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-Ilaria. Per l'amor di Dio! Svegliati!-
-Perché?- biascicai ancora assonnata.
-Perché devi andare a scuola?!-
-Cosa?!- mi alzai a sedere, alterata.
-Si hai capito bene- e la mamma uscí dalla stanza lasciando la porta aperta.
Ancora un'altra volta lei aveva deciso per me. Aveva fatto di testa sua, senza dirmi nulla prima.
Andai all'armadio e indossai gli skinny neri con una maglia larga, grande e grigia. Prima di mettere le adidas andai in bagno e mi rinfrescai la faccia e pettinai i capelli biondi e rosa. Tirai sugli occhi una spessa riga di eye-liner e presi lo zaino da sotto il letto e lo riempii di qualche libro, astuccio e diario.
Quando scesi era tutto deserto. I miei erano al lavoro e nonna mi aveva lasciato un biglietto dicendo che era dalla parrucchiera, mi aveva lasciato anche un cornetto che mangiai accompagnato da un caffè.
-Ei ciao- mi girai e vidi Giulio, in piedi dietro di me.
-Ti è passata la sbronza?- gli chiesi solamente.
-Si. E a proposito volevo chiederti scusa...- si passò una mano sui capelli imbarazzato. 
-Scusa accettate- mi avvicinai e gli diedi una pacca sulla spalla in modo quasi affettuoso.
-Cosa mi sono perso?- Giorgio era ancora in pigiama. La cosa più bella che avessi mai visto.
Feci scivolare le mie braccia lungo i fianchi e lo guardai.
-Il tuo amico si è appena offerto per accompagnarmi a scuola- dissi e Giulio inarcó un sopracciglio e assunse un'espressione interrogativa.
-Beh fantastico! Divertitevi!- disse e tornò nella stanza.
-Non l'ha presa bene eh?- chiesi senza volere una risposta, afferrai Giulio per la manica e dopo aver preso telefono e chiavi uscimmo.

Arrivammo a scuola mentre suonava la campana.
Giulio mi accompagnò dentro e mi chiese -In che classe andrai?-
-In quella in cui mi assegnerà il direttore o la direttrice di questo carcere- risposi aprendo le braccia a voler indicare tutta la struttura.
Lui rise appena e mi fece cambiare direzione -Di qua!-
Bussò poco dopo a una porta con scritto "Preside".
-Avanti!- quando entrammo, un omone imponente e con voce autoritaria ci accolse.
-A cosa devo il piacere?- chiese. Sembrava non avermi vista.
-La mia amica deve fare il quarto superiore, dovrebbe assegnargli la classe- gli spiegò il ragazzo.
-Nome e cognome prego- disse finalmente guardandomi.
-Ilaria Smith-
Andò alla cattedra e scorse con il dito su un elenco.
-Ah si- alzò lo sguardo su di noi -Siete nella stessa classe-
-Grazie- dissi e lui ci liquidò con un gesto distratto della mano.
-Simpatico- sussurrai e Giulio mi spinse appena sorridendo divertito.

Supereroe FallitoWhere stories live. Discover now