Capitolo 11

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Walter

Aspetto che Rachel esca. Sento il rumore della porta chiudersi prima che si crei un silenzio tombale.
Continuo a guardare papà.
Non riesco a pensare a lui come membro di una gang, tanto meno posso tollerare il fatto che non me l'abbia mai detto.
Tutte quelle volte che mi faceva le ramanzine perché stavo con gli amici sbagliati...a che pulpito veniva la predica.

Mi ignora, sembra quasi che lo faccia apposta.
Ad un certo punto si alza e va a sedersi sul divano, accendende la TV su un qualche telegiornale.

"Guarda che esisto anche io eh"-gli dico freddo appoggiato alla cucina.

"Certo che esisti anche tu Walter, ma se continui a guardarmi così non riuscirò mai a fare conversazione con te"-mi risponde con accento ironico.

"Ah beh, avresti potuto farlo quando ero più piccolo, forse. E dirmi che facevi parte di una cazzo di banda! Quella dei Dablo poi!"-sbotto.
Okay, è fatta...
Rimane di stucco, non sa cosa rispondere.
Con un sorriso palesemente finto si rivolge a me:"Non dire assurdità". Stava mentendo, era ovvio.

"CAZZO!"-urlo dando un calcio alla sedia che cade per terra-"TU FACEVI PARTE DELLA BANDA CHE HA UCCISO LA MAMMA E NOI NON NE ABBIAMO MAI SAPUTO NIENTE. PERCHÉ?"-sono furioso, ho detto noi pensando a Rachel.
Mio padre scatta in piedi, adesso ha un'aria arrabbiata e preoccupata.
"COS'HAI COMBINATO EH?"-gli dico quasi ad accusarlo per la morte della mamma. Deve aver per forza fatto qualcosa. Preso dalla mia furia, papà mi dà un ceffone, forte, fa male. Mi risveglio dal mio stato infuriato, adesso lo sto fissando senza lasciar trapassare nessuna emozione. Si sente solo il volume lieve della TV accesa.

"Io amavo tua madre. Come puoi pensare che lei sia morta per colpa mia?"

"Com'è che allora stavi con i Diablo?"

Sospira e fa una pausa di qualche secondo guardando i suoi piedi.

"Anche io come te ero un ragazzo, commettevo degli sbagli e frequentavo gente sbagliata. E' stato quando me ne sono reso conto che ho deciso di prendere la strada del poliziotto. Credi che non lo sappia cosa vai combinando? Cosa sono tutte quelle ferite sul volto e sulle nocche? Eh? Come hai scoperto una cosa tanto segreta? Hai parlato per forza con uno dei Diablo. Cosa dovrei dire io a te?"

"Tu non ci sei mai stato. Non vedo quale altra strada avessi potuto prendere. Te ne sei sempre fregato di me. Qualunque persona potrebbe essere un padre migliore di te."

Quelle ultime parole devono averlo spiazzato. E anche io non so con quale coraggio le abbia dette, sto tremando. Mi guarda con gli occhi lucidi, che uomo fallito. No. Lo vedo mentre si butta su di me, sbattendomi al muro e prendendomi dalla gola.

"P..pa.."-sto soffocando, sento scoppiarmi il cervello. Ho paura, mio padre non mi aveva mai picchiato, come è arrivato a farmi questo? Soffoco. 

Stacca le mani da me, che cado a terra e ansimo con fatica, mentre lui si guarda le mani come se fosse un mostro. Lo è. Vorrei chiedergli ancora una volta cosa faceva coi Diablo, ma niente, la voce non esce. E mentre cerco di riprendermi, papà si infila il giubbotto ed esce, lasciandomi lì, a terra, piangente. Cosa ti ha fatto, mamma?

Passa quella che mi sembra una mezz'oretta, e finalmente trovo la forza di alzarmi e andare in bagno.
Mi guardo velocemente allo specchio e vedo come sono combinato da schifo.
Ho gli occhi arrossati dal recente pianto, i capelli mi cadono scomposti dappertutto e non ho più voglia di vivere.
Non ho neanche voglia di fumare, unica cosa che di solito mi risolleva.

Vado nella mia stanza e lentamente mi infilo il giubbotto.
Sembra tutto irreale, sento come se questo corpo non mi appartenesse.
Scendo le scale ed esco, incamminandomi verso casa del mio amico.
Prima di arrivare nel suo vicinato mi do uno sguardo col cellulare.
Fortutamente i segni del pianto sono scomparsi, e mi avvicino alla casa da cui proviene tutta la musica.
Cazzo quanta gente c'è! E non ho minimamente voglia di incontrarne neanche uno.
Chissà dov'è Rachel, spero non stia facendo cazzate, dopo dovrei controllare al piano di sopra. Ma no.. cosa vado a pensare, non è quel genere di ragazza.
Entro dentro, e alcuni mi salutano.
Rispondo pigramente per mantenere la maschera di sempre.
Giro un po' per la casa, e non trovo né Josh né gli altri.
Frustrato e irritato mi dirigo in cucina, spero che lì almeno ci sia un po' di birra, voglio pensare meno possibile stasera.
Entro nella stanza e sorpasso una coppietta che sta limonando pesantemente, puzzano di alcol, spero solo che lei sappia chi sia lui.
Mi stappo una birra e inizio a berla, mentre con lo sguardo mi affaccio sul salone, collegato con la cucina ad un corridoio altrettanto affollato.
Finalmente vedo la capigliatura di Jack, inconfondibile e trash all'inverosimile, e mi dirigo verso di lui.
Appena a portata di braccio gli mollo una pacca sulla spalla facendolo sussultare.

"Ehy amico, dov'eri? Ti stavamo aspettando"- mi saluta il mio compagno.

"Nulla...ho solo fatto un po' tardi a casa"- mi giustifico a disagio, spero non si noti troppo.

"Tanto per cambiare eh?"- ride -"dai andiamo, con te possiamo cominciare"

"A fare cosa?"- gli chiedo incuriosito.

"Tu vieni con me e non prouccuparti"- mi dice sorridendo, prima di avviarsi verso le scale.

Gli sarà arrivato un carico migliore, come tutte le volte che mi sorride così e mi dice di fidarsi.

Si ferma accanto a quella che se non ricordo male e la camera di Josh.
Jack bussa e un volto appare dalla porta semichiusa, anche se da quel piccolo spiraglio, si può notare quanto fumo ne stia già uscendo.

"Ah lo sapevo"- dico sorridendo, forse per la prima volta in questa serata.

Entriamo e mi ritrovo a non veder nulla oltre il palmo della mia mano.
Il profumo di cannabis mi entra subito nella narici, e inizio a sentirmi già meglio.
Passo a rassegna i tossici che ci sono.
C'è Dan, ci siamo io e Jack e altri 3 ragazzi di cui ricordo solo le facce.
Mi siedo sul latro vicino a uno degli sconosciuti, che subito mi passa una canna e inizio a fumare.
Appena il fumo mi penetra i polmoni e mi arriva al cervello quasi dimentico tutto quello che mi è successo: i Dablo, mia madre, mio padre, il dolore.

"Vedi di non fumartela tutta eh, da come hai iniziato..."- ride Jack, e così facciamo tutti.

"Ehy... ragazzi... dov'è Josh?"- biascico tra un tiro e l'altro.

Questa roba è proprio forte.

Ci mettono un attimo a rispondere.

"Ehm...dovrebbe essere...da qualche parte..."- mi risponde...Kyle credo...sono già abbastanza fatto da non dar più importanza ai nomi.

Annuisco pensieroso e continuo a fumare, mentre parliamo del più e del meno, e la stanza si riempe sempre più di fumo.
Ad un certo punto Dan decide di fare un gioco, e presto poca attenzione a quello che ci propone.
Inizio a sentirmi strano...sono felice, ma allo stesso tempo sento qualcosa di pensante che mi cresce nello stomaco.
Tutti si alzano, e io devo darmi una mano appoggiandomi ai miei compagni.
Sembra tutto così alto da quassù...e tutto gira così forte...

C'è caldo, sudo. Sono troppo debole per tirarmi su, gira tutto, cado. Qualcuno accanto a me mi scuote, è Jack, credo sia lui, vedo appannato e non capisco se sia il fumo troppo denso nella stanza o il mio cervello. Vedo la moquette polverosa, le scarpe frenetiche dei presenti nella stanza e poi...buio totale.

Carry OnWhere stories live. Discover now