"Sergio....." lo riprese ma invano. Il ragazzo riappese poco dopo senza lasciarle spazio.

Sbuffò. Si domandò chi glielo avesse fatto fare di sposare uno così - aveva ragione Del Bosque.

Victoria si guardò intorno, cercando lo stadio, dopo aver chiesto un po' di indicazioni in giro, si ritrovò esattamente dove le aveva detto Sergio.

Fermò l'auto, spense il motore e si appoggiò allo schienale del sedile guardandosi intorno. Erano quasi le dieci e mezza di sera, era tutto buio intorno a lei solo qualche flebile luce di lampione illuminava alcuni punti del parcheggio deserto.

Si guardò intorno, iniziando anche a preoccuparsi finché i fari di un auto nera ferma dietro di lei non illuminarono la sua auto.

Quasi avesse un radar, senza nemmeno vedere chi ci fosse dentro, Victoria capì chi ci fosse alla guida. Lo avrebbe potuto riconoscere senza vederlo in mezzo a cento mila persone.

Scese dall'auto, la vettura parcheggiò vicino alla sua e poco dopo Sergio scese dalla macchina.

Victoria lo squadrò un momento. Indossava una camicia azzurra e il suo paio di jeans scuri che facevano contrasto. Le immancabili scarpe da ginnastica bianche attirarono l'attenzione di Victoria.

"Ti piacciono?" fece mostrandogliele come un bambino "Sono nuove."

"Oh, che belle!" lo prese in giro Victoria.

I due rimasero fermi uno di fronte all'altro a distanza abbastanza ravvicinata; evidentemente entrambi pensavano a come salutarsi: ad un tratto, Sergio decise di smettere di pensare a come comportarsi e agire d'istinto. Si avvicinò, le prese il viso tra le mani e la baciò.

Victoria aveva già previsto che sarebbe finita così, ma non si oppose. Forse era troppo stanca dal viaggio o più semplicemente, sperava che la baciasse in quel modo.

"Che ci faccio qui Ramos?" domandò successivamente, interrompendo il bacio, incrociando le braccia al petto.

"Non te lo posso ancora dire." fece lui con sguardo curioso.

Victoria corrugò la fronte. "Scusami io vengo qui faccio mille ore di viaggio per nulla?"

Sergio allargò un sorriso, si guardò intorno: non c'era proprio nessuno.

"E poi perchè nel parcheggio?" continuò a lamentarsi la ragazza.

Intanto il ragazzo l'aveva presa per mano e la stava facendo camminare dietro di sé verso il buio.

"Smettila di lamentarti!" rispose lui guardandosi ancora intorno.

"Scusami chi stai cercando?"

"Zitta..." fece abbassando la voce.

Victoria obbedì, perplessa e preoccupata.

Si fece portare fino ad un cancello dipinto di bianco che Sergio provò a saltare.

"Senti Campione, tu riuscirai pure a fare un salto del genere, ma io sono alta la metà di...." si bloccò.

Sergio aveva scavalcato con grande facilità, sollevato il chiavistello e aperto il cancello per farla passare.

Victoria si zittì guardandolo. "L'ho visto fare su un film." sorrise entusiasta il ragazzo.

"Superman?" domandò lei.

"No, Notting Hill." rispose lui "Gonzalo me l'ha fatto vedere...abbiamo pianto davvero tanto..." commentò riprendendole la mano.

Victoria notò come non ci fosse bisogno di tenerle la mano ora che erano entrati e che c'era un'unica strada da percorrere, ma lui lo fece lo stesso. Non si scostò, averlo vicino in quel momento era il suo più grande desiderio.

Trilogia con Sergio RamosWhere stories live. Discover now