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Capitolo quarantotto

Robin's Pov

"Lei non capisce! Mi servono tutti i soldi che le ho chiesto: né un centesimo di più, né uno in meno." sbotto arrabbiato, fissando l'uomo di fronte a me.

"Ma signor Hunt, non le posso consegnare tutta la cifra... la banca può rilasciarle solo la metà della quota da lei richiesta." mi spiega il direttore della banca.

Ho passato tutta la mattina in questa stupida banca: sono venuto qui per prelevare i soldi da consegnare a quel maledetto uomo in cambio della liberazione del mio amico, ma a quanto pare, non possono rilasciarmi l'intera cifra perché è troppo alta.

Ma che razza di banca è questa.

Mi passo una mano tra i capelli, frustrato. Fisso il direttore e lui fissa me.

"Senta... se lei non mi darà la cifra che le ho gentilmente chiesto, farò in modo di trovare un'altra banca dove trasferirò tutto il mio denaro." annuncio, sbattendo il pugno sul tavolo, è una questione di vita o di morte.

L'uomo strabuzza gli occhi e comincia a balbettare.
Si alza e si dirige verso la finestra, meditando sulle mie parole.
È un uomo bassino, sulla sessantina, con capelli e baffi brizzolati e con gli occhiali appoggiati sul naso.

"Va bene Signor Hunt. Possiamo farle avere i soldi, però solo domani mattina." Dice, girandosi e guardandomi dritto in faccia. "Non saprei nemmeno dove tirare fuori cinquantamila pound ora." afferma, portando una mano dentro il taschino della giacca, fissandomi timoroso.

Rilascio un sospiro e mi perdo a fissare il vuoto: dovrò chiamare il "rapitore", se così posso definirlo, e chiedergli un ultimatum.

Sbuffo aria dalle narici "Va bene, domani mattina passerò a ritirarli, non voglio altre scuse." Affermo in tono brusco.

Gli faccio un segno di ringraziamento, lo saluto, uscendo dal misero ufficio e non aspettando la sua risposta.

Esco in fretta anche dalla banca, che ormai mi sta soffocando.

Appena l'aria mi invade, mi guardo intorno, noto di essere solo e tiro un pugno sul muro mentre sento un dolore lancinante, diramarsi in tutta la mano.

Nella mia vita, faccio sempre un passo avanti e due indietro.
Che diavolo!

Non so proprio come fare: se il rapitore non accetta la mia condizione, avrò fallito anche questa volta.

Deluderò tutti, come al solito.
Una rabbia ceca mi invade dentro, vorrei spaccare qualcosa, sono solo un fallito!

Strofino le mani sul viso e mi siedo sul marciapiede.

Cosa farebbe Megan se fosse al mio posto?
Innanzitutto, penserebbe ad una delle sue maledette liste... perciò cerco di farlo anche io: prima cosa, devo chiamare il rapitore per chiedere l'ultimatum. Poi sentirò Meg per spiegarle la situazione ed infine le chiederò di aiutarmi perché da solo non ce la posso fare.

Tiro fuori dalla tasca il cellulare e clicco il numero sconosciuto.

"Robin Hunt, che piacere risentirti..." mi dice la voce ormai familiare, in tono provocatorio.

"Non ho tempo ora per le cordialità, mi serve un ultimatum..." dico, trattenendo il respiro e sperando che la mia buona stella, mi stia guardando.

"Un ultimatum?" domanda respirando pesantemente contro il cellulare.

"Si, sono appena uscito dalla banca e purtroppo mi hanno detto che non possono farmi avere tutti i soldi oggi ma me li potranno fare avere solo domani mattina." dico in tono duro e deciso.

Shut up and Kiss me! [Completo]Unde poveștirile trăiesc. Descoperă acum