1 ¤BLUE¤

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Fisso la lucida e pallida ceramica del piatto che ho di fronte: il bordo ondulato e colorato di blu, i delicati disegni floreali... accarezzo con lo sguardo le curve graziose dei petali, chiedendomi quanta fatica serva per produrre una simile opera d'arte. Molta più di quanta ne serva per distruggerne un'altra, suppongo.

-Blue.- Papà si piega leggermente verso di me e mi assale lo strano timore che la cravatta possa finirgli nella zuppa. Solo dopo una veloce analisi mi accorgo che ancora non la indossa. -Cosa pensi dell'arrivo di Kevan?- mi guarda con occhi luccicanti di emozione ed affetto. Mio padre ha sempre avuto un sorriso contagioso, di quelli che non si può fare a meno di contraccambiare, tuttavia questa volta mi limito a guardarlo solo per un istante. Distolgo lo sguardo, puntandolo sul punto di vialetto che scorgo alle sue spalle. Fra qualche ora verrà calpestato da uno sconosciuto che abiterà come un parassita in casa nostra, finché troverà un posto migliore e volerà via senza troppe cerimonie. Non mi fido di questa persona, di questo ragazzo, non lo conosco e non mi va che veda la nostra dimora, che tocchi le nostre cose, che si senta a suo agio in un posto che non gli appartiene. Sono gelosa dei miei spazi e questa persona, questo Kevan, non è compreso nel pacchetto.

-Blue?- fa di nuovo mio padre, la voce un po' esitante. Vorrebbe gli dica che è giusto, che per me va bene, che in quattro staremo meglio e che già adoro Kevan... ma non è così, non mi sta bene e non intendo dargliela vinta, non adesso...
Faccio spallucce e tengo lo sguardo basso. Sento papà sospirare e ritornare a mangiare, poi i tacchi della mamma percorrere la sala da pranzo e muoversi frenetici per sistemare la stanza già in ordine. Il fatto che abbia spostato la lampada da un angolo all'altro della sala mi urta il sistema nervoso: il suo posto lo abbiamo scelto io e lei mesi fa, insieme... già facciamo poche cose in compagnia l'una dell'altra, ora solo per fare colpo su uno sconosciuto sembra non ragioni più come mia madre, ma come 'signora Jones', la padrona della casa, la moglie migliore del mondo, la perfetta americana.

-Lasciala perdere, Gerard,- dice mentre fa avanti e indietro tra la cucina, il salone e la sala da pranzo. -le abbiamo già spiegato la delicata situazione di Kevan.- Si ferma a qualche metro dalla mia sedia, scrutando l'ambiente con occhio critico. Infatti una loro cara amica è morta e i miei hanno voluto appiopparsi la responsabilità di suo figlio... o cose simili. -È una soluzione temporanea, poi Kevan è un bravo ragazzo.

Quanto vorrei crederci. Ho questo presentimento che mi dice tutt'altro. Mi alzo e faccio per andarmene in camera, ma la mamma mi preme la sua mano delicata sulla spalla, costringendomi a girarmi. I capelli castani e lucenti le scendono ad onde sul petto e gli occhi color liquirizia mi guardano apprensivi. Naso all'insù, labbra carnose piegate in un sorriso accennato e un po' finto. Dicono che siamo due gocce d'acqua nell'aspetto fisico, ma io non ci credo. Non credo di avere l'aspetto quasi fatato di mia madre, non posso essere così attraente. -Lo so che per te è difficile, ma almeno provaci. Accoglilo come si deve, Blue. Sai della sua tragica storia, non dovrebbe essere una cosa difficile essere gentili con lui, in fondo.- Mi lascia la spalla. Rimango a guardarla per qualche secondo, poi sogghigno e mi allontano dalla sala da pranzo a passo di marcia. Raggiungo la mia camera e mi sbatto la porta alle spalle, poi metto la musica a tutto volume.

Se anche Kevan fosse arrivato non l'avrei sentito.

Enchanted ||VINCITRICE WATTYS2017||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora