24 ¤BLUE¤

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Improvvisamente mi ricordo di tutto: di Kevan che entra nella mia stanza, di lui che guarda i poster, di noi che balliamo e del dolore atroce. E poi del buio, del sonno senza sogni. E adesso cerco di guardare il mio primo Blocco, una piccola e lucente pallina argentata posta alla base della mia schiena, esattamente al centro. Lo guardo con un misto di terrore ed agitazione, perché non lo voglio più, quel Blocco. Temo sarebbe d'intralcio ai miei piani, temo mi corregga come una madre oppressiva ogni volta che faccio qualcosa di sbagliato. Mi sono accorta, nel momento stesso in cui sono venuta a conoscenza della sua esistenza, che non avrei avuto più alcun libero arbitrio.
Più o meno. -È la fine- mormoro al riflesso nello specchio.

-Oh, Blue: tu e i tuoi pensieri apocalittici- sbuffa la mamma, credo l'unica madre felice in tutta Ancestor's Hill che la figlia abbia un piercing magico. -È per il tuo bene! E poi è solo un piccolo Blocco, non ti impedirà di fare ciò che vuoi.

-E allora a che serve?

-Serve a punzecchiarti se fai qualcosa di moralmente ingiusto, mettiamola così.- Annuisce. Beh, teoricamente quello che farò stasera non sarà moralmente ingiusto, quindi...
Eccolo, il primo pizzico del Blocco. Proprio lì alla base della schiena, come una piccola puntura di spillo. Stringo le labbra e cerco di ignorarlo finché il dolore non si allevia. -E si possono togliere?

-Oh, beh, sì, ma potrebbe causare gravi effetti collaterali, quindi è meglio non provarci. Cosa ti metti per stasera?

Mi giro verso l'armadio, pensando che quei pantaloncini neri che non metto mai non stonerebbero per niente con un paio di calze strappate ed una delle camicie a quadri taglia XXL di papà. -Perché lo vuoi sapere?- chiedo sospettosa alla mamma. -E comunque, quali effetti collaterali?

-Perché sei mia figlia e voglio sapere come vai vestita alle feste- risponde alla prima domanda e si appoggia alla tastiera del letto, giocherellando con un bottone della sua camicia preferita. In momenti come questi sembra più un'amica curiosa che una madre e la cosa non mi dispiace: ultimamente questi sporadici atteggiamenti amichevoli sono scomparsi dalla nostra quotidianità. Il fatto che siano ricomparsi mi fa pensare che anche tutto il resto tornerà come prima. Poi però mi ricordo che sono per metà una fata e tutti questi pensieri vanno felicemente a puttane. -Paralisi o morte.

-Eh?- Smetto di fissare le mie gambe troppo magre e guardo la mamma. Lei si sistema una ciocca di capelli scuri come i miei dietro l'orecchio, un gesto che fa anche quando ha i capelli perfetti. -Paralisi o morte, gli effetti di una Rimozione. Perché lo chiedi, Blue?- Mi sorride in modo malizioso. -Volevi provare a strappartelo via?

-Assolutamente no!

-Bugiarda come il padre!- scoppia a ridere.

-Non è vero- borbotto poco convinta. Mi arriva un cuscino in testa. Supero velocemente lo shock e glielo rilancio, colpendola su una spalla. Lei ridacchia e si sdraia sul mio letto, stringendosi il cuscino al petto. Ha i capelli tutti in faccia, ma invece di sistemarseli comincia a soffiarseli via, disordinandoli ancora di più. -Quindi? Cosa metti?- riprova.

-Qualcosa mi inventerò...- mormoro, dirigendomi all'armadio per cercare i pantaloncini. -Voglio mettere in chiaro, una volta per tutte, che non ho intenzione di far parte del gruppo di Dorothy un minuto di più.

La mamma smette di soffiare, sedendosi e sistemandosi lentamente i capelli con le mani. -Perché? Mi hai detto che ti trovi a tuo agio con loro...

È vero, l'avevo detto, e forse ne ero anche convinta in quel momento... ma non mi sono mai sentita bene con quelle ragazze, con loro non ho mai provato quella complicità e quell'affetto che si prova solo tra amici. Non è mai successo e dopo questa serata non succederà mai. Non sto dicendo che loro sono troppo stronze o superficiali o insensibili, anche se lo sono davvero (ma è un altro discorso, quello)... sto dicendo che non sono ciò che cerco e che, se continuerò a frequentarle, non sarò mai felice abbastanza. Sono stufa di divertirmi a modo loro, con i loro piccoli furti al centro commerciale e i pigiama party e la musica di merda che mi obbligano ad ascoltare. Voglio divertirmi a modo mio, fare le cose a modo mio, senza l'ansia costante di fare la cosa sbagliata. Voglio potermi pentire di aver fatto qualcosa di sbagliato senza l'influsso di qualcun altro (o la sua punizione) e voglio sentirmi soddisfatta senza dover per forza ringraziare qualcuno al di fuori di me stessa. Questa sera avrei chiuso un capitolo breve ma importante della mia vita e l'avrei chiuso divertendomi, con o senza Blocco. Ora che lo ho mi sta proprio sul cazzo, davvero, non riesco a capire perché prima lo volessi... ok, probabilmente perché ero spaventata da quello che avrei potuto fare, ma è passato del tempo e non ho ancora ucciso nessuno, no? Pizzichi o no, questo Blocco vuole intralciare il mio libero arbitrio e la cosa mi innervosisce e non poco. -Sì, mamma, mi piacevano... ma mi sono stancata.- Scelgo accuratamente le parole da usare, non voglio che la mamma sospetti nulla e neanche che si preoccupi troppo: ho tutto sotto controllo. -Cerco qualcos'altro, vorrei parlare con altra gente, fare altre cose...

Enchanted ||VINCITRICE WATTYS2017||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora