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Capitolo ventinove

Megan's Pov

Un rumore assordante di clacson, mi fa buttare in aria tutti i libri che ho tra le braccia.
Il suono rimbomba violentemente attraverso la vetrina della libreria, spaventando me e tutte le persone qui dentro.

Perché ho il presentimento che sia Robin?
Spalanco gli occhi e vado verso la piccola finestrella della libreria, temendo veramente tanto che possa essere lui la causa di tutta questa confusione. 

Infatti, è proprio lui.
È seduto comodamente nella sua Jeep e sta suonando il maledetto clacson, da quasi cinque minuti!
Lo guardo stupita, mentre una smorfia mi si dipinge in volto... come si fa ad essere così stupidi?

La mamma mi si avvicina intenta anche lei a guardare fuori "Megan, il ragazzo che sta facendo scappare tutti i clienti, è lo stesso con cui andrai al centro commerciale?"  Mi domanda, guardando la macchina di Robin con un sorrisetto preoccupato.

La guardo poco convinta "Si, mamma!" rispondo deglutendo rumorosamente.

Lei mi lancia uno sguardo incerto, ritornando a fissare la macchina.
"Sicura che non sia pericoloso?" mi chiede preoccupata

"Sai non lo so... posso dirti che è lo stesso ragazzo che continua a rompermi le scatole, ormai da giorni."  Dico in tono melodrammatico, riordinando in tutta fretta la mia roba.

Robin, nel frattempo, continua a suonare il clacson.
Mi fermo un minuto a pensare: magari è svenuto... scuoto la testa, nah, è solo scemo!

"Oh, ricordo! È quello che ha una cotta per te... che caro ragazzo. Speriamo però che la smetta con quel clacson, altrimenti arriverà la polizia e lo arresterà per disturbo alla quiete pubblica!" Mi guarda con un sorrisetto.

Alzo gli occhi al cielo frustrata "Mamma, non è vero! E poi, non lo conosci nemmeno..." le rispondo in tono seccato, con una smorfia.

Spero solo che la smetta con quel cavolo di clacson.

Lei alza gli occhi al cielo, proprio come sono solita fare io.

Grandioso, sono tutti convinti di questa storia... ma, non vedono la realtà dei fatti: Robin non è interessato a me, ha solo un ego smisurato.

Ha vinto la sfida e ora, vuole vantarsi davanti ad Allyson e a Michael ma soprattutto, davanti a Cassandra, ecco perché non mi fido affatto di lui.

"Vabbè, vai! Se no continua..." mi saluta la mamma.

Esco immediatamente, non potendo più sopportare quel fastidio. "Ok, ciao mamma, a dopo." La saluto con la mano.

Come se fossi una pantera intenta a cacciare la sua preda, mi fiondo sulla sua macchina, apro la portiera e gli urlo "Ma ti sembra il caso? Smettila di suonare quel cavolo di clacson, cretino, siamo in mezzo alla strada, in un quartiere tranquillo, vuoi che venga la polizia ad arrestarti? Perché hai continuato a suonare per circa dieci minuti?" gli domando mentre mi siedo nel sedile del passeggero e sbatto forte la portiera per fargli capire che sono incazzata.

"Ciao, anche a te, Titti. Scusa non uscivi e poi, ho una certa fretta." Mi sorride, mentre io gli rifilo una delle mie solite occhiatacce.

Che simpaticone!

"Ti avverto, la prossima volta la chiamo io la polizia!" Sbuffo, frustrata.

"Ah perché ci sarà una prossima volta?" chiede in un sorrisetto sornione.

Divento inevitabilmente tutta rossa. Stupido!

"No. Scemo, nel caso dovesse esserci, non esiterò a chiamare la polizia." Dico giustificandomi.
Lui sorride e mette in marcia l'auto.

Shut up and Kiss me! [Completo]Where stories live. Discover now