19 ¤KEVAN¤

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È una mattina parecchio tesa. Cassie non ha dato a Gerard il bacio del buongiorno, Gerard è particolarmente perso nei suoi pensieri, con il giornale perennemente in mano, e Nereus sembra un po' troppo euforico.
Neanche l'ultima volta che ha bucato le ruote ad uno di quei grossi mezzi di trasporto, credo si chiamino 'camion', era così eccitato.
Blue non è ancora uscita dalla sua stanza.

Poggio i gomiti sul tavolo di legno, che traballa un po' però regge il peso. Cassie, con le tazze di caffè vuote in mano, si blocca e mi fulmina con lo sguardo. Mi allontano lentamente, incrociando le braccia e cercando di toccare meno cose possibili. Maledetto Nereus. Lo fulmino a mia volta con lo sguardo e lui sospira, incrociando le braccia come me.

-Oggi è stato trovato il corpo di Joe.- ci informa Gerard mentre posa il giornale. Il suo tono è lapidario, non l'ho mai visto così giù di morale. -Era nel suo autobus,- si blocca, il suo è un mormorio, -gli hanno spezzato il collo.

-Una fata- commentiamo io, Nereus e Cassie all'unisono. Quest'ultima si siede su una sedia, ci separa solo il barcollante ed intoccabile tavolo. Cassie sembra così piccola e pallida che, temendo si frantumi in piccoli pezzi, ho paura perfino di guardarla. Nereus rimane in piedi accanto a lei, che si chiude ancora di più in sé stessa. -È terribile- dice, ma non si capisce se si riferisca alla morte dell'umano o alla strana situazione che stiamo vivendo. Guardo ancora il mio fratello di sangue, il quale si mette in bocca una punta dei capelli verdi e la mastica debolmente, rendendola liscia con la saliva. Le dita dell'altra mano si posano sulla spalla di Cassie e la stringono. -Perché la cosa vi turba? Tutti muoiono, specialmente gli umani.- Mio fratello fa spallucce e per un attimo la sua mano si sposta sul collo della donna, stringendolo lievemente. Un segno di possessione. Cassie sussulta e si alza di scatto, facendo spaventare Gerard che intanto ha nuovamente ripreso a leggere il giornale. -Cara, va tutto bene?- chiede. Lei si affretta a mormorare un 'sì' mentre comincia a lavare i piatti di ieri sera. Gerard allora annuisce e si alza. -Bene, il dovere chiama. Devo andare, cara.- Abbraccia Cassie e le da un affettuoso bacio sulla fronte, a cui lei risponde sorridendo debolmente. -Buon lavoro- mormora.

Quando supera Nereus, questi gli sorride raggiante e Gerard gli scompiglia i capelli, scrollando poi la mano perché una formica gli si sta infilando nella manica della camicia. -Se non avrete ancora sistemato questo casino, più tardi vi aiuto, va bene?- Si ferma un attimo a guardare la rampa di scale, aspettandosi la comparsa di Blue, ma alla fine scuote la testa e se ne va. Cassie riprende a lavare i piatti.
Rivolgo una lunga occhiata a Nereus, il quale, sorridendo, riprende a mordicchiarsi la punta di prima come se niente fosse.

-Kevan, potresti andare a chiamare Blue, per favore?- chiede Cassie con un filo di voce. Io guardo Nereus e lui mi fissa di rimando, intimandomi silenziosamente di andare. -E fai con calma- aggiunge.

Li guardo per un altro po', prima di sospirare, alzarmi e salire le scale. I loro non sono affari miei, a meno che Nereus non voglia mettermi ufficialmente al corrente dei fatti.

Busso alla porta di Blue. Lei si affaccia. La guardo negli occhi e non so perché la sua presenza mi intimidisce, mi fa sentire vulnerabile. -Cosa?- sbotta. Il trucco nero le evidenzia gli occhi ed indossa la divisa scolastica, ma in un modo più... caotico: cravatta allentata, calze di due colori diversi e camicia fuori dalla gonna. I suoi capelli sono un caos ordinato.

-Vai a quella tua scuola?

Lei mi fissa truce, poi si gira, prende la borsa e fa per scendere le scale. -Non rompermi l'anima, Kevan.

Kevan, dammi tempo, sento la voce di Nereus dalla cucina. Il suo è meno di un sussurro, parole mimate con la bocca, ma io posso sentirlo lo stesso grazie al legame. Non voglio che Blue scenda in cucina, così, con uno scatto veloce, mi paro di fronte alla ragazza. -E se uscissimo dalla finestra?- proposi. -Se vuoi poi ti accompagno anche, in quel posto inutile.- Abbiamo coperto gli strappi sul divano e ci siamo inventati una scusa per la finestra... la finestra.

Quel biondino sa la vera storia della finestra!

-Ok, niente scuola.- La fermo ancora, perché sta ignorando la mia proposta. -Ti metto un Blocco.

Lei si ferma, di colpo attenta. Nisa mi ha detto che anche io ho fatto così prima che mi fosse messo il primo Blocco: ero affascinato ed inpaziente, quasi più di quanto lo fossi quando rapivo i bambini e torturavo la gente. Blue è come una piccola fata inesperta, la piccola fata che ero. -Sul serio?- domanda, gli occhi neri spalancati. Mi guardo impaziente alle spalle, dopodiché sospiro ed annuisco. -Sì, sul serio.- Un Blocco non le farà certo male. Credo.
Blue mi si avvicina e sento di nuovo una piacevole elettricità percorrermi il corpo. -Allora, cosa devo fare? Cosa...

Sento un gemito di Nereus e, prima che Blue possa domandarsi qualcosa, la spingo in camera sua chiudendomi la porta alle spalle. Lei mi rivolge uno sguardo confuso. -Ok...- dice, -cosa serve per mettere un Blocco?

-Magia- sussurro, poi mi guardo intorno. Non ho mai visto la sua stanza. Pezzi di carta con sopra immagini di persone truccatissime attirano il mio sguardo, leggo 'Black Veil Brides', 'Slipknot', 'Marilyn Manson'... -Fata- dico indicandolo col mento.

-Chi, Marilyn?- domanda Blue affiancandomisi e guardando con me l'uomo.

-Sì. Non senti l'energia dei suoi occhi?- Sorrido alla sua espressione confusa. -Occhi verdi. È una fata intelligente, pensa solo con la sua testa e segue i suoi ideali anche se il mondo gli va contro. Ama l'arte, ama crearla, guardarla, viverla. Il suo lato negativo è che non guarda le conseguenze delle proprie azioni pur di perseguire il suo ideale. Lui canta? Alle fate piace la musica, molte di loro si sono mimetizzate perfettamente nel mondo dello spettacolo...

-Sì, canta- Blue si siede sul letto, osservandomi attenta. Non so perché lo stia facendo, ma essere ammirato un po' non mi da fastidio.

-Posso sentire qualcosa?

Blue annuisce, quindi prende quella cosa fantastica di nome telefono, pigia qualcosa e la musica riempie la stanza. Sì, è decisamente una fata. -Scommetto anche che è il tuo artista preferito- sorrido, mentre la voce di questo tipo e la sua musica mi fanno venire i brividi. -Scommetto che hai sempre voglia di ballare, quando lo ascolti. Beh, fallo- replico quando lei annuisce. Quando uso i miei doni, la musica a cui penso è simile a questa: questa voce particolare, questi acuti, questi bassi, queste strane frequenze, il ritmo...

Neanche mi accorgo che mi sto già muovendo. Spero che Blue mi stia guardando, spero impari... spero mi segua.

Enchanted ||VINCITRICE WATTYS2017||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora