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Finito di medicare Giorgio, lui stava cercando di spiegarmi.
-Hai presente quando sei venuti qui per la prima volta? Quando dei andata al parco e quei tizi ti hanno offerto una sigaretta?- io annuii senza capire dove volesse andare a parare -Quella non era una semplice sigaretta, era droga. Quei tizi sono quelli che hanno... Ucciso tuo fratello...- il cuore cominciava a batteri freneticamente nel petto. Li avevo davanti, avrei potuto ucciderli.
Il vuoto mi attanagliò lo stomaco.
Giorgio andò avanti -Il loro capo è Katerina. È lei che fornisce loro la droga. Ed è la stesso ragazza che mi tormenta da mesi. Ed è la stessa ragazza che hai visto poco fa in quei giardini-
Ero seduta a terra davanti a lui.
Mi guardai le mani, quelle con cui avevo preso Katerina e l'avevo picchiata. Dopo mi ero sentita meglio, più sollevata.
Lei era la causa della ferita riaperta sull'addome del mio ragazzo.
Lei era la causa del suo dolore, e del mio dubbio, su Giorgio.
Mi sentii uno schifo.
Quella ragazza ci stava distruggendo, però dopo quello che le avevo fatto probabilmente ci penserà due volte prima di provare a rompere.
-Stai bene?- mi chiese.
Io alzai lo sguardo su di lui e lo osservai.
Era bianco in volto e aveva le occhiaie non troppo pronunciate.
Era a torso nudo. La benda che gli avevo avvolto attorno alla ferita e al corpo spiccava sulla pelle un po' scura.
Si era già formata una piccola chiazza di sangue sulle bende.
-No- dissi infine -Quella ragazza ti sta distruggendo. Lei ti ha tormentato. E mi ha anche costretta a pensare che tu mi tradissi-
-No. Non è vero. Quella è colpa mia. Se te lo avessi detto prima tu non ti saresti arrabbiata e ora non sarei ridotto così- si indicò la ferita.
-Giorgio ti prego smettila di incolparti di tutto. Non devi. Non devi punirti per tutto quello che non è colpa tua- dissi alzandomi e mettendomi accanto a lui.
-Non ce l'hai con me?- mi chiese.
-Stai scherzando?! Certo che non ce l'ho con te! Giorgio io ti amo. E ti amerò sempre!- lo rassicurai.
Appoggiai la testa al suo petto e mi lasciai accarezzare i capelli.
Era vero. Lo amavo. Tanto.
Con tutti i suoi difetti e tutte le sue imperfezioni.
Però se io cadevo lui c'era e se lui cadeva io c'ero.
Mi addormentai così, con la convinzione che lui per me ci sarebbe sempre stato e io per lui.

Supereroe FallitoWhere stories live. Discover now