Capitolo 34

4.2K 224 92
                                    

L'edificio era grande ma mi era proibito andare nella maggior parte delle stanze. Pietro mi aveva fatto fare un giro generale spiegandomi la funzione di alcuni determinati settori, molti altri invece rimanevano ignoti anche per lui.
Schmitz aveva pochi collaboratori che vedevi si e no durante l'arco della giornata. Passavano furtivamente per i corridoi, con lo sguardo basso e un sacco di cartelle in mano da portare da una stanza all'altra.
Le pareti, il pavimento e qualunque mobile fosse riposto qui era di un colore spento, sul grigio principalmente.
Mi metteva tristezza come posto.

<<Eccoci>>mormorò Pietro aprendo una porta grigia uguale a tutte le altre in quel corridoio.
L'unica stanza che forse era leggermente più colorata era proprio la mia. Non aveva finestre e l'unica luce proveniva da due lampade al neon. Il letto era più grande di quello che immaginavo, credevo avesse l'aspetto di una barella d'ospedale e invece era un letto normalissimo.  Attaccata ad una parete c'era una scrivania abbastanza vecchiotta in legno con sopra una lampada non funzionante, molto utile.
Fui sollevata nel vedere che avevo un bagno tutto per me. Era minuscolo, ci stavano solo le cose essenziali. Nulla a confronto della stanza alla Stark Tower.

Entrai titubante:<<carina>>
<<Non devi mentire con me>>disse sorridendo appena e avanzando verso il mio letto. Si sedette sbadatamente.
<<Ehi, quello è il mio letto. Come minimo devi chiederlo a me se puoi sederti>>
Trattenni una risata e mi sedetti di fianco a lui sospirando rumorosamente.

<<Spero ti piaccia stare qui>>mormorò dopo un po' senza guardarmi.
<<Nel caso me lo farò piacere>>scherzai, anche se si sa, c'è sempre un fondo di verità in queste cose.
Abbozzò un piccolo sorriso, poi tornò serio:<<dico seriamente>>
Mi morsi le labbra:<<anche io>>

<<Posso fare una chiamata?>>chiesi tirando fuori dalla tasca della felpa il cellulare, pronta a chiamare mia mamma.
Scosse la testa ma prima che potesse dire qualcosa guardai lo schermo e capii da sola.
<<Non c'è campo>>dicemmo all'unisono.
<<Come mai?>>chiesi subito dopo.
<<Non lo so, non mi è mai servito perciò non glielo ho chiesto>>
Vidi un'ombra avvicinarsi alla porta della camera, e d'istinto mi alzai.
Lo scienziato Schmitz entrò con una pila di vestiti piegati in mano:<<ci tenevo a portarteli personalmente, mia figlia aveva lasciato questi panni l'ultima volta che era venuta qui, credo che queste cose ti possano stare, siete più o meno simili>>
Annuii e presi i vestiti.
Non riuscivo a sorridere, non so per quale motivo.

<<è da tanto che ti aspettava>>disse Pietro non appena lo scienziato sparì

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.

<<è da tanto che ti aspettava>>disse Pietro non appena lo scienziato sparì. 
<<Posso sapere come stanno gli Avengers?>>sbottai continuando a guardare la pila di vestiti.
<<non sappiamo ancora niente. Schmitz ha provveduto per fermare gli attacchi e credo ci sia riuscito>>
Quel suo tono confuso mi diede sui nervi:<<come scusa? credi? doveva essere una cosa certa! se venivo con te loro sarebbero stati al sicuro.>>

The Psyche Girl- un nuovo eroe MARVELDove le storie prendono vita. Scoprilo ora