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Aprii gli occhi impastati a causa del sonno. Eravamo in viaggio già da diverse ore e mio padre aveva sbagliato strada più di una volta.
-Dove siamo mamma?- non ottenni risposta e spostando lo sguardo su di lei vidi che dormiva.
-Siamo quasi in città- rispose mio padre.
Buttai la testa all'indietro e rimasi immobile.
Pochi mesi prima avevamo perso Jonathan, mio fratello. Lui stava male e nessuno se ne era accorto. Era distrutto dal fatto che i miei non gli davano attenzioni. Da piccolo lo picchiavano sempre. I nostri genitori e i compagni a scuola.
Portava cicatrici ovunque, ma la più grande l'aveva dentro.
Non permetteva a nessuno di avvicinarsi a lui, neanche me. Soffrivo per lui, cercavo di aiutarlo ma non facevo mai abbastanza. Poi quando quella sera l'abbiamo trovato riverso sulla strada con il sangue che usciva dalla bocca i miei si sono resi conto di quello che avevano fatto. Siamo partiti appena abbiamo potuto. Volevano scappare da quella città. Da quella casa e ora stavamo andando a Roma. Dove c'era mia nonna.
-Eccoci- mio padre fermò la macchina riscuotendomi dai miei pensieri.
-Siamo arrivati?- biascicò la mamma ancora addormentata.
Mio padre uscí dalla macchina chiamando a gran voce mia nonna, che uscí poco dopo a braccia aperte.
Uscii e la abbracciai, mi lasciai scappare una lacrima che asciugai subito con il dorso della mano.
La nonna ci fece accomodare in casa e ci fece sistemare i bagagli nella camera degli ospiti.
-Nonna ma ci sono altri bagagli qui!- sapevo che nonna affittava ma non pensavo che lo facesse anche d'inverno.
-Oh si. Un ragazzo si è presentato pochi giorni fa. Sembrava così distrutto e era fradicio così gli ho detto che poteva rimanere- mi rispose portandomi nella stanza dove dormivo da piccola.
Entrai nella camera. Era ancora come la ricordavo. La nonna mi lasciò sola e io girai nella stanza sfiorando con le dita ogni oggetto.
Mi soffermai sulla scatola ai piedi del letto. Mi sedetti e la aprii.
Dentro c'erano tutti i vestiti di Carnevale, Halloween e vestitini che la nonna mi aveva regalato.
Ne presi uno e lo rigirai tra le mani. Il tessuto era morbido. L'avevo indossato a San Valentino ad una festa che aveva organizzato una mia amica.
-Bella-
Mi girai di scatto e sulla soglia della porta c'era una ragazzo alto. Sembrava annegare nei suoi vestiti che erano di qualche taglia in più. Aveva una cresta nera e degli occhi marrone scuro.

Supereroe FallitoWhere stories live. Discover now