stare con la mia famiglia quanto volevo. So che è stupido e dovrei sostenere Blue, in questo momento, ma... insomma, non è colpa mia, ragazzo.

-Non ho mai detto lo fosse.

-Tu e Nereus passate molto più tempo con le mie bellissime Jones, dunque... dimmi, stanno bene?

-Non posso dirti che stanno bene, Gerard...- comincio, un po' tentennante. Lui annuisce ed abbassa lo sguardo. -Però sono donne forti, le più forti che io abbia mai visto dopo Nisa. Quindi direi... direi che se la cavano. Sono fate e le fate trovano sempre un modo per uscire dai guai, non importa quanto sia alta la posta in gioco o... quanto possa fare male.- Riprendo a guardare il riflesso sul tavolo. Improvvisamente, mi torna alla mente il ricordo di come Blue guardava Hector alla festa degli umani. Lo aveva guardato come una persona guarda un vecchio, bellissimo ricordo. Come se volesse catapultarsi in quel ricordo e riviverlo, riviverlo, riviverlo. Né io né nessun altro, a parte quel tipo, potremmo accontentarla, ma è scomparso nel nulla. -Se la cavano, Gerard- ripeto, stringendo le labbra ed incrociando le braccia al petto.

-Buongiorno- fa una voce dalla soglia della cucina. Alzo lo sguardo e Blue mi sorride, esitante. Muto la mia espressione solo per stringere ancora di più i denti.

-Buongiorno, tesoro!- esclama Gerard, sorridendole dolcemente. Blue ricambia il sorriso e gli stampa un bacio sulla guancia. -Lavori tantissimo, questi giorni.

-Mi dispiace, troverò un modo per stare con voi. A quanto pare, mi sto perdendo un sacco di cose!- l'uomo si alza, da una rapida occhiata all'ora e sbuffa. -Devo andare, adesso.- Si infila nella giacca, mi fa l'occhiolino a mo' di saluto, da un bacio sulla fronte di Blue ed esce.
La porta sbatte.
Silenzio.
Osservo Blue mentre prende del succo d'arancia dal tavolo e se lo versa in un bicchiere. Mentre beve cerca di non fissarmi, cosa che le riesce piuttosto male. -Come stai?- chiede infine.

-Benone. Notizie di Hector?- replico in modo più brusco di quanto voglia. Abbasso lo sguardo ed impreco silenziosamente.

-No, nulla. Immagino sarai felice.

-Di cosa?

-Della sua scomparsa. Lo odiavi.

-Ok, non mi viene esattamente da piangere per la sua sparizione, però non sono neanche felice.

Enchanted ||VINCITRICE WATTYS2017||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora