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Pensai a quanto l'avevo amato.
Anche se non volevo ammetterlo.
Immaginai il suo pugno scendere su di me e spaccarmi la testa.
Vedevo me stessa riversa sulla strada con intorno a me solo sangue.
Come mio fratello.
Ma nulla di tutto ciò successe.
Il suo pugno non calò mai su di me.
Ero così spaventata che non avevo sentito la voce si Giulio chiamarmi e la mano di Giorgio che si staccava dal mio polso.
Aprii gli occhi.
Il polso mi faceva malissimo.
Lo presi nell'altra mano.
I due ragazzi si stavano picchiando.
Sentivo il rumore dei loro pugni che colpivano ed era un suono agghiacciante.
La neve intorno a loro era macchiata di rosso.
Guardai Giulio.
Aveva un labbro spaccato e un grande livido sulla faccia.
Giorgio aveva un occhio nero e anche lui il labbro inferiore spaccato.
-Giulio basta smettila! Smettila gli fai male!- stavo ancora piangendo.
Giulio mi guardò e sembrò tornare in se.
-Ilaria stai bene?- lasciò Giorgio disteso sulla neve.
Venne verso di me e mi prese tra le sue braccia.
Circondò il mio piccolo corpo fragile contro il suo.
Piansi tra le sue braccia.
Ancora.
Avevo finito un'altra volta le lacrime.
Avevo avuto paura.
Tanta paura.
-Come sta Giorgio?- gli chiesi staccandomi da lui e asciugandomi le lacrime con il dorso della mano.
-Sta bene tranquilla- si diresse versi di lui e lo aiutò ad alzarsi.
Ero troppo concentrata sui suoi occhi per accorgermi che si era cambiato.
Tamponò il sangue con la manica e mi guardò.
Ora quel nero era sparito lasciando posto ai suoi bellissimi occhi marrone scuro, che sembravano smarriti.
Mi guardò quasi terrorizzato.
-Cosa ho fatto?!- sussurrò e si guardò le mani, sporche di sangue e bagnate a causa della neve.
Fece un passo indietro.
Poi un'altro.
Poi si girò e corse via.
-Giorgioo!!- urlai provando a rincorrerlo, ma Giulio mi afferrò e mi imprigionò.
-Deve capire quello che ha fatto! Lascialo andare!- aveva la voce calma.
-Farà una cazzata! Lo so!- urlai.
-Ilaria smettila così attiri l'attenzione di tutti!- esclamò trascinandomi in casa.
Tutto il corpo mi gridava di fuggire e rincorrere Giorgio ma mi abbandonai alle braccia di Giulio che mi portò dentro in fretta.
Ero scossa da tutta quella situazione.
Le parole di Giorgio mi rimbombavano nella testa senza pietà.
Sentivo le sue ossa spezzarsi mentre gli tiravo pugni...
Giulio mi aveva portato in bagno e mi stava controllando il polso.
Fui il primo a picchiarlo...
Ogni volta che lo muovevo il dolore mi pungeva su tutto il corpo, facendomi anche dimenticare cosa era accaduto.
Imprecai.
-Scusa- Giulio lo adagiò sulla mia gamba e prese il telefono, uscí dal bagno.
Lo sentii parlare e poi tornò da me.
-Vieni andiamo, ti porto al pronto soccorso-

Supereroe FallitoTempat cerita menjadi hidup. Temukan sekarang