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"G-Grazie per avermi fatto fare la doccia nel tuo bagno, Jungkook." Jimin sorrise timidamente, avvolgendosi l'asciugamano in vita.

"Aigoo, nessun problema." Sorrise ampiamente. "Non è niente. LOL." Jimin gli rivolse uno sguardo strano, era quasi come se queste cose accadessero ogni giorno.

"Sei strano a volte." Jimin alzò gli occhi al cielo, ridacchiando.

"Pft..."

▬•••▬

In precedenza, Jungkook era andato nella cella di Jimin, si sorprese quando vide la porta aperta. Quando capì che era vuota gli venne un tuffo al cuore e iniziò a farsi prendere dal panico. Si preoccupò pensando a ciò che poteva essergli successo. Sapendo quanto poteva essere potente Mr. Min, pensò che si fosse stufato di Jimin e che avesse deciso che non aveva utilità. Finì per pensare che Mr. Min aveva ucciso Jimin.

Il cuore gli si gonfiò quando iniziò lentamente a credere ai suoi pensieri. Cominciò a rimpiangere Jimin per la sua 'morte'. Si ricordò di avere ancora del lavoro da fare e non poteva permettersi di essere in ritardo. Così pregò per un paio di minuti e andò al suo posto.

"Jimin? Morto? Di cosa stai parlando? Non è morto!" Sussurrò Taehyung cercando di trattenersi dal ridere.

"Aspetta... Cosa??" Jungkook si irrigidì.

"Sì, Mr. Min mi ha detto di andare da lui prima. Improvvisamente voleva che Jimin fosse il suo servo e roba del genere. Anche se non viene pagato come noi, gli ha anche dato quella stanza vecchia nell'ala est.. È un po' triste."

Quando sentì la notizia, corse velocemente nella stanza di Jimin, con Taehyung che gli urlava contro, 'O-OI JUNGKOOK! YAH-- ASPETTA!' Ma non lo seguì. Sospirò e mormorò qualcosa.

Con questo, vide Jimin coperto dal sapone. Non gli importava, senza esitazione gli corse incontro e lo abbracciò - sollevandolo nel mentre - e muovendo il suo corpo, a destra e a sinistra. Jimin non riusciva a dire niente in quel momento, fece del suo meglio per non arrossire e sentì le farfalle nello stomaco con il cuore che batteva all'impazzata per quanto era adorabile il più piccolo.

Lo abbracciò per cinque minuti buoni. Chiese perché era coperto di schiuma e senza aggiungere altro Jungkook trascinò Jimin nella sua stanza per fargli usare la sua doccia.

▬•••▬

"Quindi... Sei il servo personale di Mr. Min adesso?" Jimin annuì in risposta. Jungkook lo derise. "Accidenti, ha già un sacco di cameriere. Perché preoccuparsi di averne uno personale." Alzò gli occhi al cielo, Jimin si strinse nelle spalle.

"E ti ha dato pure questa stanza schifosa!" La voce di Jungkook si fece più alta. "Tipo, quest'uomo potrebbe essere la ragione per cui la mia famiglia è ancora viva e in salute.. Ma per l'amor di Dio. A volte vorrei solo... Colpirlo davvero forte, proprio sopra la testa!" Incrociò le braccia. "O-O peggio, sì! Forse nelle palle! Questo lo farebbe imparare!" Aggiunse.

"Accidenti.." Jimin rise. Ma Jungkook si accigliò. "Sono serio!" Sospirò poggiando la schiena al muro. "Un giorno, devi solo aspettare, quando avrò abbastanza soldi. Smetterò di venire qui per sempre! Starò finalmente con la mia famiglia dopo questo!"

"Spero non succeda troppo presto, non voglio che mi lasci qui tutto solo con lui." Jimin ridacchiò.

"Ah, non ti lascerò assolutamente qui, ti porterò con me." Jungkook sorrise. "E staremo insieme.. Per sempre." Jimin arrossì e colpì la spalla del più piccolo. "Pft, smettila di farmi arrossire!" Si lamentò.

"Non ci sto nemmeno provando." Jungkook ghignò inclinando la testa di lato, mostrando la sua magnifica mascella. Jimin fissò davanti a lui, stupito da come quell'uomo era così.. Perfetto ai suoi occhi.

Ma prima di imbarazzarsi, gemette cercando di fermare il rossore allontanando il suo viso con la mano. "Smettila."

• • • • • • •

"Oh! Ne ho una- Perché le persone NON giocano a poker nella giungla?" Chiese Jungkook a Jimin, Jimin alzò le spalle sorridendo. "Non lo so? Perché?"

"Perché ci sono troppi ghepardi." [è una battuta.. boh, con le carte da poker credo. fate finta di averla capita ok...]  Disse Jungkook, Jimin scoppiò a ridere e appoggiò la testa sulla sua spalla. "Fai schifo a dire battute." Sussurrò Jimin scuotendo la testa, sorridendo ampiamente.

"Ma tu hai riso lo stesso." Jungkook ridacchiò.

"Qualunque cosa." Jimin alzò gli occhi al cielo.

Jungkook e Jimin stavano facendo un piccolo picnic sulla collina. I piatti e i contenitori di cibo accanto a loro, un refrigeratore per i drink accanto al cesto vuoto che avevano usato per mettere il cibo e un enorme coperta da picnic rossa sotto di loro con un paio di cuscini intorno.

Si stesero entrambi, con la testa appoggiata sui cuscini. Jimin sorrise e guardò verso Jungkook. Quest'ultimo lo stava già fissando con un grande sorriso sul volto, mostrando i denti da coniglio. Sentì la sua mano intrecciata a quella di qualcun altro, guardò in basso e le vide.

Jimin arrossì, sorrise e distolse lo sguardo godendosi il sole che splendeva sul suo volto, riusciva a sentire le grida di Taehyung mentre dava da mangiare alle anatre allo stagno lì vicino. Rise alla stupidità del ragazzo e stette così per un paio di secondi. Era tutto perfetto. Non voleva che niente di tutto questo finisse.

Poi tornò a guardare Jungkook. Vedendo che non c'era più si sedette per cercarlo.

Vede una figura lontana, di spalle. "Yah! Jungkook~" Chiamò, ma lui non rispose, decise di andare da lui. Come si avvicinava, il cielo e i dintorni diventavano sempre più scuri. Si girò per guardare Taehyung ma non c'era più, neanche il picnic messo dov'era prima.

Guardò avanti continuando a camminare verso la figura, "Jungkook?" Chiamò facendosi più vicino. Senti improvvisamente delle catene stringergli i polsi, trascinandolo verso il basso e tirandolo indietro. La figura si girò mostrando i familiari capelli color menta e un sorriso malvagio, gli occhi erano nascosti dall'ombra della sua frangetta. Poi si avvicinò a Jimin. Tirò le catene con tutte le sue forze per cercare di scappare da lui, ma senza alcun risultato.

Lo vide in possesso di un enorme frusta nella mano destra, la mosse in aria producendo un suono. Jimin era pieno di terrore, a questo punto, si fermò per la paura.

"Non c'è da stupirsi che tuo padre ti ha dato via." Ridacchiò. "Sei solo un inutile pezzo di merda. Le persone come te non meritano di vivere!" 

Alzò la frusta pronto a colpirlo, la mosse verso il basso puntandola a Jimin e non appena la frusta venne a contatto con il suo corpo, Jimin si mise finalmente a sedere. Si guardò intorno all'ambiente familiare e si asciugò il sudore dalla fronte.

Era tutto un sogno.

Jimin respirò pesantemente e provò a registrare tutto. Si sentiva così confuso e terrorizzato, sembrava tutto troppo reale. Scosse la testa per cercare di farlo uscire dalla sua mente finché non vide l'orologio sul muro sopra la porta mostrare l'ora.

5:49

"Ti aspetto nel mio ufficio alle 6, in punto. Non provare a deludermi."

"Se fai un secondo di ritardo, dovrai affrontare gravi conseguenze."

Sentendo queste osservazioni, Jimin aveva solo circa 11 minuti per prepararsi. Saltò fuori dal letto andando al bagno con i suoi (unici) vestiti che aveva lavato la scorsa notte e un asciugamano.

taken by the beast + yoonminDove le storie prendono vita. Scoprilo ora