39 ¤BLUE¤

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-Spero si troverà bene qui, signorina.- Amélie mi sorride roboticamente, dopodiché si chiude la porta alle spalle. Io mi guardo intorno. Questa camera da letto è grande come la mia e quella dei miei genitori messe insieme!
Provo una fitta di dolore al loro pensiero, ma decido di ignorarlo e continuo a guardarmi intorno. Le pareti sono di un bianco quasi accecante, il letto è grande e con coperte di seta rosa, mentre la grossa finestra è resa invisibile da un pesante tendaggio color pesca. Contro la parete di fronte al letto vi è appoggiato un grosso armadio vuoto, nel quale infilo il borsone pieno di vestiti. Non mi va di appenderli, preferisco tenerli là dentro. C'è un tavolino ed una morbida moquette bianca copre tutto il pavimento.
Ora che sono qui non so più che fare, così mi siedo sul bordo del letto e mi stringo le braccia al petto, cercando di fermare l'ondata di lacrime che sta per travolgermi. Non posso credere che tutto quello che mi ha raccontato Georgiana sia vero. In pratica mia madre, conoscendo mio padre, si è innamorata follemente e ha abbandonato con disonore la Caccia Selvaggia, la quale, in cambio della sua libertà, ha preteso la mia. L'Arlecchino, o il Wotan... insomma, il capo della Caccia non ha detto il momento in cui mi avrebbe rivendicata come sua, ha solo giurato che l'avrebbe fatto. La mamma ha fatto di tutto per tenermi lontana dalla Caccia Selvaggia, evitando di parlarmene e facendo in modo che non ne sapessi nulla, ma facendo così mi ha anche impedito di imparare come difendermi, mi ha nascosto l'esistenza del Valhalla, questo... questo mondo parallelo dove vivono le fate e dove lei è nata e cresciuta. Non mi ha mai parlato della sua vita lì, ma l'ha fatto Georgiana e sono rimasta sconvolta da... da tutto. Probabilmente Hector si trova nel Valhalla, adesso. La mamma non mi permetterebbe mai di raggiungerlo o comunque di trovare un modo per farlo, ma Georgiana lo farà. Le sono così tremendamente... grata.

Qualcuno bussa alla porta. -Avanti- mormoro, asciugandomi le lacrime dagli occhi e cominciando a togliermi gli anfibi.

-Quasi speravo di trovarti nuda- dice Adam, entrando e chiudendosi la porta alle spalle. Indossa dei vecchi pantaloni neri della tuta ed una canottiera del medesimo colore. All'orecchio porta sempre la croce rovesciata ed in mano ha una bottiglia di vino.

-Non sono nuda,- mi tolgo il primo anfibio, -mi dispiace.

-Sei perdonata.

-Però se vuoi puoi toccarmi i piedi. Ti concedo quello.

-Sono molte cose, Jones, ma non un feticista.- Si appoggia all'armadio e beve un sorso dalla bottiglia. Io ridacchio e mi tolgo l'altro anfibio, sospirando dal sollievo. Adoro queste scarpe, ma adoro ancora di più stare a piedi nudi.

-Sai cosa?- Adam sospira, puntando lo sguardo al soffitto. Un lampadario con cinque bracci dorati regge cinque luminose lampadine. -Mi piaci, Blue. Come amica, intendo. Ci sto volentieri, con te.

Sorrido mestamente ed apro l'armadio, intenzionata a mettermi dei vestiti più comodi. -Anche tu mi piaci,- replico, -soprattutto nei momenti in cui dimostri di avere un cuore.

-Cioè mai.- Ridacchia.

-E invece hai più cuore di quanto immagini- insisto. -Una persona malvagia mi avrebbe lasciata per strada a dormire sotto i ponti.

-È stata un'idea di mia madre.

-Beh, una persona malvagia lascerebbe sicuramente il suo migliore amico in un mondo parallelo.- Mi sdraio a pancia in giù sul letto. È così morbido e setoso... ma non voglio addormentarmi, non voglio rimanere di nuovo sola con i miei pensieri. Voglio fare qualcosa, voglio agire.
Stavolta Adam ci pensa un po' prima di fare spallucce e bere un altro sorso. -È solo che... gli devo molto. Nessuno c'è mai stato per me, nessuno tranne lui. Io ora non posso abbandonarlo così, è come un fratello. Ed io ho sempre voluto un fratello.

Enchanted ||VINCITRICE WATTYS2017||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora