Si riunirono tutti per fare delle foto insieme allo staff e quant'altro una routine che sembrava divertirli, visti gli scherzi che si facevano mentre cercavano di darsi un tono e stare seri.

Victoria che iniziava lentamente ad ambientarsi e a sciogliere il ghiaccio iniziale, li guardò, rimanendo vicino al fotografo.

Finite le fotografie, direttori e dirigenti si spostarono sparendo dalla stanza. Gli agenti fecero uscire i giocatori un po' alla volta, e il gruppo si sfaldò svuotando la stanza.

Victoria guardò l'ora: le cinque e mezza.

Il tempo era davvero volato. Entro le sei doveva essere in ufficio per il primo rapporto e poi avrebbe dovuto lavorare tutta la notte su eventuali domande da porre ai giocatori durante i loro allenamenti.

Li guardò entrare tutti in stanza diversa e percorse da sola il corridoio fino ad arrivare all'uscita della sede nel parcheggio pieno di macchine.

Chiamò la macchina di servizio e si mise sul marciapiede ad aspettare che arrivasse. Si guardò intorno, sospirando. Come primo giorno di lavoro - a parte qualche momento drammatico - non era stata poi così male. Ripensò a cosa era successo ai primi ragazzi conosciuti e poi si rese conto che un volto non riusciva a toglierselo dalla mente. Era quello di Sergio, quel ragazzo così misterioso che non sembrava proprio aver gradito la sua presenza lì dentro - o forse era solo il suo modo di presentarsi. Continuava a ripensare al modo in cui l'aveva guardata, a come le aveva stretto la mano, al suo tono di voce e a come l'aveva studiata per tutto il tempo.

Un vociare che si stava avvicinando la destò dai suoi pensieri. Si voltò di scatto vedendo arrivare uno dietro l'altro i ragazzi appena conosciuti e i loro compagni. Tutti si fermarono curiosi a salutarla agitando le braccia. Victoria rispose a tutti, anche a facce sconosciuti ma che avrebbe conosciuto presto. Tra questi, vide Sergio. Si scambiò un'occhiata con lui, fermo vicino ad una Audi nera.

Non la salutò, né lei. Si guardarono e basta - per l'ennesima volta.

Poi lui aprì la portiera, vi salì, mise in moto e uscì dal parcheggio passandole accanto.

Victoria lo seguì con lo sguardo finché non lo perse nella strada. Poco dopo arrivò la sua auto, vi salì abbandonandosi esausta sul sedile posteriore.

"Allora com'è andata?" sorrise l'autista.

"Bene.." sorrise guardando i ragazzi chiacchierare vicino alle proprie auto. "Non pensavo ma..bene."

"Sono contento. Ne ero sicuro." mise in moto e ripartì.

Non fece nemmeno in tempo ad arrivare a casa, che subito bussò qualcuno alla porta.

Victoria corse ad aprire sapendo benissimo chi potesse essere. Quando la porta si spalancò, un uragano di nome Ines la travolse.

"Ora mi racconti tutto dall'inizio ogni minima cosa!!"

Victoria chiuse la porta mentre Ines girava come una trottola entusiasta per il salotto.

"Ok ora calmati.." sospirò ridendo "Dammi un minuto che mi cambio.."

"Sei arrivata adesso dalla sede?" domandò seguendola in camera.

"No, ero in redazione a fare il primo resoconto. Ma niente di particolare."

"No scusa come niente di particolare?! Tu non puoi conoscerli e dirmi niente di particolare!"

Victoria sistemò i vestiti tolti nell'armadio e indossò i comodi pantaloni della tuta e una t-shirt prima di abbandonarsi sul letto vicino alla cugina per chiacchierare e raccontarle la sua giornata.

Trilogia con Sergio RamosDonde viven las historias. Descúbrelo ahora