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Lo guardai terrorizzata.
Urlai.
-No! Non può essere morto! No!-
-Ila calmati...- provò a dire il mio migliore amico ma io continuai.
-No! È colpa mia!- stavo urlando. Avevo un male atroce alla testa e... Al cuore.
Lo sentivo frantumarsi.
In mille insignificanti pezzettini.
-Giorgio!- urlai come se così potesse svegliarsi ma una mano mi coprì la bocca facendomi smettere.
-Ilaria, basta cazzo! Non è morto!-
Guardai il ragazzo.
Il suo petto sembrava alzarsi e abbassarsi lentamente e irregolarmente.
Mi inginocchiai accanto a lui, ignorando il sangue che sporcava i miei pantaloni bianchi.
Gli tolsi le mani dall'impugnatura, con cautela.
La testa mi pulsava e per un attimo pensai che mi esplodesse.
Gli carezzai il viso poi scorsi con le mani e andai al petto fino ad arrivare all'impugnatura della lama che usciva dal suo addome in modo inquietante.
Strinsi le mani attorno al pezzo del pugnale e feci per tirare ma Giulio mi urlò -No! Non farlo!-
Lo guardai con un misto di rabbia e sorpresa.
-Dammi un solo buon motivo per cui non dovrei!- sbraitai senza però mollare la presa.
-Perché così peggiori la situazione! La lama blocca il sangue, se la togli uscirà tutto e in pochi secondi morirà- aveva la voce stranamente pacata.
Annuii e tolsi le mani.
-Chiama l'ambulanza. Ora!- lui tirò svelto fuori il telefono e compose il numero dell'ambulanza.
Mentre lui parlava io mi occupai di Giorgio.
Asciugai con una mano il sangue che gli usciva dalla bocca.
Qualche altro minuto e lui sarebbe morto.
Mi avvicinai a lui e unii le nostre labbra.
Delle piccole scosse mi attraversarono tutto il corpo.
Sperai che cosí facendo si sarebbe svegliato ma non successe nulla.
-Ilaria!- Giulio mi chiamò e io mi alzai di scatto.
-Stanno arrivando- io annui e lanciai uno sguardo furtivo allo specchio poco davanti a me.
I pantaloni bianchi erano macchiati sulle ginocchia e anche più su.
Avevo la bocca sporca di sangue come le mani.
I capelli rosa e biondi erano incrostati di sangue che avevo preso avvicinandomi a Giorgio per baciarlo.
Mi pulii le mani sulle cosce. Tanto il danno era già fatto.
Giulio si avvicinò a me e mi abbracciò forte.
-È colpa mia. Se non ce la farà sarà tutta colpa mia- sussurrai mentre lui mi stringeva.
-Shh. Ei cucciola. Smettila. Non è affatto colpa tua-
Sentii le sirene cantare vicino casa.
Erano arrivati. Giorgio era salvo.
In pochi secondi erano già in casa.
Adagiarono Giorgio sulla barella.
Un'infermiere si avvicinò a me preoccupato.
Era un bel ragazzi alto, con i capelli scuri e gli occhi azzurri.
-Tutto bene signorina?-
Lo guardai smarrita.
-Si sta bene- era stato Giulio a garantire per me.
Il ragazzo fece per allontanarsi ma io lo afferrai per il braccio e lui si girò.
Aveva uno sguardo speranzoso, ma non ci feci caso.
-Vengo anche io. Posso salire dietro?-
-Certo- fece lui un po' deluso.
-Ila sei sicura?-
-Si Giulio. Devo andare. È colpa mia se lui sta così e voglio assicurarmi che stia bene- gli lasciai un bacio sulla guancia e poi mi allontanai con il ragazzo.
Entrai nel retro dell'ambulanza e quando anche l'infermiere entrò, l'ambulanza partì, a sirene spianate.

Supereroe FallitoWhere stories live. Discover now