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Capitolo undici

Robin

Ed eccomi arrivato davanti a questo carcere.

La possente Auburn High School.
È un grandissimo edificio, famoso per la squadra di football.
È molto moderno e costoso, direi eccessivo, per una cittadina come questa.

Non sarei dovuto venire stamattina, se non fosse stato per mio padre, sarei a dormire, anzi, sarei nel mio letto di Londra a dormire.
Purtroppo però sono stato costretto.

"Figliolo, o ti presenti a scuola lunedì mattina oppure puoi dire addio alle chiavi della macchina." Mi ha detto prima di uscire con il suo tono autoritario.
Come se le chiavi della macchina fossero una cosa fondamentale per la mia vita.
Che razza di meschino, non c'è mai stato e pretende di sapere come trattarmi.

Sospiro.
Mi ha accompagnato Thomas, il mio bodyguard.
Stranamente mio padre non poteva, e quando mai può?

Varchiamo il cancello e ci dirigiamo velocemente alla ricerca della segreteria.
Ci sono moltissimi ragazzi e ragazze, che sparlottano tra di loro, alcuni fumano e sono distesi sul prato e altri mangiano.

Devono avermi riconosciuto, dopo tutto sono abbastanza famoso.
Mi avvicino ad una ragazza.
"Scusa, mi sapresti indicare dov'è la segreteria?" chiedo sfoderando il mio miglior sorriso.
Mi guarda per circa un minuto senza parlare e poi sospira.

"Certo...in fondo a destra" dice quasi balbettando e sciogliendosi.
"Grazie mille..." rispondo mostrando, ancora una volta, il mio sorriso.

Ci dirigiamo verso la direzione indicata, e, dopo aver girato per quasi cinque minuti, finalmente troviamo la segreteria con tutto lo staff di segretarie.

Ci mostrano dove possiamo trovare l'ufficio del preside.
Anche loro, non si tradiscono e mi fissano a bocca aperta, neanche fossi una star di Hollywood.
Salutiamo in fretta e ci dirigiamo verso un lungo corridoio.

Non faccio in tempo ad arrivare davanti alla  presidenza che la porta si apre di colpo.

Come un fulmine esce una ragazza, che sembra visibilmente seccata.
Ha i capelli ramati che le arrivano sotto il seno, sono un po' spettinati.
Indossa una felpa gigante e un paio di jeans, che non lasciano intravedere nulla.
È completamente vestita di nero.
Mi ricorda tanto un sacco della spazzatura.
Anche se porta i capelli davanti alla faccia, riesco comunque ad intravedere una parte di viso.
È molto particolare, non sembra una che tiene molto all'aspetto esteriore, però, se lo facesse, potrebbe persino battere tutte le ragazze che ho conosciuto.
È molto attraente, forse per il portamento o per la sicurezza che emana.

Sento una strana angoscia invadermi, mi sembra di averla già vista ma non è possibile, sono qui soltanto da due giorni.
Mi ricorderei una così...
Più la guardo e più non posso fare a meno di pensare a quanto sia buffa.

Poi, tutto succede in fretta.
La ragazza presa dalla foga di scappare, inciampa in un laccio delle sue scarpe e sta per cadere, ma per fortuna, mi dirigo verso di lei e riesco a prenderla in tempo.
"Ehi dolcetto, sta un po' attenta!" Le sussurro dolcemente, mi sembra così fragile.

Che diavolo mi prende, non ho mai provato un senso di protezione così grande verso qualcuno.

Lei mi guarda stupita.
È diventata più rossa di un peperone.
Che buffa!

Mi sto pentendo di averla aiutata, ho fatto la figura dello scemo.

Ci fissiamo per un lungo minuto o forse anche di più.
Lei non parla ed io nemmeno.
Sembra stranita è quasi schifata dal mio gesto. Mai nessuna si è comportata così.
Non so che cosa stia pensando.

"Beh grazie mille per il tuo aiuto, non ce ne era bisogno". Sussurra abbassando lo sguardo.
Rimango allibito di fronte alle sue parole.
Non so perché mi sto preoccupando tanto per una ragazza.

Non ce ne era bisogno?

Ma se stava per finire spiattellata per terra?
Se non ci fossi stato io.

Non posso fare a meno di scoppiare a ridere e lei diventa tutta rossa.

Abbassa la testa, si gira e corre via. Io resto ammutolito.

Ma che tipa!
Scuoto la testa seguendola con lo sguardo, mentre cammina a passo spedito.

Ha proprio un bel sedere.

Non mi ha nemmeno riconosciuto. Magari non sa chi sono.

Nahh, mi avrà sicuramente visto su qualche rivista.

"Salve signor Hunt, benvenuto alla Auburn High School..." la voce di un uomo mi risveglia dai miei pensieri.
Questo deve essere il preside.
"Salve." Dico tirando indietro le spalle.
"Come sta? Sono contento che si sia trasferito in questo istituto. La Auburn High School è la migliore scuola di tutto il paese, offriamo vari servizi, come le avranno già spiegato.
Per il momento cercherò qualcuno che l'accompagni a fare un giro per conoscere la scuola.
Ma da domani in classe.
La aspettano sei ore al giorno e il sabato a casa. In più dovrà almeno iscriversi a qualche gruppo: abbiamo quello sportivo, quello matematico e quello letterario.
Poi le spiegheremo tutto man mano. Per adesso può fare l'intervallo, così si ambienterà, ci ritroviamo qui verso le 11.30.
Ha qualche domanda?" conclude il suo monologo.
Penso di aver ascoltato solo il cinque per cento di quello che ha detto.
Faccio finta di aver capito e rispondo.
"No, grazie mille preside, ci vediamo dopo" lo saluto stringendogli la mano.

Che strano uomo, che strana ragazza, che strana città.
Che orribile vita.

Shut up and Kiss me! [Completo]Hikayelerin yaşadığı yer. Şimdi keşfedin