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Due giorni. Mancavano due giorni al tour.
Io avevo già preparato una valigia perché Giorgio partiva prima e alloggiava in un albergo.
Ora eravamo in treno diretti nelle Marche.
Appena arrivati alla stazione abbiamo chiamato un taxi, che ci ha scortati fino all'albergo.
Appena entrata osservai la stanza.
Era spaziosa con delle graziose tende celeste chiarissimo che limitavano la luce nella stanza.
La porta principale dava su un ampio salone provvisto di una TV enorme e un comodissimo divano bianco, e un tavolo marrone chiaro.
Dietro c'era la cucina che era molto ben attrezzata, poi da una parte del salotto c'era un lungo corrido spezzato ogni tanto da una porta.
-Wow!- esclamai posando la valigia a terra.
-Già- lui sembrava un po' indifferente a tutta quella bellissima casa.
Forse non era felice?
In effetti negli ultimi giorni era un po' strano, sorrideva di meno e ci vedevamo poco. E quando ci incontravamo lui era distaccato.
Decisi di lasciar perdere e di andare a vedere una delle camere.
Aprii la prima ed entrai in una bellissima stanza con un letto matrimoniale. Sicuramente era la camera padronale.
Decisi che lì poteva andare bene e quindi entrai.
Il letto aveva delle coperte morbide al tatto.
Posai la valigia ai piedi del letto e mi sdraiai.
Sì, era decisamente comodo.
Giorgio entrò nella stanza e sembrò non vedermi.
Lo seguii con lo sguardo per tutta la stanza mente lui sistemava le sue cose.
Si è già stancato di me?
Mi chiesi.
Cercai di pensare a un momento particolare in cui si può essere offeso o arrabbiato, ma nonostante mi sforzassi di pensare non riuscivo proprio a capire.
Sentii il letto abbassarsi al mio fianco e io mi scossi dai miei pensieri.
-Tutto bene?- gli chiesi girandomi su un fianco, verso di lui.
Lui annuì ma nulla di più.
Rimasi a fissarlo.
I suoi occhi scuri in contrasto con le coperte bianche.
Le sue labbra così perfetto che sembravano chiamarmi... O forse lo stavano facendo...
-Ila mi stai ascoltando?- disse lui.
-Io... Si-
-Cosa stavo dicendo?- mi chiese.
-Che avevi tanta voglia di baciarmi..- mi misi a cavalcioni sopra di lui.
Ma la sua espressione non cambiò.
Mi abbassai e feci unire le nostre labbra.
Lui mise le mami sul mio petto e mi allontanò.
-Cosa c'é..? Cos'è che ti tormenta?!- sbottai infine.
Vedendo che non diceva nulla mi alzai e mi misi ai piedi del letto.
Lui si alzò a sedere.
-Sono diversi giorni che sei strano. Non ti comporti più come prima. Mi tratti come se fossi una cosa scontata. Come se, vedendomi tutti i giorni, ormai tu ti sia stancato di me!- dissi con la voce più alta di un ottava.
-Ma cosa stai dicendo?! Io ti amo. Non sei una cosa scontata per me. Ila davvero credimi, io ti amo...!- confermò lui. All'improvviso sembrò più stanco del solito.
-E allora perché non mi dedichi attenzioni?- gli chiesi con la gola che bruciava e gli occhi che pungevano per le lacrime che stavano aspettando impazienti di uscire.
-Non è vero! Ila credimi...!- sembrò supplicarmi lui.
-Hai un'altra vero?-
Lui spalancò gli occhi ma rimase in silenzio.
Tutto il mondo mi cadde addosso.
Tutto quello che avevamo costruito insieme, della nostra storia, mi si rivoltò addosso senza pietà. Tutti i sacrifici che aveva fatto lui, e che avevo fatto anche io, per stare insieme a lui, tutto stava finendo in un attimo.
Le lacrime che mi bruciavano in fondo alla gola ora si stavano riversando fuori inondandomi il viso.
Lo guardai con tutto l'odio e il disprezzo che avevo e poi indietreggiai e uscii dalla porta, e una volta fuori corsi lontano, lontana da lui.

Supereroe FallitoTahanan ng mga kuwento. Tumuklas ngayon