Sì. Era lei. Lei le avrebbe fatto dimenticare tutto, e tutti. Forse.

Victoria scese dall'auto di Laura, affiancandosi all'amica.

"Scusa, ma...dove siamo??"

Si bloccò, la risposta era di fronte a lei. Il Barroque. Il locale di Guti.

C'era andata qualche volta, con Sergio, con Sara e Iker. E anche con Ines.

Il cuore le scese verso lo stomaco, sconvolta. "No. No." ripeté nel panico.

"Che c'è? Mi hanno detto che è favoloso!! Su andiamo!"

Non riuscì di nuovo ad opporsi, era come se qualcosa la attirasse lì dentro, per chissà quale motivo. Era mezzanotte e qualche minuto quando Laura la trascinò dentro tenendola per mano.

All'ingresso, il bodyguard passò loro due mascherine bianche.

"E queste??"

"E' un'iniziativa del locale. Ci si diverte di più. Lontano dagli occhi, lontano dal cuore..." spiegò Laura, informata.

Victoria indossò la mascherina, perplessa - era sicura di non aver "capito bene" cosa stesse dicendo l'amica. Tuttavia aveva deciso, mettendo la fede nella pochette, di liberarsi di ogni problema.

Infondo era solo una notte, solo - una - notte.

Si sistemò meglio l'elastico della mascherina, si fermò in mezzo alla pista iniziando a ballare con Laura brindando con un alcolico preso al volo da un vassoio che passava.

"A questa notte dove i pensieri non ci sono!!" sorrise Laura.

Victoria sorrise, buttò giù il suo Tequila Sunrise e deglutì. L'alcol le bruciava in gola, era la prima sensazione "forte" che sentiva dopo le ultime settimane.

Vedeva poco con la mascherina, le fessure degli occhi erano ristrette - riusciva a notare che un bel gruppo di ragazzi si stava avvicinando guardandola.

"Sei bellissima" fece uno di questi.

Victoria guardò Laura che già era abbracciata ad uno sconosciuto e le sorrideva indicando quale potesse essere il miglior partito per passare quella serata.

La musica impazzava, il rumore anche, le casse, il dj, i balli, una fiumana di gente si muoveva a destra e a sinistra, tutti uguali nel buio, con le mascherine nere gli uomini, con quelle bianche le donne. Se dietro quella festa c'era Guti, era sicuramente l'idea più pazza e pervertita che avrebbe mai potuto avere.

Guti. - pensò un momento ferma immobile di fronte a Laura - chissà dov'era in quel momento. Se ci fosse stato lui nel locale, ci sarebbe stato sicuramente Sergio. E Gonzalo. Ma non aveva visto nessuno guardandosi intorno, e in più Sergio non aveva detto il nome del locale prima di uscire sicuramente se fosse stato il Barroque lo avrebbe nominato. Probabilmente ora era con qualche ragazza sconosciuta a dimenticarla o a ferirla come lei aveva fatto con lui. Forse, se lo meritava pure.

Ad un tratto un braccio forte le prese i fianchi, stringendola a sé. Victoria sobbalzò. In quella presa c'era qualcosa di familiare, era sicuramente un'allucinazione da alcol che cominciava a fare effetto.

Vedeva e sentiva Sergio ovunque ormai, era come un fantasma o forse era la sua speranza più viva che si faceva sentire.

Il ragazzo, ancora sconosciuto dietro di lei, appoggiò le labbra sul suo orecchio quasi all'altezza del tatuaggio. La S tatuata piena di ricordi che campeggiava lungo il collo. Victoria chiuse gli occhi, sospirò.

"Sergio." sussurrò prima di sciogliere i pensieri voltandosi e cingendogli il collo con le braccia.

Avrebbe tanto voluto che fosse lui, avrebbe tanto voluto sperare in un miracolo.

Trilogia con Sergio RamosOpowieści tętniące życiem. Odkryj je teraz