"E io che non ero così felice di dirle e ridere con te.."

"Giurami che ci sarai sempre" fece Victoria "Lo ricordi?"

"E come dimenticarlo..." disse Ines, con una punta di malinconia improvvisa nella voce. Quel "Giurami che ci sarai sempre" se lo erano dette di fronte ad un albero, fuori dalla casa della zia di Ines proprio a Barcellona. Avevano giurato di esserci sempre, l'una per l'altra, a soli otto anni e così era stato, quasi vent'anni dopo.

"Ti voglio bene sorella." fece Victoria mettendosi seduta e abbracciando la cugina.

"Anche io, sorellina." fece Ines ricambiando l'abbraccio pieno d'affetto.

Iniziarono a piangere, commosse da quel profondo legame che le univa e che non le avrebbe mai divise.

"Anche se stasera vinciamo noi!!" esclamò Victoria per sdrammatizzare l'evento.

"Oh! Non penso proprio!!" fece Ines inseguendola per la casa con il cuscino in mano.

Cominciarono a lottare, rincorrendosi proprio come quando erano piccole, facendosi scudo con i mobili e le porte, ridendo, tornando per un momento bambine.

Ad un tratto Victoria col fiato corto si ritrovò spalle al muro, non potendo più correre e ridere nello stesso momento, Ines si avvicinò a lei minacciosa.

"No piano! Ti prego piano! Non vale fare il solletico!" esclamò la cugina.

Ines ci pensò. "Non mi sembra di aver istituito regole prima di cominciare l'inseguimento. Però sei fortunata, non posso sforzarmi più di tanto."

"Eh nemmeno io..." fece Victoria appoggiando il cuscino a terra, e rimanendo di fronte alla cugina.

"A proposito, non è che hai una terza maglietta per bambini nel sacchetto?" domandò Ines sorridendole.

Victoria alzò gli occhi, ci pensò, li sgranò spalancandoli completamente assieme alla bocca nella faccia più incredula che potesse fare. Ines si mise a ridere, senza potersi fermare, la felicità nei suoi occhi brillava di una luce particolare. La stessa che Victoria aveva notato in quei giorni nei suoi, guardandosi allo specchio.

"Oddio...te ne serve una terza???"

Ines ci pensò. "Molto probabilmente!"

"Vedrò cosa posso fare allora..." fece entusiasta "...anche perché mi sa che ne dovrò ordinare una anche io!"

Ines fece la stessa identica espressione che aveva fatto pochi minuti prima la cugina. Poi si saltarono addosso a vicenda, abbracciandosi forte.

"Non ci posso credere!! Saranno coetanei proprio come noi!!"

"Proprio come noi! Per sempre!" esclamò Victoria riabbracciandola forte.

No hay doctor que me retenga

No hay dolor que me detenga

No hay planeta que me eclipse

O de tu lado me desvíe

La partita sarebbe iniziata in pochi minuti. Victoria Ines Sara Irina e tutte le altre mogli e fidanzate di entrambe le squadre erano sedute eccezionalmente in un'unica tribuna. Tutti gli occhi, prima della partita, erano puntati su di loro. Interviste, speciali, reportage, domande, fans - tutti volevano inquadrarle, tutte volevano fotografarle, tutti volevano sapere chi sarebbe stata la squadra nazionale.

Victoria e Ines salutavano qui e là i giornalisti e lo staff tecnico del Bernabeu che avevano imparato a conoscere in tutti quegli anni. Gli amici e i parenti si avvicinavano alla tribuna per vedere i piccoli "eredi", Nicolàs Casillas, Sofia Ramos, Carlos e Victoria Fabregas e tutti gli altri, anche loro fieri ed orgogliosi dei propri padri che sarebbero scesi in campo a minuti.

Trilogia con Sergio RamosWhere stories live. Discover now