Capitolo 2

45 4 0
                                    

Rachel

Anche stasera esce.
Anche stasera mi lascia da sola.
Anche stasera dovrò aspettare papà e sorreggerlo da quanto è ubriaco, da sola.
Ma ci sono abituata, succede così spesso.
Per distrarmi accendo la TV e sblocco il telefono, controllando i nuovi messaggi, pochi nuovi da poche chat.
Walter scende le scale e mi saluta prima di uscire dalla porta, così sono di nuovo "libera".
Spengo la TV e vado in camera. Accendo il PC e nell'aspettare che carichi mi butto sul letto e do attenzione alle chat. Ci sono messaggi dalle mie amiche, e qualcuno di qualche ragazzo.

Rispondo per prima a quelli delle mie amiche, che come al solito chiedono i compiti. Salto, adesso non ho voglia di controllare il diario.
Vorrei tanto che qualcuno mi scrivesse per uscire o semplicemente chiacchierare con qualcuno in chat, ma non mi vuole nessuno, non ho amici o qualcuno che mi consideri.
Un mio "amico" mi chiedeva che cosa fosse successo ad una mia compagna di classe. Cosa posso saperne io? Stanno tutto il giorno a bullizzarmi quelle lì. Il loro modo di sfogarsi con me non comprende il dialogo, ma le botte. Un giorno sono tornata a casa piena di lividi sulle gambe: avevano passato tutta l'ora a lanciarmi palloni addosso.

Sento il suono d'avvio di Skype, così mi alzo e metto i Green Day quasi al massimo. Poi ritorno a letto a fissare il soffitto bianco.

Lo sa tutta la scuola che sono sfigata, Walter no. Magari si ma se ne frega di me, come ha fatto ultimamente. Non ho idea di cosa gli passi per la testa. Vorrei stare un po' con lui, ricordare la mamma con lui, proprio in questo periodo. Io penso sempre a lei, al suo sorriso dolce, al calore dei suoi abbracci, all'amore che metteva in tutto, alla sua voce che mi diceva di non aver paura perchè c'era lei con me. Ricordo ancora le mie urla alla vista del sangue sulle mie manine e la fitta che provai al petto e che continuo a provare.

Sento un botto sotto. E' papà.

Spengo la musica e mi precipito sotto. Aiuto mio padre a rialzarsi da terra. Odio vederlo in quello stato. Non vedo l'ora di chiudermi in camera e piangere. Dopo averlo adagiato sul divano gli dico del cibo nel microonde, come aveva detto Walter. Sto per scappare ma papà si appende con la mano sulla mia maglietta:

"Grazie Rachel, mi dispiace tanto"-tossisce, sento il suo alito troppo puzzolente.

"Non..non è nulla papà"

Corro via, e inizio a piangere silenziosamente mentre salgo le scale. Odio la mia sensibilità ma piangere mi aiuta a sfogarmi adesso che non ho nessuno.

Infilo velocemente il pigiama e dopo essermi calmata accendo la TV, ma le palpebre cominciano e chiudersi e il sonno prende il sopravvento. Così senza rendermene conto, mi addormento.

Carry OnWhere stories live. Discover now