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Capitolo trenta

Megan's  Pov

Ma dove sono?

Sto correndo velocemente in mezzo ad una strada bagnata.

Sento ogni parte del mio corpo viva: i piedi nudi che toccano l'asfalto, il fiato che esce a ritmo irregolare, i capelli che si muovono con il vento e una lieve pioggerellina che bagna la mia faccia.

Mi fermo. Prendo un lungo respiro.

Sono libera.

Davanti a me, la strada si divide in due...

E ora, da che parte vado?

Mi sento come "Alice nel Paese delle Meraviglie..." che strada devo scegliere, la destra o la sinistra?

Un piccolo coniglio, zampetta verso la strada sinistra, mi aspetta; sembra mi stia chiedendo di seguirlo, entrando velocemente in un cespuglio.

Mi guardo intorno incredula. Qui non c'è proprio nessuno, l'aria è stantia e umida, mi ricorda l'odore della vecchia cantina di casa.

"Aspettami, dove vai?" chiedo all'animaletto, anche se so che non può rispondermi.

Mi chino per entrare proprio dove è appena sparito; mi faccio largo tra le foglie, senza vedere granché.

Sono in ginocchio e mi muovo a tentoni. È un po' troppo stretto...

Sento delle pietre gelate sotto le ginocchia, conficcarsi nella pelle, procurandomi un fastidioso dolorino. Appena trovo una possibile via d'uscita, mi alzo provando immediato sollievo.

Quello che mi si presenta davanti è una grande fossa piena d'acqua – sembra più uno stagno-, al cui centro, si apre un getto di luce azzurra che irradia e aspira fino al punto più alto del cielo. Mi incanto ad osservare con meraviglia ed involontariamente mi spunta un sorriso sul volto.

Distolgo per un secondo lo sguardo, anche se la luce mi attira a se come una calamita e mi guardo intorno, per capire in che strano luogo mi trovi. Dalla forma e dal buio che mi circonda, direi di essere in una caverna.

Un brivido mi solletica la schiena e l'attaccatura dei capelli, provocandomi una leggera pelle d'oca, nel momento in cui fisso lo sguardo proprio nel punto in cui, la lucina entra nell'acqua.

Spalanco gli occhi e li strizzo diverse volte, per capire se quello che vedo è solo un miraggio: c'è un ragazzo, girato di spalle ed immerso fino a metà coscia nell'acqua, sta guardando in alto e la luce lo tiene suo prigioniero.

Scuoto la testa e mi pizzico il braccio. Ah ora capisco: sto sognando.

Comincio a tremare, strofinando le mani sulle spalle, per darmi la forza necessaria; il ragazzo in acqua è l'ombra che perseguita i miei sogni, che mi chiede aiuto e poi sparisce, l'unico che mi vede realmente, anche se non mi conosce.

Pensavo di essermene liberata; è da più di tre settimane che non si faceva sentire, invece eccolo lì, a pochi passi da me, sommerso da una luce blu. Le mani non smettono di tremare e sudare, così me le asciugo sui pantaloni.

Anche se è solo un sogno, purtroppo percepisco tutto come se fosse vero.

Ad un tratto sento una vocina oscura, chiamarmi e catturarmi a se, proprio come fa con il ragazzo. La luce blu mi attira come una calamita, tanto che, non potandone fare a meno, comincio a camminare ipnotizzata.

Il cervello e le gambe sembrano scollegati: tento di fermarmi ma, non riesco a comandarle e loro continuano la loro marcia verso l'acqua, fregandosene del mio ordine.

Shut up and Kiss me! [Completo]Where stories live. Discover now