Capitolo 4

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Rachel

La canzone della sveglia mi risveglia.
Ho dormito così bene stanotte...non dormivo così da molto tempo, e finalmente non ho sognato.

Stacco la sveglia e mi rigiro nel letto, ho ancora una mezz'oretta. Noto che la televisione è spenta, ma non ricordo di averla effettivamente spenta, ma non ci faccio tanto caso.

Fisso il soffitto, voglio un abbraccio.

Mi metto su un fianco, porto le ginocchia al petto e abbraccio le mie gambe, c'è freddo.
Non solo fuori ma anche dentro di me.

Però sono tranquilla oggi, di solito mi sveglio dopo un incubo. Vedo mio padre con una pistola in mano che corre, o per lo meno scappa. Ad un certo punto, continuando a correre, si gira e preme il grilletto. Il rumore dello sparo mi sveglia, rimbombando sulla mia testa facendomi sentire disorientata.

Altre volte compare un viso in quel sogno. Il viso dell'uomo che ha ucciso mia madre, che sorride verso di me. Come se avesse vinto su qualcosa, come se fosse soddisfatto.

Mi sfrego gli occhi, sbadiglio e mi stiracchio un po'.
Sbuffo, non ho voglia di alzarmi.
Comincio a pensare a come potrebbe essere oggi la giornata a scuola e mi prepararo mentalmente sulle peggio cose.

Mi alzo e vado verso l'armadio. Oggi ho voglia di qualcosa di morbido e caldo, e come al solito finisco per indossare il solito felpone e un jeans con alcuni tagli.

Tagli su un jeans proprio come quelli sulla mie braccia.
Indosso felpe larghe proprio perché nascondono quello che faccio al mio brutto corpo e non sfregano con le conseguenze.

Preparo lo zaino e scendo, ho ancora una decina di minuti per fare colazione.

Scendo le scale e vedo Walter che sta preparando dei toast, papà seduto a tavola che guarda un telegiornale.
"Buongiorno"- dico a bassa voce e tutti si girano verso di me.
"Buongiorno"- mi dice Walty fissandomi un po' troppo intensamente.
"Giorno piccola"- dice papà abbozzando un sorriso.
Facciamo colazione in silenzio e poi io e Walter usciamo insieme.
"Buona scuola ragazzi...io oggi non vado a lavoro, ho giorno libero"- ci saluta papà.
Noi gli rispondiamo con un gesto della mano e un sorriso.

Fortunatamente la nostra scuola è vicino e quindi ci andiamo a piedi.
Walter sembra prouccupato e non alza lo sguardo da terra... chissà cosa sarà successo ieri sera.
Almeno non ha qualche occhio nero o naso rotto.

Arriviamo a scuola e ci dividiamo dopo un sguardo d'intesa. Dato che oggi mi sento un po' meglio mi dirigo subito in classe dove almeno potrò incontrare qualcuno.

Entro in classe e vedo che c'è ancora poca gente, poso la cartella e mi siedo.
Dopo poco entra la mia compagna di banco, Hannah, che appoggia la cartella vicino alla mia e si siede.
"Giorno"- esordisco.
"Mhhhhh"- mi risponde prima di appoggiare la testa sul banco.
"Ehy...successo qualcosa?"- rido. Viene spesso a scuola così assonnata, è una di quelle persone festaiole iperattive.
"Ieri sono stata fuori fino a tardi con Matthew"- mi risponde sbadigliando. Matthew è il suo ragazzo di qualche anno più grande. Almeno lei ce l'ha il ragazzo... Non che io ne voglia uno, l'ultima volta che ho provato è stato con Jack, l'amico di Walty. Quella è stata la prima è ultima volta che ho voluto fare amicizia con gli amici di mio fratello.
"Suuuu, almeno vi siete divertiti?"- chiedo sorridendo per la situazione.
Lei sposta un po' la testa verso di me e rotea gli occhi.
Questo mi fa capire che è meglio non indagare troppo, così cambio argomento mentre la classe si riempe man mano prima del suono della campanella.

Il prof entra ed inizia a spiegare, io seguo e capisco la lezione, routine insomma.

Le ore passano veloci una dopo l'altra e arriva l'ultima ora, nel quale si presenta un nuovo professore. Fortunatamente abbiamo sostituzione, dato che anche se la scuola mi piace, queste 4 ore sono state pesanti e avevo proprio bisogno di una pausa.

Tutti iniziano a tirare fuori i cellulare e a cazzeggiare, io ho solo voglia di ascoltare un po' di musica così prendo le cuffiette, il blocchetto da disegno che tengo sempre con me nella cartella e inizia a disegnare a tempo degli Arctic Monkey.

Vado avanti così per circa un quarto d'ora quando poi il blocchetto mi viene strappato da davanti.

"Non di nuovo" penso, sperando che non sia l'ennesimo scherzo di Michelle, Caterine e Samantha. Si credono fighe solo perchè hanno vestiti firmati e trucchi super costosi.    

Stacco la musica e mi levo le cuffie girandomi, e noto con dispiacere che non mi sbagliavo. Sono loro, come al solito con quintali di trucco sulla faccia e tutte con lo stesso stampo. Frangia bionda e trucco molto marcato. Le guida al solito Michelle, che sta sfogliando il mio blocchetto con finto interesse.

"Ridammelo subito!"- quasi urlo, tendendo una mano per afferarlo.

Lei mi scansa:"Ehy ehy ehy! E questa energia oggi?" ridacchia pure. Che nervi.

"È mio quello."

"Abbassa il tono, chi ti credi di essere?"

"Ma chi ti credi di essere tu! Gallina!"- oddio non mi riconosco neanch'io.
Le amiche di Michelle ridono mentre lei smette di sfogliare il mio blocchetto coi disegni. Si alza di fronte a me, inizio ad avere paura. È da un po' che non mi picchia, non lo farà adesso solo perché siamo in classe.

"Ripetilo."-mi dice decisa, distante un palmo di mano dalla mia faccia.

"Ridammi il blocchetto..."

Lei sbuffa:"Non scappare all'uscita, sai, ho voglia di divertirmi."

Deglutisco mentre mi da le spalle e sghignazza con le sue amiche.

"Ehy, torniamo a casa insieme vero?"- dice Hannah che fino ad adesso mi era sembrato stesse dormendo.

"Non voglio che ti succeda qualcosa per colpa mia"

"Aw, non preoccuparti, non mi succederà niente"

"Okay..."dico vaga, e penso al fatto che avesse parlato soltanto di lei. D'altronde chi si preoccuperebbe mai di me?

I miei occhi cominciano ad appannarsi, abbasso lo sguardo a terra, prendo il blocchetto che Michelle aveva lasciato cadere. Mi siedo e con lo sguardo cupo fisso sul blocco e riprendo a disegnare.

Di tanto in tanto, fisso il mio vecchio braccialetto con su scritto "Carry On", lo so mamma, che ci sei.

Carry OnWhere stories live. Discover now