Capitolo 3

33 2 0
                                    

Walter

Chiudo la porta alle mie spalle e tasto la tasca interna del giubbino per controllare di aver preso le sigarette.
Fumo da poco, Rachel ancora non lo sa, e non so come dirglielo...non che io abbia tutta questa voglia.
Caccio il pacchetto ed estraggo la prima sigaretta, accendendola nel buio della serata.

Faccio un lungo tiro e lascio un po' il fumo nei polmoni prima di espirare completamente, mischiando il fumo della sigaretta alla condensa che si crea per il freddo.
Mi piace il fumo... È etereo...non ha nessuna forma ma può assumerle tutte. Si adatta, e si espande fino a scomparire.
Finisco la sigaretta, butto il mozzicone per terra e lo schiaccio, lasciando un piccolo segno nero provocato dallo sfregamento.

Mi dirigo verso il punto di incontro della mia comitiva, un bar non particolarmente lecito a pochi minuti di distanza da casa mia. Vedo già i alcuni dei miei amici seduti ai tavoli ad aspettare.
Entro e li raggiungo. Ci salutiamo con la nostra solita stretta di mano.

Mi fanno un po' di spazio e mi siedo, poggiando le mani gelate sul tavolo.
"Ce ne hai messo ad arrivare eh doppia V"- dice Dan, uno della banda.
"Si, dovevo cucinare a mia sorella"- mi giustifico, senza un motivo apparente.
"Ohh...quello schianto? A scuola tutti ne parlano... È una delle più popolari anche se è ancora una matricola"- interviene Jack, il donnaiolo del gruppo.
"Non parlare così di mia sorella!"- lo fulmino con lo sguardo.
"Oh avanti, che male c'è? Prendila come...un altro tipo di complimenti"- risponde facendomi un sorriso malizioso.
"Tu prova ad avvicinarti a lei e ti spacco la faccia"- dico col miglior sorriso che riesco a trovare. Ormai sono diventato bravo a fingerli.
"Ehy ehy, calma voi due"- interviene di nuovo Dan, distogliendo il duello di sguardi tra me e Jack -"stasera ho una sorpresa per voi"
"Cos'è?"- chiede Josh, il più silenzioso del gruppo. Di solito se ne sta in silenzio tutto il tempo, ma quando apre bocca lo fa solo al momento giusto.
"Questa..."- fa Dan facendo passare sul tavolo una bustina piena d'erba mentre si guarda intorno.
"Wooow, ma saranno almeno 20 grammi"- esclama Jack, a voce un po' troppo alta.
"Urla un altro po' idiota..."- lo ammonisco.
"Ma sono un botto... quanto hai sganciato per quella roba?"- mi risponde Jack rivolgendosi a Dan.
"Diciamo solo che ho i miei agganci"-conclude Dan. Quando fa così vuol dire solo due cose.
O gliela procurata suo fratello più grande, o ha davvero qualche aggancio con qualcuno di qualche banda.
In tutti e due i casi, stasera potrò davvero non pensare a nulla.

Ansioso della prospettiva faccio pressioni per uscire e andare in qualche luogo più appartato.
Ci infiliamo in una serie di vicoli fino ad arrivare in un piccolo spiazzo dietro alcuni edifici, coperto da tutti i lati tranne le vie di entrata e uscita.
Dan inizia a tritare, e io preparo le cartine. Una volta pronto il tutto facciamo a turno qualche tiro.
Già dal primo tiro inizia a girarmi un po' la testa, ma non ci faccio caso, è sempre così.

Inizio a sentirmi più carico, più vivo, sono euforico finalmente, dopo un sacco di tempo.
Mi mancava questa sensazione.
La canna finisce in pochi tiri di tutti e io butto il mozzicone.
Josh cerca di alzarsi dalla panchina sulla quella ci eravamo seduti, ma è troppo fatto per farlo e cade.
Tutti scoppiano a ridere. È proprio imbranato. Ma gli voglio bene, è forse il mio preferito. Silenzioso, che parla solo quando è indispensabile, ma sempre con interventi giusti.
Mi alzo per andare a dargli una mano, e con tutte le difficoltà lo isso sul mio braccio.
È completamente fatto...forse fin troppo, respira a fatica in mezzo a tutte le risate.
Rido anche io lì per lì, ma poi realizzo la situazione.
"Ragazzi, io lo porto a casa"- dico, mettendomi sotto braccio Josh.
Mormorii di dissenso vengono da Jack e Dan.
"Dai Doppia V,stai qui ancora un po'...sono solo le 11:30"- dice Dan ridendo.
"Non mi interessa che ore sono, Josh deve andare a casa"- ribadisco trascinandomi il mio amico.
"Ahhhh, fa come ti pare"- sbotta Jack liquidandomi con un gesto della mano.
Mi avvio per i vicoli illuminati a sprazzi dai rari lampioni.
"Ehy...eeeeehy Walter, dovi mi shtai portando?"- biascica Josh vicino al mio orecchio.
Il suo alito puzza di erba in maniera allucinante.
"A casa idiota, hai fumato troppo"- gli rispondo secco.
"Ma cosaaaa? No...io sto bene...guarda"- dice liberandosi dalla mia presa-" riesco benissimamente a camminare da solo"- conclude barcollando e poi cadendo.
Scoppia a ridere, e a me tocca rialzarlo in quello stato.
Faccio gran parte della strada con Josh appoggiato a peso morto sulla spalla fino a casa sua.
Mi fermo all'inizio del vialetto. Come cazzo faccio a dire ai sui che ci siamo fatti?
"Oh...oi amico"- cerco di svegliare il mio compagno con degli schiaffetti in faccia. Dopo il 5o-6o si sveglia di botto.
"Ok, ascoltami bene, tu adesso entri da quella porta e vai subito a letto capito?"- dico tenendo il suo sguardo fisso sul mio.
"Mhhhhh"- risponde distrattamente. Si stacca dal mio braccio e inizia a incamminarsi verso la porta di legno bianco. Barcolla ma non cade.
Aspetto entri e si chiuda la porta dietro le spalle prima di incamminarmi verso casa mia.
Josh è un anno più piccolo di me...non dovrebbe neanche farle queste cose.

Arrivo a casa che puzzo ancora di erba, ma ormai è tardi, saranno andati tutti a dormire.
Giro lentamente la chiave e apro piano la porta.
Do un'occhiata in cucina e vedo che è vuota. C'è un piatto e una forchetta sulla tavola. Papà sarà rincasato.
Metto tutti in lavandino, laverò queste cose domani.
Salgo le scale e vedo la porta della camera di Rachel aperta.
Mi avvicino piano e sento un pianto venire da dentro.
Piange a dirotto, ed è sotto le coperte lo sento.
Mi appoggio al muro senza farmi sentire e mi stringo nelle mie ginocchia, affondando la testa nelle braccia.

Non so quanto tempo sia passato, ma non ho avuto il coraggio di alzarmi per tutto il tempo finché non ho sentito il respiro piccolo e docile di mia sorella ormai addormentata.
Mi alzo e entro nella camera. Ha la televisione accesa e le guance pallide rigate di lacrime.
Spengo la TV e mi avvicino al suo letto...
"Mi dispiace tantissimo Rachel.
Te lo giuro, mi dispiace un mondo ogni giorno della mia vita. Ogni momento penso a come potrei essere un fratello migliore, a quanto sono stronzo a lasciarti da sola, ogni momento penso a perché la mamma se ne sia dovuta andare e a papà e al suo problema...
Vorrei solo poterti dare una vita migliore...."
Sussurro con gli occhi lucidi.

Rido con me stesso per quella scena e le rimbocco le coperte prima di uscire.
Che giorno di merda.

Carry OnWhere stories live. Discover now