Tutte queste preoccupazioni l'avevano accompagnata per tutto il tragitto fino a casa e quando finalmente arrivò di fronte alla soglia di casa e aprì la porta si sentì come liberata di un peso.

Quei pensieri si sciolsero rapidamente - quasi magicamente - mentre camminava per il suo appartamento, attraversava il salotto e la cucina, arrivava fino alla camera da letto. Si tolse le scarpe sentendo di nuovo il pavimento freddo sotto i piedi scalzi, le buttò in un angolo e sospirò. Aveva bisogno di una doccia e di un letto, nient'altro. Basta pensare, basta fasciarsi la testa prima di rompersela: lei era Victoria Sanz, non una reporter qualunque. Era nata per fare quel lavoro, per fare la giornalista, e non era di certo una sprovveduta: avrebbe affrontato anche quello, avrebbe fatto un ottimo lavoro in quel mese di ricerche e interviste, in un attimo ne divenne sempre più sicura mentre prendeva fuori dall'armadio comodi vestiti per dormire prima di abbandonarsi al relax totale nella sua vasca già piena di sapone e oli profumati.

Non sapeva da dove le stesse uscendo tutta quella sicurezza, ma la stava aiutando a superare le sue paure e a prendere la cosa nel giusto modo.

Sospirò, si liberò dei vestiti indossati per tutto il giorno, e si immerse nella schiuma, appoggiando la testa al bordo della vasca. Di sicuro non si sarebbe mossa da lì per un'ora abbondante - non le importava dell'acqua né delle bolle né di fare un bagno, le serviva a non pensare stare lì ad occhi chiusi.

Era ovvio però, che fuori dalla vasca di bagno c'era un mondo che ancora era in movimento e a ricordarglielo ci pensò lo squillò del suo cellulare, appoggiato sul mobiletto accanto alla vasca. Fu tentata di non rispondere, ma poi il telefono ebbe la meglio.

"Pronto?" disse senza nemmeno guardare chi fosse.

"Sei a casa?" la voce familiare di sua cugina Ines la travolse in mezzo a dei rumori di traffico infernale.

"Sì..appena tornata..tu dove sei?" disse tappandosi un orecchio sperando di riuscire a sentire meglio cosa stesse dicendo.

"Ho saputo del tuo nuovo incarico!"

"E da chi scusa?"

"Jennifer..." la segreteria di Victoria non riusciva mai a farsi gli affari suoi. "Posso venire a darti una mano domani??"

"Scusa?"

A differenza sua, Ines era una vera sportiva appassionata di calcio soprattutto. O forse, di calciatori. Li conosceva tutti, sapeva elencare a memoria tutta la squadra - riserve e titolari - del Real Madrid e del Barcelona senza sbagliare nemmeno una pronuncia. Leggeva sempre i giornali sportivi e guardava le partite in televisione con i suoi amici sfegatati la birra e i pop-corn.

Le due ragazze erano cresciute praticamente insieme, avevano frequentato le stesse scuole e vissuto anche nella stessa casa per qualche tempo; nonostante avessero due caratteri totalmente opposti, erano come sorelle e avevano praticamente condiviso tutto. Ines lavorava come fotografa professionista in uno studio, mentre Victoria, due anni prima, era stata assunta come reporter alla redazione di un mensile di attualità molto famoso a Madrid - avevano realizzato i loro sogni insieme, appoggiandosi e consigliandosi sempre proprio come fanno le vere amiche.

"Sì ti prego!!" la supplicò Ines "portami con te domani!!"

"Guarda ti cederei volentieri il posto" sbuffò Victoria ad occhi chiusi mentre cercava ugualmente di rilassarsi nella vasca "ma il capo ha scelto me per fare questa...cosa.."

"E lo dici così?!" protestò Ines con tono sconvolto.

"Non so niente di quel mondo! Ines non sono come te...veramente se potessi passerei il testimone a qualcun altro!"

Trilogia con Sergio RamosOpowieści tętniące życiem. Odkryj je teraz