"Meglio di una telenovela e quindi?"

"Quindi...niente. Lui è partito per l'America con i suoi appena dopo il diploma ed io sono rimasta qui ad andare avanti con la mia vita."

"Lo amavi?"

Victoria sorrise. "Non quanto ami te."

Sergio si voltò verso di lei con la testa, il suo cuore ebbe un sussulto. Era bello sentirselo dire, specialmente se a dirlo era Victoria. Frenò l'auto nel parcheggio di casa di Victoria, e si avvicinò alla ragazza per baciarla.

"Poi dici che sono io il ruffiano.." rise tra un bacio e l'altro.

Victoria si mise a ridere, aprì la portiera e scese dall'auto. "Oh ora che posso dirlo non ti libererai mai più di me.."

"Perché prima c'era un divieto di poterlo dire?"

"Prima non era così...spontaneo e bello come dirlo adesso."

"Capisco." annuì lui abbracciandola.

"E' meglio che vai domani hai allenamento.." disse Victoria accoccolandosi sul suo petto. In realtà avrebbe preferito restasse ma capiva bene quali erano i ritmi e i riposi di una giocatore come lui.

"Giusto.. altrimenti chi lo sente Mourinho!" sospirò sciogliendo l'abbraccio e avviandosi alla macchina. Le diede un bacio sulla fronte.

"Ti amo." le disse a bassa voce.

"Ti amo anch'io" sorrise Victoria prima di rientrare in casa e lasciarlo andare via.

Era la mattina dell'uscita del reportage sul giornale per il quale Victoria lavorava.

Tutti erano impazienti di vedere cosa aveva scritto e riportato su questa esperienza di un mese la ragazza e così tutta la nazionale si era radunata alla sede principale per leggere il giornale.

Victoria era stata invitata obbligatoriamente da Pepe perché il portiere sosteneva che se fosse stato un bell'articolo dovevano subito festeggiare il successo, se avesse parlato male di loro l'avrebbero costretta a fare cento giri del campo a Las Rozas.

Victoria aveva lavorato duramente nelle ultime settimane prima di consegnare l'articolo e il materiale raccolto in quel mese, un mese che le aveva davvero cambiato la vita. Era entrata in contatto con un mondo del tutto diverso, un ambiente che le aveva permesso di arricchire la sua esperienza e soprattutto di conoscere persone che le avevano lasciato un segno indelebile nel cuore e nella mente.

Primo fra tutti Sergio: la loro relazione proseguiva serenamente e i due avevano imparato a gestire il tempo a disposizione tra lavoro in redazione allenamenti e trasferte. Victoria ci aveva fatto l'abitudine e non ne sentiva più una mancanza esagerata bensì contava i giorni che mancavano al suo ritorno per poterlo vedere di nuovo e stare di nuovo assieme. Lo stesso valeva per Sergio che per la prima volta in vita sua sentiva che quel rapporto era diverso, che Victoria era diversa e che la sua vita stava prendendo una piega diversa.

E poi Victoria aveva conosciuto quei "matti" della nazionale, ragazzi giovani con storie diverse da raccontare ma ognuno con qualcosa da insegnarle. Le dispiaceva quasi che quell'avventura fosse finita perché davvero le sarebbe mancata l'allegria mattutina di Pepe, i complimenti di Gerard, le battute tra David Iker e Andres, i festeggiamenti, la serietà di Del Bosque, gli scherzi a Cesc... era come lasciare una classe finito un anno scolastico breve ma intenso.

Infondo però era serena perché sapeva che grazie al suo legame con Sergio li avrebbe rivisti spesso e volentieri.

Un po' meno serena era in quel momento di "esame" quando, nella sala, tutti leggevano l'articolo, ognuno con una copia del giornale arrivato in dieci minuti alla sede in uno scatolone, e nessuno fiatava.

Trilogia con Sergio RamosWhere stories live. Discover now